Ai Weiwei artista rinascimentale, a Palazzo Strozzi la mostra "Libero"

Ai Weiwei artista rinascimentale, a Palazzo Strozzi la mostra "Libero"
di Mariapia Bruno
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Martedì 6 Settembre 2016, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 21:02

Le porte di Palazzo Strozzi si apriranno il 23 settembre come mai prima d’ora per accogliere uno dei più importanti artisti contemporanei del panorama internazionale: Ai Weiwei. Battagliero, coraggioso, inarrestabile attivista dei diritti umani, l’artista cinese protagonista della mostra che resterà aperta fino al 22 gennaio 2017, intitolata “Ai Weiwei. Libero” e curata dal direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, è un personaggio molto amato e stimato che ha fatto molto parlare di sé. «Si è distinto, negli ultimi 10 anni, per sua attività in difesa dei diritti umani, in particolare contro il governo cinese - puntualizza Galansino. Per questo motivo la sua opera è stata censurata e lui è stato recluso, condannato, privato dei propri diritti.. Fino alla fine del 2015 è stato anche privato del passaporto, ma quando gli è stato ridato ha cominciato a guardare fuori dalla Cina. Oggi è attivo con diversi progetti in molte parti del mondo».

INTERNET
Ciò che interessa l’artista sono le tematiche legate al sociale: Ai Weiwei, oltre ad osservare quello che di ingiusto avviene nel mondo, è stato anche uno dei primi a comunicare con il pubblico attraverso i social media. Come ha affermato il direttore di Palazzo Strozzi, Ai Weiwei «ha usato la tela di internet come un pittore usa la tela per dipingere».
Il suo profilo Instagram, costantemente aggiornato, è seguito da circa 245 mila follower. Un contatto con il pubblico reale e costante, come reali e universali sono le tematiche portate avanti nelle sue opere, a cominciare dal tema dei migranti e dei terremoti. 
«Recentemente si è dedicato molto al tema delle migrazioni in Europa, lavorando intorno agli sbarchi avvenuti in questi ultimi tempi - afferma Galansino. In passato si è molto impegnato intorno al terribile terremoto del Sichuan: circa 70 mila persone morirono, di cui 5-6 mila studenti, vittime del crollo delle scuole appena costruite; l’artista cominciò allora un’inchiesta intorno a questo problema per capire come mai questi edifici crollarono e scoprì casi di corruzione e mancanze che il governo cercò di insabbiare. La sua voce è stata anche messa a tacere con le maniere forti, venne infatti picchiato dalla polizia per impedirgli di testimoniare ad un processo. Questo avvenne poco prima una sua mostra in Germania, dove l’artista fu operato d’urgenza poiché il pestaggio gli provocò un’emorragia cerebrale».
 
LE OPERE
Da questa esperienza devastante del terremoto, che scombussola non solo chi si trova coinvolto, ma anche chi rimane a guardare impotente, sono nate diverse opere. L’artista ha raccolto numerose sbarre in ferro trovate nei luoghi distrutti dal sisma: le sbarre erano state piegate dalla violenza dell’urto come fossero di lana. Un’immagine assimilabile ai pilastri delle palazzine che si sono sbriciolati nella notte del 24 agosto 2016 che ha messo in ginocchio, tra i tanti borghi colpiti dal sisma, Amatrice e ad Accumoli. Ai Weiwei ha ridato vita alle sbarre in ferro creando la famosa scultura Straight. Di questa opera il pubblico potrà ammirare diverse versioni a Palazzo Strozzi, come i tondini storti poggiati su basamenti di legno che ricordano delle bare. 
È difficile discernere l’Ai Weiwei attivista dall’Ai Weiwei artista. «Per lui le due cose non vanno disgiunte. Il suo essere artista coincide perfettamente con la sua attività di denuncia, anche se molte delle sue opere possono anche essere esteticamente molto gradevoli o poetiche; nel lavoro di Ai Weiwei esistono sempre diversi gradi di letture. Ai Weiwei apprese la lezione di Duchamp - la cui opera conobbe a New York negli Ottanta: come ama dire Ai Weiwei, egli “prese” la Cina e ne fece un ready-made. L’artista è in grado di padroneggiare anche tecniche di grandissima raffinatezza e materiali pregiati come le porcellane di tradizione cinese».
Il particolare che contraddistingue le sue opere è quindi il costante connubio tra il mondo Orientale e quello Occidentale. A Palazzo Strozzi si consuma quindi un matrimonio tra Sol Levante e Rinascimento. Ai Weiwei, forte del suo carattere aperto e ricettivo, ha realizzato con i famosi mattoncini Lego, i ritratti di alcuni dissidenti politici della storia fiorentina: Dante Alighieri, Filippo Strozzi, Girolamo Savonarola e Galileo Galilei. 
Prepararsi ad una mostra firmata da un personaggio del genere, che ha saputo tenere in pugno da solo un regime e la più potente economia del mondo, può sembrare complicato, ma non lo è. L’invito del direttore è quello di andare preparati, leggendo la biografia per scoprire il background di Ai Weiwei, e di lasciarsi guidare dalle sue opere scioccanti e curiose. .
 
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