Eurodisney in crisi salvata da Zio Paperone d'America

Eurodisney in crisi salvata da Zio Paperone d'America
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Martedì 7 Ottobre 2014, 05:51
IL CASO
PARIGI Alla fine è dovuto intervenire zio Paperone dall'America: un miliardo di euro per salvare il regno europeo di Topolino & C. La ricapitalizzazione di Disneyland Paris, fiaccata da sempre da un debito colossale e adesso colpita anche dalla crisi, è stata annunciata ieri mattina a Parigi. La capogruppo americana Walt Disney Company è intervenuta (e non è la prima volta) con un piano di ricapitalizzazione da un miliardo,che prevede, nel primo semestre del 2015, un'iniezione di 420 milioni di euro di liquidità, la conversione in azioni di 600milioni di euro di debito detenuto dalla casa madre e infine un dilazionamento fino al 2024 dei rimborsi dei prestiti accordati da Disney, che detiene circa il 40 per cento della filiale europea. L'obiettivo, ha assicurato il gruppo, non è il ritiro dalla Borsa di Parigi, dove il titolo ha perso ieri più del 20 per cento.
VECCHI PROBLEMI

Da quando ha aperto i cancelli nella campagna a est di Parigi, Eurodisney è stato costretto a chiedere due volte aiuto allo zio d'America con due ricapitalizzazioni e ristrutturazioni, nel '94 e nel 2004. Con oltre 14 milioni di visitatori l'anno, il Parco resta la prima destinazione turistica d'Europa, molto avanti a qualsiasi monumento o sito, che siano la Tour Eiffel, San Pietro o il British Museum. La crisi economica e il calo di visitatori (meno 700mila l'anno scorso e meno 1milione e 100mila due anni fa) è pero' soltanto l'ultimo problema del modello economico della compagnia, asfissiato dai debiti fin dal primo giorno. Nemmeno il successo dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario (che hanno attirato nel 2012 la cifra record di 16 milioni di persone) è riuscito a risollevare i conti del Gruppo, come nulla ha potuto il pur amatissimo Ratatouille, ultima attrazione del parco inaugurata a luglio che ha attirato in tre mesi un milione di visitatori per un costo che ha superato i 200milioni di euro. La direzione europea si vuole positiva e il neo presidente Tom Wolber (in carica da meno di un mese) ha assicurato che il piano di ricapitalizzazione servirà a ritrovare tesoreria e un margine per investire nell'innovazione, unico ossigeno per consentire al parco di sopravvivere e attirare nuovi clienti. Il calo dell'ultimo anno è secondo il direttore finanziario Mark Stead, imputabile alla disaffezione dei francesi e dei belgi. In compenso inglesi, spagnoli e italiani non hanno sentito la crisi e sono stati anche più numerosi del passato. Secondo le previsioni, il piano americano consentirà di risparmiare più di 800milioni in dieci anni. I sindacati hanno accolto la notizia «con sollievo», anche perché la ricapitalizzazione «non avrà ricadute sociali». Secondo la direzione, tuttavia, occorre tenere duro «almeno altri due o tre anni», prima che Ratatouille, Space Mountains o l'ottovolante di Indiana Jones tornino a registrare il tutto esaurito.
Francesca Pierantozzi
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