«La mia cortigiana, icona pop»

«La mia cortigiana, icona pop»
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Venerdì 3 Ottobre 2014, 05:56
L'INTERVISTA
Può essere una sfida o una ricchezza o un peso: in ogni caso non è facile crescere tra due mondi. Dice Amy Tan che ha attraversato tutte e tre le fasi nel suo rapporto con le origini: «Sono nata a Oaklnad, in California, sessantadue anni fa da genitori cinesi. Negli Stati Uniti mi sono sentita quasi sempre a casa, ma a un certo punto ho percepito in profondità l'esigenza di riannodare un rapporto con le radici. Per questo ho deciso di scrivere un romanzo ambientato nella Shanghai d'inizio '900». La Tan, a trent'anni, ha pubblicato Il circolo della fortuna e della felicità, il racconto (poi film per la regia di Wayne Wang) delle vicende di quattro famiglie cinesi a San Francisco. Lacrime e allegria, e la Cina idealizzata e ricordata nei giochi e nel cibo mentre in America si vive una vita impossibile in patria. Ora, dopo altri libri di successo e sette milioni di copie, con La valle delle meraviglie (Salani, 680 pagine, 18 euro) torna a quella fonte non dimenticata con una storia epica e sensuale.
Spaziando tra oltre quaranta anni di storia e due continenti, il romanzo racconta la fine dell'ultima dinastia imperiale cinese, l'avvento della Repubblica, l'esplosione degli investimenti stranieri e molto altro ancora... E lo fa attraverso la storia di Violet, figlia di Lulu, tenutaria di una "casa di piaceri" di lusso nella Shanghai del 1905. Quando dopo la fine della dinastia Qing e l'avvento del regime repubblicano, tutta la Cina conobbe un rapido processo di occidentalizzazione. «Shanghai si trasformò in un importante centro commerciale, dove transitavano tantissime persone e arrivavano molti stranieri». Capricciosa e viziata, Violet cresce nel mondo ovattato ed elegante del “Sentiero di Giada”, la raffinata casa di piacere gestita dalla madre. Un avventuriero - amante della madre - la rapisce per venderla a un'altra casa come "cortigiana vergine". Così deve adattarsi alla nuova vita con l'aiuto di Zucca Magica, ex cortigiana.
Questa sarà solo la prima delle sue tante rivoluzioni, in un susseguirsi di scoperte, delusioni, cambiamenti e nuovi amori... Le regole della seduzione, le crudeltà degli uomini, gli splendori e le miserie della Cina dell'ultima dinastia sono le carte con cui gioca Tan. Tocco di esotismo e verità: «Perché dietro i paraventi c'era (c'è) la vita delle donne. Spesso crudele e niente affatto libera», dice Amy Tan.
Signora Tan: qual è stata la spinta a scrivere questo romanzo che ha al centro la vita di donne il cui destino è in ostaggio di scelte non volute?
«Da una fotografia, che vidi pubblicata in un libro sulla Shanghai di cento e oltre anni fa. Ritraeva una decina di donne che indossavano abiti molto eleganti e tutti uguali. Erano cortigiane, cioè delle prostitute di alto bordo. Quell'immagine mi fece ricordare una foto di mia nonna, vestita allo stesso modo. Così ho scoperto che anche mia nonna aveva fatto parte di quel mondo, era stata cortigiana»
Violet, che è per metà americana e metà cinese, si scontra con la sua identità per tutto il libro. «Lei è indipendente, anticonformista, viscerale e un po' egocentrica. Impara presto che può contare soltanto su se stessa, anche se cerca disperatamente l'affetto di sua madre, che però è distratta e tutta occupata dagli affari.
Per molto tempo interpreta ogni fatto della vita sulla base dell'esigenza di conquistare la madre. Il mio libro parla proprio di questo: del rapporto, eterno, complesso e affascinante, tra una madre e una figlia».
Le donne del suo romanzo lottano duramente, ma sanno essere solidali tra loro?
«Certo la situazione era molto difficile. Era naturale tra le donne una forte competizione, quasi una selezione darwiniana per guadagnarsi uno spazio nella società. Ma, al di là di questa gabbia di ferro, si intravedono orizzonti inattesi: complicità, alleanze insospettate, condivisione di obbiettivi comuni, alle prese con il desiderio, l'inganno, e l'ostinazione dell'amore»
Lei cerca di andare oltre lo stereotipo, oltre una descrizione convenzione di quel mondo cortigiano
«Ho sempre ammirato la capacità che avevano di “negoziare” la propria vita, conquistando gli sguardi degli uomini e l'ammirazione delle altre donne. Determinavano veri e propri stili di vita in fatto di moda, di arredamento, di gusto. Vere rock star, icone pop del loro tempo. L'equivalente oggi sarebbe qualcosa di simile a Lady Gaga che ha bisogno continuamente di mostrarsi con il contagio seducente della novità che tutte vogliono imitare. Oggi a Shanghai si incontrano donne che mandano avanti aziende con fatturati di miliardi di donne. I miei amici dicono che noi discendiamo da quelle donne. Ma al di là dell'apparenza, la loro esistenza era triste e prigioniera, per resistere era necessaria una grande forza d'animo».
Renato Minore
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