«A preoccupare maggiormente - dice la vicepresidente del Ceis, Patrizia Saraceno - è la totale inconsapevolezza che pervade questi ragazzi sui potenziali rischi nascosti nell'uso distorto di internet e dei nuovi strumenti di comunicazione con i quali sono cresciuti i giovani nati nel 2000».
Usano il web per conoscersi e per parlare, si scambiano messaggi su whatsapp, mostrando una sempre più crescente difficoltà, invece, nei rapporti interpersonali diretti e reali. L'indagine, presentata in occasione del convegno "Selfie: l'immagine imprigionata e violata dei giovani adolescenti", è inserita nell'ambito della seconda edizione del progetto Pari&Impari che il Ceis, in accordo con Roma Capitale, sta portando avanti in molte scuole di Roma con lo scopo di prevenire l'illegalità minorile.
LE SCUOLE
«Molti professori - continua Saraceno - denunciano casi analoghi anche in quartieri centrali, a dimostrazione di quanto il fenomeno sia trasversale e generalizzato».
Del resto, oggi, il 90% degli studenti è connesso al web quotidianamente, mentre il 60% è on-line di notte senza che i genitori se ne accorgano. Una crescita esponenziale e velocissima, resa possibile dai cellulari di ultima generazione. Quegli strumenti che ogni genitore mette in mano al proprio figlio per sapere dove va, quando ritorna a casa, con chi esce, ma che sfugge - diversamente dal computer domestico - al controllo vigile e costante di un adulto.
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