Mafia Capitale, dai centri immigrati ai rifiuti gli affari sporchi in “campagna”

di Mauro Evangelisti
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Giovedì 6 Agosto 2015, 05:42 - Ultimo aggiornamento: 08:48

Se c'era Mafia Capitale, c'era anche Mafia Città Metropolitana. Prendete Fabio Stefoni: 55 anni, Lista Verso il futuro insieme, era conosciuto come un colorito sindaco anti immigrati, eppure per il Cara (centro d'accoglienza richiedenti asilo) del suo comune - Castelnuovo di Porto - secondo gli investigatori si era accordato con Salvatore Buzzi per 50 centesimi a straniero. Dice Buzzi in una intercettazione: «Il sindaco di Castelnuovo me lo so comprato, 10 mila euro di campagna elettorale. Più una tantum a immigrato che arriva». Stefoni è stato arrestato (ai domiciliari) nella seconda tranche di Mafia Capitale e il 5 giugno il prefetto Gabrielli ha disposto la sospensione. Quello di Castelnuovo di Porto è solo uno degli esempi della capacità di Mafia Capitale di allungare i tentacoli oltre i confini comunali di Roma.
LA SEDE
Bisogna spostarsi di una decina di chilometri, sempre a nord della provincia di Roma, per trovare la città sede del sodalizio comandato da Carminati: Sacrofano. Qui il Cecato, il boss, aveva la sua bella villa (in via del Monte Cappelletto), qui si svolgevano le riunioni del gruppo.
FIDUCIA
Qui c'è un sindaco, Tommaso Luzzi, che secondo gli investigatori era integrato nelle strategie di Mafia Capitale. Luzzi, già presidente dell'Astral con la precedente giunta regionale, è vicino a Domenico e Luca Gramazio (quest'ultimo è l'ex capogruppo Pdl in Regione poi arrestato). Anche Luzzi è indagato per associazione mafiosa, la sua elezione era stata sostenuta da Carminati («Tommaso me serve come sindaco...), ma si è sempre rifiutato di dimettersi. In una lettera ai cittadini ha spiegato: «Ho sempre agito con rigore, il Municipio è una casa di vetro». Ora però, stando a quanto detto dal prefetto anche nella città sede del Mondo di Mezzo, potrebbe arrivare lo scioglimento per mafia.
Altro business su cui Buzzi ha capito di potere macinare profitti: i rifiuti. L'attenzione si sposta su Morlupo, dove il patron della 29 giugno vuole realizzare un impianto che tratta la spazzatura. Si legge in una informativa dei Ros: «Il sistema di relazioni istituzionali stabilito dal sodalizio con il Comune di Morlupo era innanzitutto funzionale alla pubblicazione dell'avviso pubblico inerente a “Locazione o concessione di un'area comunale in località Monte Albereto finalizzata alla realizzazione di un impianto per il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti organici raccolti in modo differenziato con produzione di compost di qualità ed energia elettrica». Marco Commissari, sindaco di Morlupo è indagato. Nelle intercettazioni Buzzi dice che «è una persona corretta», poi però afferma anche: «Lo abbiamo a libro paga». L'ultimo comune a rischio è Sant'Oreste, 3.700 abitanti, sempre a nord, confine con la provincia di Viterbo. Qui la storia è già vicina a un epilogo scontato: il sindaco Sergio Menichelli, Pd, fu arrestato nella prima tranche dell'inchiesta ed è già stato sospeso. Qui Buzzi puntava ad appalti sulla raccolta dei rifiuti e alla costruzione di un centro per immigrati.