Mafia Capitale, appalti Atac, la quota di Buzzi: «Datemi un milione e chiudiamo»

Mafia Capitale, appalti Atac, la quota di Buzzi: «Datemi un milione e chiudiamo»
di Michela Allegri e Silvia Barocci
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Giovedì 6 Agosto 2015, 05:42 - Ultimo aggiornamento: 10:34
Scrive una sceneggiatura in cui lui è protagonista e quasi vittima, piegato da un sistema corrotto e impossibile da correggere. «È sempre stato così, dottò, da quando frequento il Consiglio Comunale, saranno 4 anni, è sempre stato così». Lo dice Salvatore Buzzi, dal carcere dove è detenuto in regime di massima sicurezza. Racconta ai pm Michele Prestipino e Paolo Ielo di come gli appalti venivano pilotati direttamente in Campidoglio, e di come ogni decisione avesse un indirizzo politico. C'era un «meccanismo», basato su sponsorizzazioni e raccomandazioni «per avere il lotto tuo», e poi c'era «la gara a rialzo a chi offriva di più», probabilmente in termini di tangenti.

LA MAZZETTA

Traccia anche uno schema degli appalti più redditizi, il re delle coop, e parla di commesse rimaste finora sotto silenzio. «Una cosa dell'Atac», per esempio. Un appalto per la pulizia degli automezzi, vinto da Buzzi e soci tra il 2012 e il 2013. «Vinciamo come Consorzio nazionale servizi. Poi perdiamo perché c'è stata un'offerta abbastanza strana». Si tratta di un appalto da 10 milioni, «la nostra quota come coop "29 giugno" è il 10 per cento, quindi un milione. Il Cns ci dice che dovevamo conferire l'1 per cento della commessa, 10 mila euro, ad Andrea Carlini, consigliere d'amministrazione di Atac in quota Pd». A fare la richiesta, sarebbe stato Giuseppe “Pino” Cinquanta, fino a poco tempo fa direttore di Cns. Buzzi è un fiume in piena, parla anche della gara delle ville storiche. Un appalto che spiega le dinamiche delle spartizioni. «Sono 7 lotti, di cui 5 alla maggioranza, centro destra, e 2 al centro sinistra», dice. L'indagato avrebbe cercato in ogni modo entrare nella partita: «Tentiamo, prima con Alemanno e poi con Marino, di essere tra gli sponsorizzati per vincere». E la sponsorizzazione, a suo dire, arriva: «Con Coratti e D'Ausilio. Ci chiedono la bellezza del 10 per cento». L'affare sarebbe stato pattuito per il tramite di Nucera che, a detta di Buzzi, «c'era sempre». Di fronte alla richiesta esorbitante, però, «abbiamo rinunciato...a me che volevano imporre questo prezzo me l'ha detto Altamura». Altamura, direttore del dipartimento Tutela ambiente della Protezione Civile, secondo il re delle coop, era quasi spaventato: «Volevano imporre proprio a lui - chiarisce Buzzi - i 7 vincenti sulla base dell'offerta più vantaggiosa...volevano costringerlo a fare la gara a progetto, e lui dice: “lo non vado in galera per problemi vostri”. E aggiunge: “Datemi il foglietto di chi deve vincere, io invito le 10 imprese per ogni lotto le 10 che voi mi dite”. A questo punto, per ottenere favoritismi e sponsorizzazioni, sarebbe scattata la corsa al rialzo delle mazzette. «Con il mercato delle imprese si creava l'offerta a rialzo, a chi offriva di più. Tu andavi da un tizio che ti dice: “Quanto me dai?”».

LE CICLABILI

Buzzi passa poi alla storia del milione di euro, scomparso e rispuntato: sarebbe stato stanziato da Luca Gramazio per la manutenzione delle piste ciclabili. «L'emendamento Gramazio», spiega l'indagato, che parla del Sevizio giardini del Campidoglio e tira in ballo Turella e Maiorano. «Nel 2012 Gramazio ci fa l'emendamento». I soldi poi non si sa dove siano finiti. «Turella e quest'altro se ne erano appropriati... Quindi noi avvisiamo Gramazio: “Guarda che hanno fregato il milione” che, poi, sarebbe rispuntato. «A quel punto mi dice Turella: “Sono 800 mila...per ricomparire un milione mi devi da' 100 mila”. Alla fine, Buzzi avrebbe concordato di pagare 30 mila euro che, però, non sarebbero stati corrisposti per un inconveniente “tecnico”. «C'era stata la verifica fiscale - chiarisce - gli ho detto: “Io non ho i soldi neri, mo' li sto a da' a Panzironi”, trovate una cosa in chiaro. Lui ha replicato: Ne devo parla' con Maiorano, sta cifra la devo fa' come la neve, devo fa' a metà».

E non finisce qui, perché Buzzi e soci volevano arraffare anche il servizio dell'Ama di pulizia delle strade post incidente. Il re delle coop racconta, infatti, ai pm che stava tentando di ottenere un lotto d'appalto, «intervenendo su Coratti...che non c'ha segnato un goal, lo chiamavamo Balotelli». La domanda dei pm arriva spontanea: «Coratti quanto contava all'interno della municipalizzata dei rifiuti?». Buzzi, ovviamente, ha la risposta: «Chiamava direttamente Fortini, l'amministratore delegato».