Alba Pontina, l'accusa ha tenuto

Alba Pontina, l'accusa ha tenuto
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Venerdì 16 Luglio 2021, 05:01
GIUDIZIARIA
Le modalità con le quali agiva il clan Di Silvio erano mafiose. È quanto sancisce la sentenza emessa mercoledì pomeriggio dal Tribunale di Latina che ha inflitto ai componenti del gruppo criminale di Campo Boario condanne per complessivi 64 anni e sei mesi di carcere così suddivisi: Armando Lallà Di Silvio 24 anni e due mesi; la moglie Sabina De Rosa quindici anni e tre mesi; Angela Di Silvio 6 anni e 4 mesi; Genoveffa Di Silvio 5 anni e 4 mesi; Francesca De Rosa 3 anni e tre mesi; Giulia Di Silvio 2 anni e 7 mesi; Tiziano Cesari 3 anni e 7 mesi; Federico Arcieri 4 anni.
Il verdetto, le cui motivazioni saranno rese note tra 90 giorni, hanno effettuato però alcuni distinguo rispetto ai diversi reati dei quali erano chiamati a rispondere gli otto imputati ridimensionando l'ipotesi sostenuta dai pubblici ministeri Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro che l'attività di spaccio fosse esercitata con modalità da organizzazione criminale, narcotraffico insomma. La sentenza ha riqualificato tale reato in piccolo spaccio, ipotesi lieve, circostanza che per alcuni ha significato una diminuzione della pena rispetto alle richieste avanzate dall'accusa: per Sabina De Rosa, moglie di Lallà, ha determinato la fine degli arresti domiciliari.
LE CONSEGUENZE
Sono tornati completamente in libertà, per effetto della sentenza, anche Federico Arcieri, Francesca De Rosa, Angela e Genoveffa Di Silvio e a Giulia Di Silvio sono stati revocati gli obblighi di polizia giudiziaria. In attesa delle motivazioni il collegio difensivo composto dagli avvocati Luca Giudetti, Oreste Palmieri, Angelo Palmieri, Emiliano Vitelli ed Emanuele Farelli che aveva contestato l'applicazione delle caratteristiche mafiose ai comportamenti del gruppo sia nelle estorsioni che nello spaccio si prepara ad impugnare la sentenza.
L'ALTRO FILONE
Questo capitolo resta ancora aperto mentre una parte dell'inchiesta è già stata definita in secondo grado. Si tratta di quella riguardante i figli di Armando Di Silvio e altri imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato e che la Corte di Appello di Roma ha condannato a complessivi 74 anni di reclusione. Ferdinando Pupetto Di Silvio dovrà scontare 10 anni e 8 mesi; Gianluca Di Silvio 12 anni e 6 mesi; Samuele Di Silvio 11 anni e 10 mesi. Per Gianfranco Mastracci condanna a 3 anni e 4 mesi, Valentina Travali due anni e due mesi; Mohamed Jandoubi e Hacene Hassan Ounissi due anni e quattro mesi ciascuno; Daniele Sicignano quattro anni e Daniele Coppi un anno e quattro mesi. La Corte di appello ha riconosciuto a carico degli imputati comportamenti con modalità mafiose pur non considerando i tre fratelli Di Silvio organizzatori e promotori dell'associazione a delinquere. Sono invece definitive le sentenze a carico di Renato Pugliese e Agostino Riccardo, la cui posizione è stata stralciata. La Cassazione ha confermato infatti le condanne quattro anni e quattro mesi per il primo e a cinque anni e quattro mesi per il secondo.
Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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