Dalla diagnosi di infertilità alle nuove tecniche nel campo della fecondazione assistita

Differenti i percorsi di PMA grazie alle nuove tecnologie. Ma è importante, allo stesso tempo, avvalersi di un supporto psicologico per la gestione delle emozioni

Contenuto a cura di Piemme SpA Brand Lab in collaborazione con PROF. ERMANNO GRECO

Classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come vera e propria patologia, l’infertilità può riguardare la donna, l’uomo o entrambe, ma anche essere dettata da una incompatibilità nel procreare di una particolare unione di individui. Una diagnosi di infertilità ha importanti risvolti psicologici sulla coppia e, per questo, anche e soprattutto con l’avvio di un percorso di Procreazione medicalmente assistita (PMA), il supporto psicologico risulta fondamentale.
 

Le cause dietro l’infertilità

Stando ai dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, l’infertilità riguarda circa il 15% delle coppie italiane. Un dato superiore alla media mondiale, che si assesta invece intorno al 10-12%. Tra i fattori di rischio indicati dal Ministero della Salute rientrano stili di vita scorretti, fumo, alcool, problemi di peso, inquinamento ambientale, sedentarietà, ma anche un eccesso di attività fisica e infezioni sessualmente trasmesse. A questi possono aggiungersi cause di natura psicologica, capaci di provocare ansia o depressione, oltre che indurre a comportamenti ad alto rischio, come disordini alimentari e consumo di sostanze nocive, tra alcool, fumo o droghe.

In tal senso, uno studio condotto dall’OMS rivela come la gran parte di chi è chiamato ad affrontare un percorso per contrastare l’infertilità finisce, seppur in misura differente, per evidenziare sintomi di depressione, ansia, tristezza e irritabilità, che portano anche ad auto colpevolizzarsi, perdere motivazione, sentirsi sbagliati, isolarsi o, ancora, sfogare la propria rabbia con il partner.

In particolare l’infertilità maschile è in costante aumento e costituisce ormai il 50% delle cause di infertilità di coppia (“Recent advances in understanding and managing male infertility” – Jonathan Fainberg et al. – 2019). Il Professor Ermanno Greco, tra i massimi esperti in Medicina della Riproduzione e Fecondazione assistita nonché Direttore Responsabile del Centro di Medicina della Riproduzione della Casa di Cura Villa Mafalda di Roma ci ha descritto le novità della ricerca scientifica che ha messo a punto nuovissimi sistemi di analisi computerizzata del patrimonio riproduttivo maschile (Scascope) che grazie anche ad algoritmi basati sui “big data” e all‘intelligenza artificiale sono in grado di fornire informazioni più completa sulla capacità fecondante.L’esecuzione di una ulteriore serie di analisi come il test di frammentazione del Dna  ed il test di reazione acrosomiale  permettono di dare un giudizio di tipo qualitativo e non solo quantitativo e di accertare quindi  la reale capacità degli spermatozoi di fecondare naturalmente.

Gli aspetti psicologici della diagnosi di infertilità e dei percorsi di fecondazione assistita

Vissuta quasi come un lutto, l’infertilità finisce così per influire sulla sfera individuale e di coppia. Ecco perché, reagire a questa difficoltà è fondamentale per uscire da un vortice complicato a livello emotivo. Informarsi sul problema, parlarne con uno specialista e conoscere le tecniche di procreazione assistita è indispensabile per riappropriarsi della propria vita, affrontare il momento a testa alta e, in alcuni casi, arrivare finalmente a realizzare il sogno inseguito da tempo di diventare genitori.

In seguito a diagnosi di infertilità ed eventuale avvio di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), infatti, la coppia entra in un vortice caratterizzato da una infinità di emozioni contrastanti, che vanno dallo stress post diagnostico, alla serenità e ottimismo in avvio di trattamento, fino all’altalena tra aspettativa e ansia che si vive in fase di transfer degli embrioni. Eventuali insuccessi ripetuti, poi, minano inevitabilmente l’iniziale fiducia e possono indurre nuovamente alla depressione.

Ad ogni modo, per quanto concerne i processi di fecondazione assistita, come spiega il Prof. Greco, oggi è possibile disporre di nuove tecnologie e tecniche: ad esempio l’EmbrioscopePLUS, dotato anche di un algoritmo di intelligenza artificiale (Kidscore, IDAscore) per la selezione degli embrioni da trasferire in utero. Tali sistemi utilizzano un database sull’esito d’impianto di migliaia di embrioni trasferiti, con i quali vengono comparati gli embrioni della paziente, pertanto viene prodotto automaticamente un “punteggio” per ciascun embrione che esprime la priorità nel trasferimento. Questo sistema inoltre riduce sensibilmente il flusso di lavoro in laboratorio permettendo quindi un processo accessibile a tutti economicamente ma, allo stesso tempo, tecnologicamente avanzato. Un altro esempio di tecnica è la Diagnosi Genetica Preimpianto: consiste nel prelevare 5-10 cellule dallo strato esterno della blastocisti (trofoectoderma) e analizzarne l’assetto cromosomico con la moderna NGS. Tale procedura non compromette l’impianto dell’embrione, se effettuata da biologi esperti, ed è volta a distinguere un embrione sano da trasferire cercando di aumentare la possibilità di impianto al 60-70% dei casi.

Un sostegno fondamentale in ogni fase del percorso

Non è semplice convivere con il turbinio di emozioni che si vivono sia in caso di diagnosi di infertilità, sia se si inizia un percorso di procreazione assistita. Per questo, come previsto anche dalla Legge 40/2004 sulla PMA, che prevede la presenza in ogni centro di PMA di uno psicologo che possa offrire supporto psicologico alla coppia che ne abbia la necessità, è fondamentale il sostegno concreto di una figura professionale con una profonda conoscenza degli aspetti sia psicologici che fisici dell’infertilità.

A rivelarlo è anche la Dott.ssa Alessia Greco, Psicoterapeuta in medicina della riproduzione della clinica Villa Mafalda di Roma, che spiega come a seguito di una diagnosi di infertilità, una consulenza aiuti ad «affrontare al meglio il momento e permetta di prepararsi in maniera ottimale al percorso, creando uno spazio di ascolto in cui manifestare le proprie sensazioni, accogliere, ascoltare e condividere la perdita. È importante che il processo venga affrontato in coppia, così da valutare al meglio la possibilità di intraprendere, o meno, un percorso di PMA, con tutte le paure, i dubbi, le necessità personali del caso».

«In veste di psicologi qualificati – prosegue la dottoressa –, il nostro compito è quello di aiutare la coppia a gestire lo stress in ogni fase del percorso, tra quesiti e dubbi a cui dare risposte concrete. Il supporto è importante sia quando si presentano casi di esito negativo, sia quado l’esito è positivo, per affrontare al meglio quelle che vengono considerate “gravidanze preziose”, vissute non senza timori e difficoltà, che possono manifestarsi anche dopo la nascita dei piccoli».

In particolare, come sottolinea la dottoressa Greco, «la consulenza psicologica è utile e necessaria nei programmi di fecondazione assistita con donazione di gameti, che comportano differenti altre implicazioni psicologiche. Solitamente, infatti, la decisione di intraprendere questo percorso giunge solo dopo un periodo di attenta riflessione, da realizzare auspicabilmente con il sostegno di uno psicologo, così da evitare che possano esserci ripensamenti una volta avviato il trattamento, ma anche per aiutare la coppia a vivere il tutto con più serenità».
 

Per maggiori informazioni sulle novità della ricerca scientifica nel campo della fecondazione assistita e sui diversi percorsi da poter intraprendere è possibile visitare il sito www.ermannogreco.it. Per informazioni circa l’attività e i servizi di consulenza e supporto offerti dalla dottoressa Greco è possibile visitare il sito internet www.alessiagreco.it, inviare una mail a alessiagreco@live.it o telefonare allo 06.86094776.