Sammontana verso la chiusura a Pomezia: 96 posti di lavoro a rischio, ira dipendenti

Sammontana rischia chiusura a Pomezia: 96 posti di lavoro a rischio, ira dipendenti
di Moira Di Mario
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Martedì 12 Novembre 2019, 21:07 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 09:41

Una nuova tegola per il tessuto produttivo di Pomezia e in particolare per il settore alimentare. La Sammontana, che nel polo industriale a ridosso della Capitale sforna e confezione cornetti, ha deciso di spostare la catena di montaggio a Verona. Molta la preoccupazione tra i 134 dipendenti che già da ottobre scorso sono in solidarietà, lavorando meno ore rispetto al contratto e percependo l'80 per cento della retribuzione. L'accordo sulla solidarietà, siglato dall'azienda con Cgil e Cisl di categoria, aveva però scongiurato la mobilità per una sessantina di addetti. Ora, invece, si prospetta addirittura la chiusura dello stabilimento di via delle Monachelle alla fine di settembre prossimo.
 

 


IL SITO
«Da Empoli, sede legale della società dicono Gianfranco Moranti della Flia Cgil e Stefano Passamonti della Fai Cisl arrivano sempre più voci consistenti sull'imminente chiusura del sito di Pomezia dopo l'estate con il rischio che almeno 100 dipendenti, il 60 per cento donne, si trovino disoccupati». Per questo i due sindacati hanno chiesto al sindaco 5 Stelle, Adriano Zuccalà, la convocazione di un tavolo istituzionale di crisi con la regia del Comune, del primo cittadino e dell'assessore alle Attività Produttive «per mettere in campo azioni si legge nella lettera indirizzata a Zuccalà capaci di contrastare o contenere l'impatto sul territorio, già gravato da chiusure e ristrutturazioni aziendali che ne hanno impoverito l'occupazione, indebolendo il tessuto sociale». Moranti e Passamonti ricordano inoltre al sindaco la crisi che stanno attraversando le aziende del comparto alimentare della cittadina. Come la Cesare Fiorucci, tra le più grandi, dove «regna un clima di incertezza aggiungono i sindacalisti legato al calo dei consumi delle carni e degli insaccati e a problemi organizzativi dello stabilimento che hanno costretto le parti sociali a dover siglare concludono un doloroso accordo di solidarietà che scadrà a ottobre 2019». Non si è fatta attendere la risposta di Zuccalà che ha convocato un incontro per il 25 marzo prossimo. Un altro tavolo per discutere della crisi dell'industria alimentare era stato chiesto il 9 febbraio scorso dai segretari regionali e territoriali di Cgil, Cisl e Uil di categoria agli assessori al Lavoro e allo Sviluppo economico della Regione Lazio, Claudio Di Berardino e Gian Paolo Manzella.

LO SCENARIO
«Il 2019 si preannuncia con nuvole dense sul comparto dell'industria alimentare di Roma e Provincia si legge sulla lettera dei sindacati - come per Latina e Frosinone la situazione di continua crisi di alcuni comparti rischia di trasformarsi in crisi occupazionale sull'intero territorio provinciale. Tra le situazioni che destano maggiore preoccupazione ci sono quelle relative al gruppo Granarolo (che ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Anzio ndr) e alla Parmalat/Centrale del latte di Roma, la situazione relativa al futuro della società Sammontana e quella relativa alla società Fiorucci. Queste sono alcune delle situazioni di crisi, tra le più importanti. Nel complesso sono coinvolti circa 900 lavoratori che con quelli dell'indotto superano abbondantemente una platea di 1.200 lavoratori». Dopo il primo incontro, il 25 febbraio scorso, durante il quale i sindacalisti hanno illustrato la drammatica situazione del comparto, Cgil, Cisl e Uil di categoria sono ora in attesa di un nuovo tavolo regionale.
 

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