Beni confiscati alla malavita, altri 8 a Ladispoli

Tanti i beni confiscati alla criminalità organizzata a Ladispoli
di Emanuele Rossi
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Martedì 23 Giugno 2020, 12:47
Dopo il B&b di Ladispoli sequestrato a Cosa Nostra, spunta fuori un elenco di altri immobili tolti dallo Stato alla criminalità organizzata. E il Comune sta già pensando in futuro a come utilizzarli. Ville e appartamenti. Un magazzino e poi un'attività commerciale in pieno centro urbano. Tra gli otto patrimoni schedati sul sito Anbsc (Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), soltanto tre finora sono stati acquisiti a patrimonio pubblico. E con la struttura ricettiva dei Monteroni in via dell'Agricoltura è grazie ad un'operazione della Dia di Palermo che è stato possibile accertare il collegamento con la Cupola ora i beni diventano nove. Quest'ultima notizia ha fatto parecchio scalpore. Se ne è parlato anche in Municipio l'altra sera poco prima del Consiglio comunale.
Cittadini e associazioni si sono chiesti soprattutto come sia stato possibile completare in modo indisturbati un edificio del genere riconducibile all'imprenditore siciliano Giovanni Pilo nel mirino della Direzione investigativa antimafia. Proprio nel mese di febbraio la giunta comunale aveva avuto il via libera per prendere possesso di un locale in via Genova per realizzare la Cittadella della Solidarietà, un progetto concreto per ospitare le associazioni umanitarie. Nel 2013 la villa della Banda della Magliana a Marina San Nicola è passata di fatto alla Capitaneria di porto mentre nel 2016 un'altra abitazione delle cosche si è trasformata in un centro anti-violenza per le donne. Il sindaco non vuole fermarsi qui.
LE REAZIONI
«Probabilmente si tratta di un immobile spiega Alessandro Grando al momento solo sequestrato e non confiscato. Attenderemo naturalmente sviluppi e che, come avvenuto in passato, ci convochi la prefettura per un tavolo nel quale si certificherà eventualmente un'acquisizione a patrimonio pubblico. Vale per la struttura ricettiva nelle campagne dei Monteroni, vale per le tutte le altre». In queste ore si discute molto sul tema. «L'utilizzo pubblico di questi beni commenta Sabino Russoniello, responsabile di Italia Viva Ladispoli - rappresenterebbe un intervento di grande impatto sociale. Mi auguro che il comune di Ladispoli faccia ogni sforzo affinché siano messe a disposizione di quei cittadini che ne hanno veramente bisogno».
 
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