Mobilità, laguna 2023: Venezia punta sui vaporetti ibridi per rispettare l'ambiente

Mobilità, laguna 2023: Venezia punta sui vaporetti ibridi per rispettare l'ambiente
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 14:28 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 07:00

Se la propulsione ibrida o completamente elettrica è una realtà commerciale ormai da tempo in campo automobilistico, nella nautica questa stenta ancora a decollare a causa di problemi legati a una normativa non al passo con i tempi, soprattutto nel campo del trasporto persone, e dei prezzi che rendono ancora poco appetibile questo settore per chi vorrebbe investire in tecnologie green. Qualcosa però sta cambiando e Venezia si sta ponendo da capofila in Italia per lo sviluppo di forme alternative di propulsione nautica grazie a una serie di interventi promossi a volte dal pubblico, a volte dal privato, che hanno portato a diversi capisaldi: il primo distributore nautico di Gpl a Venezia, il primo distributore fisso di idrogeno in Italia a Marghera, imbarcazioni funzionanti da tempo con motore ibrido o elettrico, manifestazioni come la prima Giornata ecologica in Canal Grande del 2012 (barche ibride o elettriche) promossa da Assonautica Venezia, da 18 anni in prima fila sul tema della mobilità sostenibile. L’adozione in quegli anni dall’allora Provincia di una barca di servizio elettrica e iniziative private da parte di un’azienda, la Laguna Trasporti e del suo visionario titolare Pietro Tosi, di barche da lavoro (il corrispettivo di camion e furgoni) non inquinanti. Poi è toccato al trasporto pubblico di persone, con la società Alilaguna Spa, che collega l’aeroporto con diverse zone della città, che ha varato diverse barche a propulsione mista diesel-elettrico.

LO STANZIAMENTO

Quest’anno, però, si sta uscendo dalla fase pionieristica, grazie a un sostanzioso contributo statale che consentirà l’ammodernamento della flotta di Actv, l’azienda per il trasporto pubblico locale, con diverse unità ibride. Inoltre, sta per essere pubblicato un bando da un milione di euro per rottamare piccoli motori a scoppio dei privati e cambiarli con motori elettrici. Piccoli passi, considerato che il parco barche circolanti in laguna di Venezia è di circa 50mila unità di ogni forma e dimensione. L’intervento più importante è stato resto possibile dai 40 milioni stanziati dal Parlamento la scorsa primavera, ed entro il 2023 saranno ben 69 le unità Actv equipaggiate con motore ibrido diesel-elettrico: 35 saranno sostanzialmente rimotorizzazioni, mentre 34 saranno vaporetti completamente nuovi. Una novità importante, soprattutto per combattere l’inquinamento e il moto ondoso in Canal Grande, dei quali i mezzi pubblici ne sono una componente importante, data la velocità con cui spesso procedono per rispettare i tempi. Il motore elettrico dovrebbe garantire una marcia meno impattante e anche più confortevole per i passeggeri, venendo a mancare i rumori del motore diesel.

LA SPERIMENTAZIONE

A settembre, dopo la presentazione dello scorso anno al Salone nautico in Arsenale, è tornato a navigare il battello ibrido E1 (che oltre 30 anni fa era a propulsione completamente elettrica, ma allora la tecnologia non permetteva l’utilizzo in linea, se non in via sperimentale) che ha fatto un viaggio dimostrativo tra piazzale Roma e Rialto.

Questo vaporetto verrà nuovamente messo in navigazione, concluse le varie attività di sperimentazione che sono servite a varare il Piano Investimenti 2019-2023 del Gruppo. Realizzato interamente da Actv in collaborazione con la tedesca Siemens, E1 dispone di una motorizzazione ibrida cosiddetta “in serie”, dove un gruppo elettrogeno carica delle batterie che servono alla propulsione. Automaticamente il controllore logico programmabile di bordo accende e spegne il generatore in base allo stato di carica delle batterie ottimizzando i consumi del mezzo. Il prototipo è stato recentemente dotato di componenti di propulsione di nuova generazione. Lo scafo in alluminio è stato studiato per migliorare le prestazioni - riduzione del moto ondoso e della turbolenza legata alla propulsione, miglioramento della manovrabilità, diminuzione dei costi di manutenzione attraverso l’uso di materiali compositi. Ma c’è di più. Negli ultimi mesi anche le forze dell’ordine si sono convertite alla politica verde e sia carabinieri che guardia di finanza si sono dotate di nuove unità a propulsione ibrida integrata, in grado di procedere a propulsione elettrica lungo i canali interni della città e usare la potenza del motore a combustione interna in caso di emergenze.

I PRIVATI

Mancava un accenno alla nautica privata: sarebbe teoricamente possibile rimotorizzare un gran numero di barche visto che la tecnologia esiste ed è per lo più un vanto dell’industria italiana esportato in tutto il mondo. Il problema sono i costi e il peso del pacco batterie che rendono la propulsione interamente elettrica ancora poco attuabile, mentre per l’ibrido la strada è percorribile. Ma solamente se ci saranno contributi alla rottamazione simili a quelli in uso da anni per le automobili. Dal 29 maggio al 6 giugno 2021 sarà infine possibile toccare con mano e provare tutte le ultime conquiste della tecnologia ibrida ed elettrica applicate al mare. In quei giorni sarà aperto nello storico Arsenale, in cui la Serenissima riusciva nei tempi d’oro a costruire e ad allestire una galea da guerra in un solo giorno, il Salone Nautico di Venezia, voluto proprio dal Comune che ha nella conversione green il suo punto di forza, tanto che i costruttori da tutta Europa avevano scelto la laguna per esporre i loro modelli proprio quest’anno. Il 2021 sarà anche l’edizione della E-Regata, gare di barche elettriche con partecipanti da tutto il mondo, sempre nell’ambito del salone. Poi è arrivata la pandemia e tutto è rinviato al 2021, auspicando che il Green New Deal europeo dia al settore quell’impulso necessario per decollare.

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