Focolaio di Vicenza, i Nas indagano su contatti e movimenti dell'imprenditore Lino Fraron

Focolaio di Vicenza, i Nas indagano su contatti e movimenti dell'imprenditore Lino Fraron
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Lunedì 6 Luglio 2020, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 10:15

E adesso sul nuovo focolaio di Vicenza indagano i Nas, i carabinieri dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità. Perché sono un po' tante le contraddizioni. Troppi i silenzi, le omissioni, i riserbi. E non solo perché Lino Fraron, uno dei titolari della Laserjet di Pojana Maggiore, dopo un viaggio in Serbia e una capatina in Bosnia è tornato infetto e ora è ricoverato in gravi condizioni in rianimazione, additato dal governatore Luca Zaia con l'untore del nuovo focolaio in Veneto. Non solo perché l'imprenditore è stato, a detta dei sanitari, reticente, al punto da sostenere di aver partecipato a una cena di compleanno in una cantina privata a Gambellara con «venti persone» quando in realtà ce n'erano più di cento. E non solo perché anche le altre tre persone rientrate in auto con lui dalla Serbia sono risultate positive e con loro si è ammalata pure la padovana cinese che nella notte tra il 27 e il 28 giugno ha accompagnato Fraron al pronto soccorso.

Il punto è che sono tanti anche gli intrecci tra i contatti, a partire da quelli della signora cinese e delle sue attuali o pregresse attività lavorative: il report diffuso dalla Regione e redatto sulla base delle ricostruzioni fatte dai sanitari collega infatti alla signora cinese Lozzo Atestino e Agugliaro e Veggiano, tutti paesi nella zona di Vo', dove si è sviluppato il primo focolaio veneto, e si estende fino al Polesine, ad Adria. Così, dopo la segnalazione dell'Ulss 8 Berica alla Procura di Vicenza sul comportamento dell'imprenditore di Pojana Maggiore, la Regione Veneto avrebbe allertato anche i Nas perché venga fatta chiarezza su tutta la vicenda.


 

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CADONEGHE (PADOVA) Due sorelle cinesi, un marito italiano e un viaggio serale di 60 chilometri a cavallo tra la provincia padovana e quella vicentina.

Gli uomini del Dipartimento di Prevenzioni dell'Ulss Euganea e i colleghi dell'azienda sanitaria Berica hanno lavorato sodo per ricostruire la "pista" dei contatti legati all'imprenditore vicentino 64enne Lino Fraron .



DISCREPANZE
C'è discrepanza tra quanto affermato dalla Regione - il presidente Zaia che venerdì ha letto il report dei sanitari, quindi le affermazioni il giorno dopo del direttore dell'Ulss Giovanni Pavesi - e quanto dichiarato dalla famiglia dell'imprenditore di Pojana Maggiore. «Possiamo garantire - recita la nota che la famiglia Fraron e la direzione della Laserjet hanno pubblicato sul sito dell'azienda - che da domenica 28 a mercoledì 1 luglio (giorno del suo ricovero) Lino è rimasto in isolamento presso la sua abitazione. Confermiamo inoltre che durante quei giorni Lino ha avuto contatti con altre 3 persone, attualmente in isolamento; 2 delle quali hanno già il risultato del tampone fatto, che è negativo. Aspettiamo entro la giornata di lunedì l'ultimo esito del tampone dell'ultima persona che comunque resta in isolamento a domicilio». Il rapporto dei sanitari, quello reso noto venerdì all'Unità di crisi della Protezione civile, aveva dato conto di ben altri comportamenti da parte dell'industriale che avrebbe disatteso l'obbligo di isolamento continuando a intrattenere rapporti sociali: È stata da lui fornita una lista di contatti avuti tra il 23/06 e il 28/06 e la sera del 30/06, recita la nota della Regione, sottolineando quindi che, benché positivo, l'imprenditore non era rimasto solo chiuso in casa nemmeno la sera prima del ricovero. L'altro punto è che una volta tornati dalla Serbia i quattro non erano obbligati a mettersi in isolamento fiduciario, ma il vicentino doveva farlo appena emersi i sintomi influenzali correlabili al Covid e obbligatoriamente dopo il tampone risultato positivo.

 

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Il bollettino ha registrato il caso ieri sera: c'è un nuovo paziente ricoverato in rianimazione in Veneto, è all'ospedale di Vicenza ed è l'unico, dei 9 totali che si trovano in terapia intensiva, positivo al Coronavirus.




I CONTROLLI
La famiglia ha tenuto a precisare di non aver avuto contatti con Lino e l'azienda ha sottolineato di rispettare tutte le normative. Insomma, il comportamento dell'imprenditore non avrebbe nulla a che fare con la Laserjet. Le nostre aziende - recita la nota - hanno sempre rispettato tutte le precauzioni e attuato i protocolli anti-Covid, in maniera attenta e dettagliata. Non esiste alcun pericolo a riguardo di ciò. Ci stiamo attivando per dare un ulteriore messaggio di sicurezza e di certezza che non esiste alcun pericolo ulteriore di contagio, in quanto le persone potenzialmente coinvolte sono TUTTE (scritto in maiuscolo, ndr) in isolamento. Concludiamo smentendo ogni falsa notizia di coinvolgimento della famiglia Fraron al contagio del Covid-19 in quanto nessuno di noi ha avuto contatti con Lino da svariate settimane almeno».

Da oggi riprenderanno i tamponi su tutte le 117 persone coinvolte. Oltre ai 4 positivi - i tre colleghi/dipendenti che sono andati in Serbia di cui però pare solo due nella successiva toccata e fuga a Medjugorje e la donna cinese - ci sono i contatti che si estendono da Vicenza (52 persone) a Verona (37) e Padova (28). Finora i tamponi eseguiti (ma ne mancano ancora da processare) hanno dato esito negativo. Quello al maggiordomo dell'industriale dovrà essere ripetuto.
Al.Va.

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