Zaia in diretta oggi, nuova ordinanza in Veneto: test rapidi a scuola in caso di uno studente positivo. Mascherine obbligatorie all'aperto? «Per adesso no»

Zaia in diretta oggi: gli aggiornamenti sul contagio da Covid in Veneto
di Beatrice Mani
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Venerdì 2 Ottobre 2020, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 19:46

Luca Zaia in diretta oggi, venerdì 2 ottobre 2020: gli aggiornamenti sul Covid in Veneto e le misure adottate dalla Regione per fermare il contagio. Ieri è stata una giornata particolare per quanto riguarda l'andamento del virus: sono stati 360 i nuovi infetti registrati in Veneto, un'impennata determinata soprattutto dai due focolai nell'ex caserma Zanusso di Oderzo e alla Fincantieri di Marghera. Il governatore del Veneto è tornato a parlare ai cittadini su Facebook per annunciare una serie di novità importanti sul Coronavirus e la gestione dei futuri casi di infezione nelle scuole.

Innanzitutto il governatore ha annunciato l'arrivo di un nuovo test rapido di ultima generazione per individuare i pazienti positivi a Covid, il test è stato acquistato dal Veneto: «Il test rapido di nuova generazione sarà così sensibile che in futuro non servirà più il successivo test molecolare». Abbiamo chiuso la gara anche per altre regioni in Italia in merito a questa partita», ha puntualizzato il governatore Zaia, spiegando che «sarà utilizzato nelle scuole e in pazienti particolari». Il test è meno invasivo: «Questo apparecchio evita l'introduzione dello "stecco" del tampone in tutto il canale rinofaringeo ma solo nella fossa nasale. Li metteremo anche nei pronto soccorso», ha aggiunto il dottor Roberto Rigoli, primario del reparto di Microbiologia dell'ospedale di Treviso, rilevando che l'obiettivo è quello di «arrivare all'autosomministrazione del test» per individuare la presenza del virus. ​

Il governatore Zaia ha annunciato quindi l'arrivo in giornata di una nuova ordinanza che riguarda le scuole, una rivoluzione nell'approccio alla gestione dei casi di sospetto Covid all'interno degli istituti, come anticipato poco sopra. Il cambiamento è sostanziale: «Qualora vi sia un probabile contagio il test rapido antigene saranno i nostri operatori ad entrare nelle scuole per eseguire l'esame». Cambia anche la gestione di una eventuale quarantena, ma con un distinguo sostanziale fra gli alunni della scuola dell'Infanzia e del primo anno della primaria e quelli dal secondo anno della primaria in avanti.

Obbligo della mascherina all'aperto come sta succedendo in altre regioni? «Ad oggi no - ha affermato Zaia -, stiamo valutando i dati, per adesso non ne vediamo l'esigenza, ma non escludo che in futuro le cose cambino».


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Zaia in diretta: cosa ha detto

Ecco i principali argomenti toccati dal presidente Zaia e dagli ospiti oggi, durante la conferenza stampa dalla sede della Protezione Civile di Marghera. «Da lunedì iniziano tutte le mattine le riunioni del coordinamento nazionale, quindi da lunedì sarò di nuovo impegnato ogni giorno in videoconferenza», ha annunciato il governatore.

Il bollettino
Ci avviciniamo ai due milioni di tamponi, esclusi i test rapidi che sono 1.410.000. Positivi 28.087, +191 nelle ultime 24 ore. Il bollettino di ieri aveva opltre 300 nuovi contagi, «il fatto è spiegabile: sono stati caricati i dati dei risultati tutti insieme». I positivi sono 4.027, +62, in isolamento 9.858 cittadini, i ricoverati sono 234 (167 positivi e 67 negativi). In terapia intensiva sono ricoverate 29 persone, delle quali 7 negativi. I decessi sono 2.189. 176 pazienti sintomatici su 4.027 positivi, sono il 4,37%: il dato si muove, eravamo abituati a percentuali più basse, ma spesso ci sono positivi asintomatici al Covid. «Moltissimi testati sono asintomatici, alcuni hanno sintomi dell'influenza ma non del Coronavirus. Va preso in considerazione questo dato. I positivi su tutti i cittadini in isolamento sono il 40%», ha precisato ancora Zaia. (IL BOLLETTINO COMPLETO - LEGGI)
 

NUOVA ORDINANZA OGGI

«Oggi firmo un'ordinanza importante - ha spiegato Luca Zaia -: misure di prevenzione connesse alla ripresa dell'attività scolastica in presenza. I nuovi protocolli riguardano la gestione dei casi presunti Covid e di positività all'interno delle scuole. Prima di tutto faremo compilare un modulo di autorizzazione da parte dei genitori per poter entrare nelle scuole e fare direttamente noi i controlli, evitando alle famiglie di andare nei punti per eseguire i test. Nel momento in cui vi sia un caso positivo, saremo noi ad andare nella classe per eseguire i test rapidi. Invieremo alle scuole tutti i moduli, da domani ci attiveremo, chiaramente servirà il tempo tecnico di mettere in moto la macchina». Il cambiamento, tuttavia, non è inerente esclusivamente alla modalità e al luogo di esecuzione del test (esame rapido non invasivo e fatto direttamente in classe), ma anche quello che accade dopo, nel caso vi sia un caso positivo oppure negativo, e soprattutto a seconda della scuola, Infanzia o primaria, e a seconda della classe, primo anno della primaria e successivi.

COVID, LA NUOVA ORDINANZA DEL VENETO - SCARICA IL PDF
 

Scuole, cosa cambia

A partire dal secondo anno della scuola primaria «non si andrà più in isolamento fiduciario per 14 giorni se un compagno è positivo, ma una volta fatto il primo test rapido e verificata la negativizzazione di tutti i compagni di classe, si potrà rimanere in aula. Finora sono solo 187 i positivi nelle nostre scuole su un totale di oltre 707mila, siamo ben sotto l'1 per cento», ha ancora evidenziato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso del punto stampa. Si parte con i tamponi rapidi a scuola per evitare la quarantena di intere classi

In estrema sintesi ecco che cosa cambierà per studenti, insegnanti e operatori:
  • Quarantena per gli studenti - dal secondo anno della primaria in poi - non più a casa ma in aula
  • Test rapido direttamente in classe agli alunni
  • I test sono test rapidi di ultima generazione con un'elevata sensibilità

IL PROTOCOLLO OPERATIVO
A sintetizzarlo la dottoressa Francesca Russo, alla guida del dipartimento di Prevenzione della Regione Veneto. Si applica nelle scuole ad alunni, insegnanti e operatori. Due modi diversi di affrontare il caso di positività a seconda dell'età degli alunni e della classe di frequenza: il distinguo è fra i bambini dell'Infanzia e del primo anno di primaria, e poi i bambini dai 7 anni in su.

Caso positivo all'infanzia o in prima elementare: cosa succede
«Fino alla prima elementare (compresa), se abbiamo un soggetto positivo all'interno della classe, tutti vanno in isolamento, perché non possiamo garantire un comportamento che rispetti il distanziamento. Tutta la classe, quindi, va in quarantena».

Caso positivo dalla seconda in poi: come viene trattato
«Se invece il positivo è dalla seconda elementare in poi, allora  va valutato singolarmente. Abbiamo il referente Covid nell'istituto e nell'Ulss, occorre anche mappare i contatti all'interno della scuola. A questo punto i due referenti si mettono d'accordo per il test rapido sugli alunni della classe e in classe. Se non vi sono contagi gli alunni possono proseguire l'attività in aula, ma - e questo deve essere sottolineato - rafforzando le linee guida di prevenzione: mascherina mantenuta anche al banco (in condizione statica); vengono evitati i laborati, la ginnastica, tutte le attività che prevedono momenti senza distanziamento, compresa la ricreazione».

Cosa devono fare le famiglie
«In famiglia, nei 14 giorni nei quali possono apparire i sintomi, si deve tempestivamente comunicare l'eventuale comparsa, occorre monitorare la febbre ed evitare luoghi pubblici come piscine, palestre eccetera. A 14 giorni dal contatto con il compagno positivo al virus viene fatto un secondo tampone, per monitorare l'eventuale insorgenza di un caso secondario. Ci raccomandiamo che nei 14 giorni i bambini non vadano a trovare i nonni», ha sottolineato ancora la dottoressa Russo.

E se l'insegnante è positiva?
«Vale la stessa procedura. Se si tratta di una insegnante positiva che opera all'interno della scuola dell'Infanzia o del primo anno della primaria, allora va in quarantena tutta la classe. Vale anche la situazione opposta, ossia nel caso in cui sia un bambino ad essere positivo nella classe dove insegna una maestra: qualora il contagio avvenga nella scuola dell'infanzia o in una classe del primo anno della primaria, anche l'insegnante va in quarantena con l'intera classe». Per gli operatori scolastici invece scatta il test ripetuto, in modo da poter vigilare sull'eventuale comparsa del virus ma garantire la continuità lavorativa. Dalla seconda elementare in poi no.

Sospetti Covid e non sospetti Covid
Assenze a scuola, come ci si regola? «Nel caso in cui non ci si trovi di fronte a un sospetto Covid basterà la giustificazione normale. Qualora invece i sintomi siano presenti, occorrerà consultare il pediatra che deciderà se eseguire o meno il tampone, l'alunno potrà rientrare in classe a quel punto portando il risultato del test eseguito».
 

Nuovi test rapidi

«Sono stati approvati su nostra pressione e richiesta - ha ancora dichiarato il governatore del Veneto -. Facciamo gare aperte a consumo per acquistare i test rapidi. Se il test rapido è positivo si va a chiedere la conferma al tampone».  Il costo della macchinetta è di circa mille euro «ma con l'utilizzo dei device - precisa Rigoli - questa cifra viene abbattuta». Il suo utilizzo è già stato approvato dall'americana Fda «sia come strumentazione che come tipo di raccolta». Oltre ad avere «una sensibilità notevolissima», sottolinea Zaia, il test è pensato «per i bambini, dato che non ha l'invasività del tampone, e per i pazienti con terapia anticoagulante».



Test rapidi gratis ai medici
«Nell'ordinanza che firmerò oggi diamo gratuitamente i test rapidi a tutti i medici, compresi i pediatri, che vogliono fare parte della squadra. A test rapido positivo poi si andrà a fare il tampone molecolare, anche se ci sono ormai in circolazione test rapidi sempre più sensibili e affidabili», ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Come funziona il nuovo test rapido?
Prima in Italia, la Regione Veneto sta sperimentando con successo, un nuovo tipo di tampone rapido antigenico dotato di procedure estremamente semplici, di pressoché nulla invasività, di altissima attendibilità, in grado di dare l’esito in dieci minuti, senza dover processare il tutto in laboratorio, ma operando con un tampone e un piccolo apparato in qualsiasi ambiente, ivi compreso, in prospettiva, anche l’utilizzo in autosomministrazione.

La novità, che potrà rivoluzionare le attuali modalità di esecuzione dell’esame, è stata presentata oggi dal primario di microbiologia di Treviso e coordinatore delle microbiologie del Veneto, dottor Roberto Rigoli, nel corso del punto stampa del Presidente della Regione Luca Zaia (che si è sottoposto al tampone in autosomministrazione) in cui è stato fatto il punto sulla situazione del Covid-19 in Veneto.

Si utilizza un tamponcino di piccole dimensioni, che viene inserito semplicemente nella fossa nasale e roteato brevemente all’interno di entrambe le narici. Una volta estratto, il tampone viene inserito in una provetta dove si scioglie l’antigene e il contenuto viene analizzato da un apparecchio del costo di circa mille euro, che processa il tampone e ne dà l’esito in dieci minuti. Con il precedente tampone molecolare rinofaringeo si doveva entrare anche di dieci, dodici centimetri nella cavità nasale. «Questo ci consentirà – ha detto Zaia – di non restare aggrappati all’attività di laboratorio e di portare la diagnostica fuori dall’ospedale, praticamente ovunque, con la stessa garanzia di attendibilità del risultato. Non è poco – ha concluso – anzi è una rivoluzione». Si tratta a tutti gli effetti di un test rapido antigenico, modalità già validata anche dal Ministero della Salute italiano, motivo per cui gli esperti della Regione ritengono non sia necessaria una ulteriore valutazione a livello ministeriale.

 

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