È morta la pioniera delle donne chirurgo: rinunciò a diventare primario per curare i pazienti come medico di base

È morta la pioniera delle donne chirurgo: rinunciò a diventare primario per curare i pazienti come medico di base
di Fabrizio Cibin
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Mercoledì 2 Giugno 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 14:41

FOSSALTA DI PIAVE (VENEZIA) - È stata il primo medico chirurgo donna dell'ospedale di San Donà di Piave e stava per diventare anche il primo primario donna del reparto di Pediatria, carica cui ha rinunciato per lavorare come medico di base, in tempi in cui essere medico della mutua, come si diceva un tempo, voleva dire essere a disposizione anche di notte; e lei lo faceva con la passione e la dedizione della missione, anche quando era incinta.


SANITÀ IN LUTTO

Oggi la sanità tutta piange una grande dottoressa, Angiolina Sorio, morta a 84 anni. Originaria di Marostica, si era laureata a pieni voti in medicina e chirurgia all'università di Padova, dove aveva conosciuto il futuro marito, Rodolfo Gallo, affettuosamente per tutti il dottor Gallo, conosciuto nel territorio anche per il suo impegno calcistico: è stato medico sociale del Sandonà Calcio e creatore, coordinatore e promotore delle partite della Nazionale Italiana Medici, con incontri disputati anche all'estero.

Oggi è presidente onorario della sezione veneziana dell'Unione nazionale veterani dello sport. Da giovane, Gallo giocava per mantenersi gli studi.

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IL PRIMO IMPIEGO

Per entrambi è all'ospedale di Belluno, poi arriva una proposta dal nosocomio di San Donà e così decidono di trasferirsi, con la residenza a Fossalta di Piave. Entrambi lavorano a fianco del dottor Giorgio Mazzanti, venuto a mancare nel 2016, considerato pioniere della chirurgia nel Veneto Orientale. Dopo cinque anni circa, il dottor Gallo apre un'attività ambulatoriale indipendente e la dottoressa Sorio diventa medico di base, professione che le consentiva di conciliare meglio gli impegni familiari (aveva già due figlie piccole) con quelli professionali.


I RICORDI

«Ci raccontava sempre riferisce la figlia Erica che allora il lavoro di medico di base era diverso, richiedeva la reperibilità notturna. Una volta in piena notte, incinta di me, dovette uscire per un incidente. Affrontava sempre tutto con grande entusiasmo». La primogenita Alessandra è diventata a sua volta medico di base e anche la nipote Silvia sta studiando Medicina. Lascia, oltre ad Alessandra ed Erica, i figli Francesca e Attilio. «Siamo molto orgogliosi di nostra mamma - il loro pensiero - è stata un modello di donna che ha saputo conciliare la famiglia con il lavoro, per lei il modo per essere utile alla comunità». I funerali domani, alle 16.45, nella chiesa di Fossalta di Piave dove oggi, alle 19.15, sarà recitato il rosario. Tanti i messaggi lasciati sui social e tutti seguono un filo conduttore: il grazie a una grande donna e grande medico. «Se ne è andato un pezzo di storia della nostra sanità - ha commentato il direttore generale dell'Ulss4, Mauro Filippi - un medico che ha espresso in modo esemplare i valori propri di chi fa questo che è molto di più di un lavoro».

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