Maltrattamenti in casa di riposo: sputi, pugni, frustate e piedi legati. Gli anziani chiedevano pietà

La casa di riposo di San Donà di Piave
di Nicola Munaro
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 09:56

VENEZIA - Si lamentavano. Davano qualche pizzicotto per cercare di difendersi. O, incapaci di comprenderne il motivo, chiedevano: «Perché mi hai dato i pugni?».
Sono le intercettazioni audio-video a dare la dimensione dell'orrore nel Reparto Viola della residenza per anziani "Monumento ai caduti" di San Donà dove ieri mattina (la cronaca a pagina 11 del fascicolo nazionale, ndr) sono stati arrestati quattro operatori socio sanitari: Fabio Danieli, 47 anni, e Maria Grazia Badalamenti, 62 anni, coppia nel lavoro e nella vita, ora entrambi in carcere; Anna Pollazzon, 60 anni, e Margie Rosiglioni, 71 anni, messe ai domiciliari. Vivono tutti e quattro a San Donà, dov'era domiciliato anche Davide Barresi, 54 anni, catanese, in cella a Venezia da novembre 2022 e accusato non solo di maltrattamenti come i quattro arrestati e altri quattro Oss soltanto indagati, ma anche di violenza sessuale aggravata nei confronti di tre anziane in meno di un mese.

LE INTERCETTAZIONI
Nel tentativo di ribellarsi, gli anziani provavano a spaventare gli operatori socio sanitari: «Ho chiamato i carabinieri» dice una donna dopo essere stata picchiata dalla coppia Danieli-Badalamenti appena entrati nella sua stanza. Un tentativo strenuo di difesa mentre loro due la vessano. Danieli - si legge nell'ordinanza - le tappa la bocca per otto secondi e lei dice «Perché mi ha dato un pugno?», prima che l'operatore le torca la mano destra. Ad un'altra paziente vengono tirati i capelli: poco prima, invece, i due operatori erano accondiscendenti mentre la medicavano di fronte ai suoi parenti. Salvo poi, uscita la figlia dell'anziana, picchiarla e dirle «Racconti pure le bugie a tua figlia».
I quattro operatori arrestati - accusati in concorso per vari episodi contestato dal 2019 fino ai giorni - facevano sbattere la testa di una donna contro la testiera del letto.

Momenti in cui le vittime "urlano continuamente", si legge nell'ordinanza del gip mentre i dipendenti della struttura coinvolti nell'indagine si divertono. Anche quando Danieli colpisce una paziente con due colpi di karate alla schiena. "È significativo - scrive il giudice riportando le intercettazioni- ascoltare le risate degli operatori mentre la paziente si lamenta del dolore, fatto dimostrativo anche in questo caso dell'assoluto disprezzo per la vittima e addirittura del godimento provato nel sentirla lamentarsi".

LE FRUSTATE
Oltre ai pasti non dati, agli sputi in volto agli anziani sporchi sulla bocca e alle minacce («potevi fare meglio ma non morire quando ci sono io», dice Danieli a una donna che, mangiando, si stava ingozzando) c'è la violenza dell'8 dicembre 2022. Fabio Danieli e Maria Grazia Badalamenti stanno curando un paziente: «Cosa vuoi, farmi morire?» gli dice l'uomo mentre lui lo spoglia con violenza. E l'Oss reagisce: gli toglie una scarpa, lo colpisce con forza in volto tanto che l'anziano replica «non così, non farmi male» e la telecamera immortala del sangue uscire dal corpo dell'ospite della struttura. «Mi hai fatto male, aiuto - gli dice - Mi hai rotto il naso». Arrabbiato, Danieli estrae un portachiavi con un laccio e lo frusta sulla gamba: «Mi hai rotto i c......i nonno». Per poi colpire con una frustata anche il compagno di stanza dell'anziano per poi sferrare "ormai senza più freni inibitori" (riporta l'ordinanza) Danieli sferra tre pugni sulla testa di un altro ospite.

IL GIUDICE
Episodi continui come versare acqua nella bocca di un'anziana che stava dormendo o offendendo chi si era sporcato. Azioni commesse, secondo il giudice per le indagini preliminari, con "sprezzo e insensibilità dimostrata nei confronti delle sofferenze e invocazioni delle vittime" colpite se si lamentano di quanto subìto. Violenze che sono proseguite fino alle scorse settimane, come testimoniato dalle note inviate in procura e ai carabinieri dal direttore della struttura, Maurizio Padoan. Eccolo, quindi, il "pericolo di reiterazione del reato molto grave e intenso - dipinge il gip - con modalità particolarmente efferate: i due non sono in grado di autocontrollarsi trattandosi di soggetti del tutto privi di qualsivoglia remora a delinquere, avendo gli episodi dimostrato un loro godimento nel provocare sofferenze alle vittime infermi. Vendicativi" per cui solo il carcere può bloccare pressioni su colleghi che ora diventeranno testimoni.
 

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