Coronavirus. In spiaggia con il figlio, redarguita dai volontari

In spiaggia con il figlio, redarguita dai volontari
di Diego Degan
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Sabato 16 Maggio 2020, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 14:12

Con l'imminente fine del lockdown e l'inizio della Fase 2, è tempo di bilanci anche per il lavoro svolto dalla Polizia Locale e dalla Protezione civile che hanno operato fianco a fianco nei controlli per il contenimento dell'epidemia e nella distribuzione dei dispositivi di protezione. La Polizia locale ha controllato 2501 persone fisiche e 1660 esercizi commerciali e contestato 70 violazioni ai Dpcm e alle ordinanze in materia. La Protezione Civile ha già distribuito, ed ha in corso di ulteriore distribuzione, oltre 190 mila mascherine, sia per i nuclei familiari residenti in città che per strutture e uffici che svolgono attività essenziali. 

I DATI
Nel bimestre, i mezzi della Polizia Locale e della Protezione Civile hanno percorso 30mila km per il controllo di tutto il territorio, comprese tutte le frazioni, la spiaggia e la diga foranea, diffondendo continuamente con gli altoparlanti messaggi alla popolazione. Un lavoro complesso e intenso che, talvolta, è sfociato anche in qualche incomprensione, come quella che, pochissimi giorni fa, ha riguardato una mamma di Padova che era arrivata in spiaggia con il figlio disabile. 

LA POLEMICA
«Mio figlio racconta la donna ha 17 anni, ma ne dimostra 12. Nella vita quotidiana comunica pochissimo, a gesti e con il tatto, ma quando lo porto al mare migliora sensibilmente: è più tranquillo, ha lo sguardo più vivace. Sta bene, insomma. Per portarlo fuori casa ho un certificato medico che ho fatto fare appena è stato possibile. Qualche giorno fa, ignara che la spiaggia fosse chiusa, l'ho portato a Sottomarina. Non c'erano né cartelli, né avvisi e siamo andati a fare due passi in riva al mare e poi ci siamo seduti sulla spiaggia. Ad un cero punto è arrivata una macchina bianca della Protezione civile, da cui è uscito un uomo che, urlando, ha cominciato a dire che lì non potevo stare, che se fossero arrivati i carabinieri mi avrebbero arrestato (incrociava i polsi facendo il segno delle manette) e che dovevo andarmene subito. E' andato avanti diversi minuti urlando e sovrastandomi senza lasciarmi parlare e quando sono riuscita a dire che mio figlio era disabile e che avevo un certificato per accompagnarlo all'aperto, mi ha risposto io non so niente di queste cose, deve andare via di qui». Un'esperienza poco piacevole della quale la donna, comunque, non serba rancore. «Ce ne siamo andati, ma lo avremmo fatto comunque, perché, ormai, si era levato un po' di vento freddo. Non ho capito ancora fino a che punto io fossi in torto, ma credo che lui avrebbe potuto usare altri toni». Ora l'accesso alla spiaggia è libero e la signora assicura che, a Sottomarina, ci tornerà ancora: «mi ci trovo bene e credo che il volontario della Protezione civile fosse solo un po' stanco e stressato». 
Diego Degan 

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