A Nordest l'invasione delle specie aliene: non solo nutrie, anche topo muschiato, scoiattolo giapponese, oca egiziana, procione...

A Nordest l'invasione delle specie aliene
di Maurizio Bait
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Martedì 21 Giugno 2022, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 11:00

UDINE - La nutria, il topo muschiato e altri visitors. Ma poi una messe di specie vegetali. Animali e piante con un denominatore comune e insidioso: sono invasive sul territorio del Friuli Venezia Giulia, rappresentano una minaccia per la biodiversità e talora possono comportare serie conseguenze anche per la salute dell'uomo. La Giunta regionale ha appena aggiornato la propria strategia per il contrasto di tali specie invasive, che si basa su una molteplicità di azioni praticabili in ragione delle risorse umane e tecniche disponibili. Ma si sa già in partenza che i risultati non potranno, per natura, essere completi. Il provvedimento, varato dalla Giunta Fedriga su proposta dell'assessore alle risorse agricole e forestali Stefano Zannier, si muove nel solco di precise norme europee: nel vecchio continente sono state censite oltre 12mila specie animali e vegetali esotiche, giunte sul territorio del Fvg in forma autonoma e naturale o, spesso, a causa di trasferimenti causati dall'uomo in modo deliberato o magari accidentale.


Di tali 12mila specie, il 10-15% - secondo i dati riportati dal piano regionale sono da considerare invasive, in altre parole sono in grado di riprodursi ed espandersi rapidamente a scapito delle specie autoctone e pertanto possono causare seri danni alla biodiversità, alla salute umana, alle colture agricole o ai manufatti.

Per capire le dimensioni di questi fenomeni, occorre considerare che soltanto in Europa i sono stimati in oltre 12 miliardi di euro all'anno, pari a circa il 5% dell'economia globale. E siccome non c'è limite al peggio, si legge nel piano che negli ultimi decenni, con l'aumento dei flussi commerciali e turistici, tale fenomeno sta sensibilmente incrementando (negli ultimi 30 anni le specie esotiche sono cresciute del 76% in Europa e del 96% in Italia), assumendo talvolta le caratteristiche di un'emergenza territoriale. Ma perché ciò accade? Secondo i tecnici della Regione Fvg una parte di colpa va attribuita alle varie tipologie di disturbi causati dalle attività antropiche che, alterando l'integrità degli ecosistemi, creano le condizioni favorevoli al loro insediamento, peraltro molto più veloce ed efficiente rispetto a quello delle specie autoctone. La missione regionale, che si ispira a un sano pragmatismo del possibile, è mettere in gioco norme tese ad evitare ulteriori ingressi e diffusione di specie esotiche invasive nei Paesi dell'Unione europea, chiarisce l'assessore Zannier. Ma come farlo? Attivando restrizioni, sistemi di rilevamento precoce ed eradicazione nonché strategie per il controllo anche delle specie già ampiamente diffuse, è l'eterogenea risposta.


Specie invasive, quali sono?


Ma vediamo il quadro relativo agli animali considerati invasivi, cominciando dalle nutrie: all'inizio, attorno agli anni Ottanta, erano presenti in Fvg nella sola Valle delle Noghere, alla periferia sud-orientale di Trieste. Attualmente, invece, si sono diffuse sull'intero territorio regionale, eccezion fatta per le aree a quote più elevate. La Regione sottolinea che questo animale rappresenta una seria minaccia alla conservazione di ecosistemi naturali e un grave problema per la funzionalità del reticolo idraulico. Cosa si è fatto fino ad oggi? Dal 2014 sono in atto azioni di contenimento con un prelievo annuo stimato di circa 1.200 esemplari, prevalentemente nelle province di Pordenone e Udine, precisa la Regione. Di più, è in vigore un piano triennale di eradicazione che sta comportando una media di 1200 prelievi all'anno. C'è poi il topo muschiato, che secondo i tecnici è presente presumibilmente con non molti individui nel bacino del Natisone e sulle colline vicino a Buttrio. A sua volta lo scoiattolo giapponese è stato sporadicamente rinvenuto nel territorio regionale in diversi siti in anni non recenti, ma verosimilmente si trattava sempre di esemplari fuggiti alla cattività e non acclimatati. E il cane procione? Sì, c'è anche lui, con tanto di prova: meno di due anni fa, era l'agosto 2020, è stato filmato mediante fototrappola nel territorio comunale di Campolongo-Tapogliano. Ma si tratta di un animale molto elusivo, visto che da allora le ricerche non hanno sortito rinvenimenti di tracce. Fra i volatili, in cima alla lista degli invasivi si piazzano l'ibis sacro e l'oca egiziana, presenti nella Bassa, mentre un ruolo tutto particolare spetta alla testuggine palustre americana: le condizioni che tale animale trova in regione non favoriscono la proliferazione naturale, tuttavia il numero crescente di individui va imputato a continui rilasci, volontari o accidentali, da parte dell'uomo. Fra gli anfibi ancora nella Bassa si trova la rana toro. Non manca un invasivo per eccellenza, il gambero rosso della Lousiana, al pari di alcune specie ittiche come il persico sole e la Pseudorasbora.

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