CONEGLIANO - Padre e figlio accomunati dalla passione per il mare e per la nautica. Non solo le imbarcazioni a motore: Stéphane, in particolare, aveva conseguito anche la patente di vela. Ed era proprio quello il suo sogno, nonostante i problemi motori che lo tormentavano dopo un terribile incidente d'auto: solcare i mari al timone di una barca a vela. Ma assieme al padre Vittorio, aveva virato per il gozzo da pesca, con il quale, con cadenza costante, usciva al largo di Caorle già dallo scorso marzo, quando la famiglia aveva acquistato Gaia, l'imbarcazione inabissatasi nella tarda mattinata di ieri al largo di Duino, nel golfo di Trieste. «È meno impegnativa di una barca a vela» gli aveva detto il genitore. Il 51enne lavorava alla filiale di Orsago della Banca della Marca. Ma ogni fine settimana la passione marinaresca portava lui e l'anziano padre sul litorale veneziano, dove durante l'estate avevano preso confidenza con la nuova imbarcazione.
LA PASSIONE
Il mare era un'occasione per stare assieme, dopo tanti anni di lavoro e sacrifici: Vittorio Verongalli era stato un imprenditore di successo, nel ramo tessile, e viveva con la moglie e con lo stesso Stéphane a Monticella, in uno dei quartieri più belli della città. Ma ieri mattina quella passione ha tradito entrambi. Anche se il naufragio potrebbe essere stato causato da un'avaria, di certo le condizioni meteo non consigliavano di uscire in mare, né tanto meno di affrontare un trasferimento non certo complicato con mare e vento favorevoli ma sicuramente insidiose viste le raffiche di vento dei giorni scorsi, in cui tra l'altro erano state annullate, causa bora, delle regate previste nel golfo di Trieste, proprio tra Monfalcone e Sistiana, dove si sarebbe inabissata l'imbarcazione.
TRADITI DAL GOLFO
Forse padre e figlio non si erano resi conto di quanto fosse proibitivo il tentativo di raggiungere i cantieri di Monfalcone prima di aver superato Bibione.