«Non conosco Franco Antonello e non l'ho mai neppure incrociato, ma l'ho sempre guardato da lontano con un misto di affetto e ammirazione - scrive la nota blogger - Ricordo quando l'ho visto con suo figlio Andrea a "Le invasioni barbariche" anni fa e ho pensato che la storia di un disturbo come l'autismo che rende così difficile la comunicazione, era riuscita a comunicare tanto e qualcosa che andava al di là del rapporto di un genitore con un figlio autistico. Era riuscita a parlare di genitori e figli, di paura, d'amore, di viaggi e di recinti da buttar giù».
LA TRAGEDIA DI UN PADRE
Oggi però la situazione è molto diversa, perchè c'è poco in questa situazione che possa essere risolto grazie alla volontà e all'energia incrollabile di papà Franco. «Non so cosa si possa dire a un uomo che sta vivendo questo strazio. Forse nulla. Ho letto giudizi impietosi sul figlio che era stato fermato con una canna, sulla patente ritirata, su quella sosta in discoteca prima di tornare a casa. Tutto questo mentre il figlio lotta tra la vita e la morte e la sua fidanzata non c'è più». La Lucarelli riflette su come tanta gente possa avere la certezza che i propri figli siano meglio degli altri, sappiano stare lontani dalle lusinghe e dai pericoli del mondo. E si chiede come sia possibile inchiodare una famiglia a giudizi così definitivi mentre le indagini sono ancora in corso.
«Nel pacchetto già molto leggero delle mie certezze non c'è nulla che mi regali l'orgoglio tronfio della madre convinta che suo figlio non si farà mai una canna, che non correrà in macchina, che non farà un numero imprecisato di sciocchezze o di errori madornali. Bisogna solo sperare di essere più fortunati di altri. E quella fortuna non è quasi mai un figlio che non fa nulla di tutto questo - conclude la blogger e scrittrice - ma un figlio a cui andrà bene, nonostante errori, imprudenze e leggerezze».
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