Tragedia di Giulia, l'abbraccio di Selvaggia Lucarelli: «Troppi giudizi spietati»

Tragedia di Giulia, l'abbraccio di Selvaggia Lucarelli: «Troppi giudizi spietati»
di Elena Filini
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Martedì 5 Novembre 2019, 05:04 - Ultimo aggiornamento: 12:51
CASTELFRANCO - Può una vicenda complicata e dolorosissima, che ha devastato due famiglie, diventare nuova linfa per i social? In molti si interrogano oggi sulla vicenda che vede coinvolti Alberto Antonello, secondogenito di Franco e la povera Giulia Zandarin, la figlia del commercialista Alessandro Zandarin morta sabato notte in un incedente stradale. Ognuno ha le risposte, sa dove mettere i buoni e i cattivi. Ecco che allora una persona che nel marcio del web ha sempre messo la mano con coraggio, ha deciso di dire la sua. Dopo le parole di conforto delle Iene, ieri Franco Antonello ha raccolto l'abbraccio virtuale, ma umanissimo di Selvaggia Lucarelli.
«Non conosco Franco Antonello e non l'ho mai neppure incrociato, ma l'ho sempre guardato da lontano con un misto di affetto e ammirazione - scrive la nota blogger - Ricordo quando l'ho visto con suo figlio Andrea a "Le invasioni barbariche" anni fa e ho pensato che la storia di un disturbo come l'autismo che rende così difficile la comunicazione, era riuscita a comunicare tanto e qualcosa che andava al di là del rapporto di un genitore con un figlio autistico. Era riuscita a parlare di genitori e figli, di paura, d'amore, di viaggi e di recinti da buttar giù».
LA TRAGEDIA DI UN PADRE
Oggi però la situazione è molto diversa, perchè c'è poco in questa situazione che possa essere risolto grazie alla volontà e all'energia incrollabile di papà Franco. «Non so cosa si possa dire a un uomo che sta vivendo questo strazio. Forse nulla. Ho letto giudizi impietosi sul figlio che era stato fermato con una canna, sulla patente ritirata, su quella sosta in discoteca prima di tornare a casa. Tutto questo mentre il figlio lotta tra la vita e la morte e la sua fidanzata non c'è più». La Lucarelli riflette su come tanta gente possa avere la certezza che i propri figli siano meglio degli altri, sappiano stare lontani dalle lusinghe e dai pericoli del mondo. E si chiede come sia possibile inchiodare una famiglia a giudizi così definitivi mentre le indagini sono ancora in corso.
«Nel pacchetto già molto leggero delle mie certezze non c'è nulla che mi regali l'orgoglio tronfio della madre convinta che suo figlio non si farà mai una canna, che non correrà in macchina, che non farà un numero imprecisato di sciocchezze o di errori madornali. Bisogna solo sperare di essere più fortunati di altri. E quella fortuna non è quasi mai un figlio che non fa nulla di tutto questo - conclude la blogger e scrittrice - ma un figlio a cui andrà bene, nonostante errori, imprudenze e leggerezze».
 
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