L'ultimo sms della modella Sara Pegoraro all'amica del cuore: «Aiutami, devo andare al centro dipendenze»

Sara Pegoraro modella di 26 anni morta per overdose a Villorba
di Maria Elena Pattaro
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Mercoledì 29 Giugno 2022, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 11:47

VILLORBA - Una richiesta di aiuto velata, all'amica del cuore, il giorno prima di iniettarsi la dose fatale. «Mi aveva chiesto di accompagnarla al Serd per una ricetta ma io quel messaggio vocale l'ho ascoltato quando era ormai troppo tardi. Col senno di poi quello era forse un sos che non sono riuscita a cogliere. Se quando sono andata a trovarla mi avesse detto "Stasera ho paura di ricascarci non l'avrei lasciata sola neanche un attimo, l'avrei sorvegliata a vista"». C'è dolore e rammarico nelle parole di Serena, l'amica del cuore di Sara Pegoraro, la modella di 26 anni, trovata morta nella sua casa di Villorba. Uccisa da un'overdose di eroina dopo che aveva sfiorato la morte per ben due volte in poche ore ma era stata miracolosamente salvata dalla madre e dai sanitari del 118. Il messaggio vocale di cui parla Serena è di giovedì, il giorno prima della tragedia. «Nella fretta non avevo avuto modo di ascoltarlo. Quel giorno poi ci siamo viste di persona: sono passata a trovarla ma non mi ha detto nulla a riguardo - prosegue l'amica -. L'ultimo ricordo che ho di lei è un abbraccio fortissimo a me e alla mia bimba, di appena sei mesi, che ora crescerà senza la zia acquisita».


L'INCHIESTA
La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per morte in conseguenza di altro reato per fare piena luce sul decesso della 26enne. Il sostituto procuratore Anna Andreatta, titolare dell'indagine, ha disposto le analisi del sangue per avere la conferma sul tipo di sostanza di cui la ragazza avrebbe fatto uso e in quale quantità. Da una prima ricostruzione il decesso sarebbe stato provocato appunto da un'overdose. Di eroina. Saranno i risultati delle analisi a chiarire se lo stupefacente fosse tagliato male o se la 26enne ne abbia assunto una dose eccessiva - più o meno volontariamente - che ne ha provocato la morte. Uno scenario che innesca la caccia al pusher. Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di Treviso, intervenuti a casa della vittima la sera del ritrovamento, insieme ai sanitari del 118. È stata la madre a lanciare l'allarme quando ha trovato la figlia esanime nella loro casa di Villorba. I soccorsi sono stati tempestivi ma per Sara ormai non c'era più niente da fare. Il miracolo della sera prima, quando la 26enne è stata salvata per un soffio da un'altra overdose, non si è purtroppo ripetuto. Anche la mattina stessa la ragazza era stata provvidenzialmente soccorsa vicino al supermercato Aldi di viale della Repubblica, a Treviso, per un malore riconducibile sempre alla sua dipendenza. La morte, sfiorata per ben due volte in poche ore, alla fine se l'è portata via. Bellezza magnetica, fisico statuario e una passione che l'ha spinta a vivere a mille ogni singolo attimo, tra scatti sensuali, viaggi esotici e il brivido dei motori (la moto da enduro e il go kart). «Sara era come una bomba: esplosiva! Era impossibile restarle indifferenti, lasciava sempre una traccia» - racconta Serena.

Ma la 26enne era anche un'anima fragile, caduta nella trappola della tossicodipendenza, da cui aveva tentato di uscire. «Speravamo che potesse farcela. Forse non abbiamo insistito abbastanza per convincerla a entrare in una comunità - racconta l'amica - Non voleva perché era convinta che così avrebbe rinunciato alla sua libertà». Invece le catene erano altre. «Il difficile non è raggiungere qualcosa ma liberarsi nella condizione in cui si è» - scriveva Sara l'11 giugno sul suo profilo Facebook. La modella lascia i genitori e un fratello. 

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