Green pass per riaprire il Palaverde al pubblico: «Ma il 25% della capienza è poco»

Il Palaverde deserto nell'ultima stagione
di Mattia Zanardo
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:37

TREVISO - Green pass per tutti, addetti ai lavori e spettatori, per poter riaprire in sicurezza il Palaverde e gli altri palasport d’Italia. Treviso Basket, insieme alle consorelle della Serie A di pallacanestro, chiede di adottare il “passaporto verde” come strumento privilegiato per consentire una maggior presenza di pubblico alle partite, di certo oltre il 25% della capienza massima stabilita dal governo. Non solo, le società cestistiche propongono un controllo ancor più rigoroso di quanto attualmente previsto: potrà entrare chi ha già ricevuto la doppia dose di vaccino o è guarito dal Covid 19, non chi esibisce solo un tampone negativo. E proprio per dare ulteriore impulso alla campagna di somministrazione sono pronte a schierare, come testimonial, i propri tesserati. Il recente decreto del governo Draghi, che fissa ad un quarto del potenziale il limite di pubblico negli impianti al chiuso in zona bianca (in gialla non si potrà andare in ogni caso sopra le mille presenze), è calato come una mazzata sul mondo dei canestri (ma anche della pallavolo). Umberto Gandini, presidente della LegaBasket, l’organismo che riunisce i club di A, al termine dell’assemblea di lunedì ha ribadito come «con la capienza al 25% il campionato è a rischio». Paolo Vazzoler, numero uno di Tvb, conferma: «E’ un ossimoro richiedere il green pass e poi porre il paletto del 25%. Ad altri sport, come il calcio, sono state concesse percentuali molto più vicine alle medie di riempimento, ma per il basket le presenze sono molto più elevate, Treviso stessa è una delle piazze che riempie maggiormente il palazzetto. La quota del 25% non è sostenibile economicamente, per club per i quali il botteghino è fondamentale».

LA PREOCCUPAZIONE

Specie dopo più di un anno e mezzo in cui, di fatto, si è giocato a porte chiuse. A poco più di un mese dall’inizio della nuova stagione, Vazzoler sottolinea la preoccupazione diffusa: «Così non si può fare campagna abbonamenti, né programmazione, perchè non c’è alcuna certezza sul futuro». La questione non è avviare una trattativa sulle percentuali di ingressi: «Chiediamo di essere ascoltati e di poter illustrare quanto abbiamo messo a punto per prevenire i contagi». Sia chiaro: nessuno nega che la situazione sia ancora critica e si debba prestare la massima attenzione: «Io e tutti gli altri in Legabasket siamo ben lungi dal pensare che sia tutto finito e dall’affrontare la cosa con leggerezza. Anzi, abbiamo caldeggiato la necessità di certificato di vaccinazione o guarigione per squadre, staff e pubblico. La stagione scorsa, pur sottoposti ai tamponi, si è contagiato oltre il 60% dei giocatori. I picchi si sono verificati soprattutto dopo partite all’estero, in palazzetti in cui c’era molto pubblico senza controlli. E siamo pronti a fare ogni campagna per sostenere la vaccinazione, mettere a disposizione giocatori, tecnici e dirigenti come testimonial».

PRIMO TEST

Treviso Basket, tra il 13 e il 17 settembre, ospiterà il torneo di qualificazione alla Basketball Champions League, con altre cinque squadre europee. Una soddisfazione, ma anche un impegno organizzativo non da poco, assunto soprattutto «per regalare ai nostri tifosi qualche occasione di basket in più, dopo tutte quelle perse nell’ultimo anno e mezzo». Per questo, poterli avere al Palaverde sarebbe ancora più essenziale.

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