Pioggia e grandine flagellano la Pedemontana: ko il 90% dei vigneti

Grandine sui vigneti
di Laura Bon
4 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Luglio 2021, 11:28

CAVASO /PEDEROBBA - L’inferno si è ripresentato puntuale, per il terzo giorno consecutivo, attorno alle 17.30 di ieri. Portando con sé, oltre al vento, la grandine. È stato così che i centri della Pedemontana, già messi in ginocchio dalle intemperie di inizio settimana, sono dovuti tornare a fare la conta di alberi caduti e vigneti danneggiati, mettendosi subito all’opera per sistemare i danni. E ora più d’uno pensa di chiedere lo stato di calamità. Particolarmente toccata, ieri, l’area fra Cavaso, Possagno e Pederobba, dove è arrivata, ancora una volta, anche la grandine, che ha imbiancato campi e giardini. Ma ha anche inferto l’ennesima ferita alle colture. «Soprattutto a Cavaso -spiega Rosanna Bortolon referente di zona della Coldiretti- buona parte dei vigneti è stata danneggiata. Parliamo di una percentuale che oscilla fra il 60 e il 90%».

AREA FLAGELLATA
Per questo il Comune di Cavaso è orientato a chiedere lo stato di calamità. Si sta valutando in quale forma specifica, poi invieremo la modulistica ai soci. Gli ultimi tre giorni del resto hanno flagellato la zona, sempre alla stessa ora, con grandine e vento». Ciò non significa, comunque, che i raccolti siano persi. «Raffiche di vento come quelle di questi giorni -precisa Francesco Faraon, sempre della Coldiretti- abbattono i pali che sorreggono le viti e danneggiano le serre dove ci sono colture specializzate. Così bisogna correre ai ripari per non perdere il raccolto. Le piante, però, reggono». Diverso, ovviamente, l’effetto della grandine. In tutta la zona, non si contano del resto gli alberi caduti, come anche a Pederobba, dove il maltempo si è abbattuto soprattutto ieri. In via Sant’Anna un albero si è appoggiato a un’abitazione e, come spiega il sindaco Marco Turato, «in tutte le frazioni si segnalano alberi a terra, vigneti danneggiati, comignoli caduti». In particolare, i grossi rami di un albero sono caduti dal giardino di una casa privata in una baracca in lamiera, distruggendola. Sul posto per rimuovere le ramaglie sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Asolo.

Altri alberi sono caduti nel territorio di Pederobba, soprattutto nei parchi delle frazioni di Covolo e Onigo.

QUANTIFICAZIONE DEI DANNI
Intanto, anche Asolo, dove i danni non sono ancora stati quantificati ma ammontano a centinaia di migliaia di euro, ha già deciso di chiedere lo stato di calamità. In prima fila, fra gli stabili danneggiati, la chiesa di Villa d’Asolo, parzialmente scoperchiata dal vento di martedì. «Al momento non l’abbiamo dichiarata inagibile -dice il primo cittadino Mauro Migliorini- poi si vedrà. Bisognerà capire fra l’altro se in connessione con i problemi alla copertura, sia stato danneggiato anche l’organo». Ma, dopo l’analisi di ieri, la lista dei danni si è ulteriormente allungata. Innumerevoli alberi e rami caduti lungo il sentiero degli Ezzelini, danneggiato il tetto della sede della Protezione civile, in frantumi, per le raffiche di vento, una finestra della palestra di villa d’Asolo, ma anche la sede della bocciofila. Insomma, interventi da fare per sistemare tutto ce ne sono un po’ ovunque. Non sarebbe invece legato al maltempo il crollo verificatosi nel tardo pomeriggio di ieri in un’abitazione fatiscente in via Ospedale a Montebelluna, che era disabitata. 

ALMENO 10 INTERVENTI
In tutta la Marca, peraltro, in connessione con il fortunale di metà pomeriggio, ieri si sono segnalati problemi che hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, autori di una decina di operazioni. In particolare, sono intervenuti a Olmi per la vetrata pericolante in un’abitazione privata mentre a Quinto in via Zagaria, un albero è caduto a terra e ha tranciato un cavo dell’alta tensione. Ancora una volta, quindi, le vie sono rimaste senza corrente. Messa in sicurezza l’area, si è continuato poi con il taglio e la rimozione di altri alberi caduti nelle vie limitrofe. Grandine a macchia di leopardo anche in tutta la Sinistra Piave. Una vera ecatombe.
<QM>Laura Bon
© RIPRODUZIONE RISERVATA 

© RIPRODUZIONE RISERVATA