Finti vaccini ai bambini, la mamma racconta di quella strana puntura. Il giallo della collega "fantasma"

Finti vaccini ai bambini, la mamma racconta di quella strana puntura. Il giallo della collega fantasma
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Mercoledì 7 Aprile 2021, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 09:13

SPRESIANO - Nuova udienza e altri testimoni sono sfilati ieri a Udine, nel corso del processo a carico dell'assistente sanitaria di Spresiano Emanuela Petrillo, sospettata di aver finto di somministrare le vaccinazioni a circa 8mila pazienti, soprattutto bambini, tra il 2009 e il 2016, prima nel Medio Friuli a Codroipo, San Daniele e Udine e poi nell'Usl 2 di Treviso. Non si è presentata in udienza Silvia Pol, l'infermiera che ha assistito la Petrillo nel corso delle sedute di vaccinazione e, viste le continue e reiterate assenze, il giudice ha deciso per il suo accompagnamento coattivo nel corso della prossima udienza in quanto teste chiave. Lei è la prima che si è accorta che restavano intere fiale piene di liquido vaccinale. È stata poi sentita la responsabile del laboratorio di Microbiologia del Ca' Foncello dove sono state conservate le provette prelevate dai carabinieri del Nas per essere analizzate, che ha confermato la corretta conservazione dei reperti.


I TESTIMONI

È stata, quindi, ascoltata una mamma di un bambino sottoposto a presunta vaccinazione il 6 aprile del 2016. Ha riferito che il suo piccolo, a differenza della sorella che era stata vaccinata precedentemente, non aveva pianto al momento della puntura, inoltre, sotto al cerotto non presentava alcun rigonfiamento o altri segnali tipici di un'avvenuta vaccinazione e, infine, non aveva sviluppato alcun sintomo al siero, quale la febbre, come era invece accaduto alla sorella.ma soprattutto la sera alzando il cerotto non ha visto il tipicorossore tipico delle punture.


UDIENZA LUNGA

Nel corso dell'udienza l'avvocato Paolo Salandin, che difende la Petrillo, indagata per peculato, omissione d'atti d'ufficio e falsità in dichiarazioni, ha fatto verbalizzare la sua richiesta di sospendere il processo per qualche mese per motivi di sicurezza in tempo di Covid. Ha quindi ribadito: «Finora non abbiamo sentito alcuna prova schiacciante. Non è il pianto di un bambino la misura di una avvenuta vaccinazione». L'avvocato di parte civile, Fabio Crea, ha voluto rimarcare: «È emerso che una mamma ha confermato il fatto che il figlio non ha pianto, non ha avuto sintomi successivi al vaccino, nè segni sotto al cerotto. È un processo lungo perchè ci sono tanti aspetti che il tribunale intende giustamente chiarire. Lo stiamo facendo attraverso testimoni». La prossima udienza è stata aggiornata all'11 maggio con ulteriori testimoni.
V.L.

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