Finte vaccinazioni ai bambini, altri retroscena: «La Petrillo deviava le telefonate impedendo le prenotazioni»

Emanuela Petrillo, l'assistente trevigiana al centro del caso delle vaccinazioni sospette
di Denis Barea
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:50

TREVISO «Al momento del suo trasferimento al centralino ci accorgemmo che aveva messo la deviazione di chiamata per far risultare il suo telefono sempre occupato». È il 10 giugno del 2016 ed Emanuela Petrillo è stata spostata al ruolo di centralinista, con compiti di ricezione delle prenotazioni per i vaccini. Ma l’ex assistente sanitaria, a processo a Udine per peculato, falso ideologico e omissione in atti d’ufficio, dirottava su un altro interno la chiamate e il suo numero risultava perennemente non raggiungibile.
IL RETROSCENA
A svelare il retroscena è Giovanni Gallo, direttore del servizio vaccinale della Usl 2 di Treviso nel corso dell’udienza, tenutasi ieri al Tribunale di Udine, del processo a carico della 35enne di Spresiano accusata di avere solo finto di effettuare le vaccinazioni obbligatorie su migliaia di pazienti, per lo più bambini, durante i suoi anni di servizio presso le aziende sanitarie del Medio Friuli a Codroipo, San Daniele e Udine e poi nell’Usl 2. «Un comportamento - ha detto Gallo - per il quale nei suoi confronti venne preso anche un provvedimento disciplinare interno». Presenti in aula come testimoni dell’accusa anche la coordinatrice del reparto vaccinazioni dell’azienda sanitaria trevigiana e due operatrici che hanno confermato la circostanza che portò alla prima segnalazione alla Procura della Repubblica di Treviso, che però archiviò il caso. «Ci eravamo accorte - hanno spiegato in aula - che il cestino era bagnato. Dentro c’erano flaconi pieni di liquido, altri in cui il contenuto era pieno solo metà e i flaconcini della soluzione fisiologica con cui preparare il siero erano ugualmente solo parzialmente pieni».
LA SEGNALAZIONE
La circostanza, spiegano le operatrici, si ripete nel tempo e questo porta la Usl 2 a nominare un legale, Fabio Crea, e attivarsi per una seconda segnalazione in Procura. Gli atti vanno avanti e il faldone viene trasferito per competenza territoriale ai magistrati di Udine. Questa volta però a deporre contro la Petrillo ci sono i test sierologici effettuati dalla Usl. I pazienti della “assistente infedele”, come venne soprannominata dal direttore generale Francesco Benazzi, vengono richiamati per una verifica e il risultato è sconvolgente: la quasi totalità di coloro che dovevano sottoporsi a profilassi risulta scoperto, cioè è privo degli anticorpi. È la prova che la Petrillo, in qualche modo, non gli ha sottoposti a vaccinazione, fingendo soltanto di effettuare l’inoculazione. Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati anche tre agenti di Nas (due di Treviso e uno di Udine) che si sono occupati dei test, confermandone la negatività. Prossima udienza il 27 ottobre.  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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