Contagi a scuola, dopo tre giorni già venti classi in quarantena e didattica a distanza per 200 alunni

I primi positivi al Covid in classe
di Mauro Favaro
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Giovedì 16 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 10:18

TREVISO - Il Coronavirus è entrato in 20 sezioni tra scuole e centri estivi. E 200 alunni sono già tornati alla didattica a distanza, per quanto possibile visto che in questa prima fase sono stati colpiti in particolare nidi e asili che hanno aperto le porte all’inizio della scorsa settimana. Il primo bilancio tratteggiato dall’Usl della Marca è netto. Ad oggi sono state complessivamente disposte 7 quarantene (cinque classi e due gruppi di centro estivo) e 13 monitoraggi (dodici classi e uno gruppo di centro estivo). Non sono scoppiati maxi-focolai: i casi sono distribuiti tra vari istituti. Nello specifico, nei primi tre giorni del nuovo anno scolastico è emerso il contagio di 9 ragazzi in altrettante classi di elementari, medie e superiori. I tamponi erano stati eseguiti per verificare la causa di lievi sintomi, come raffreddore e mal di gola. E alla fine hanno confermato la positività al Covid.

I PROVVEDIMENTI

A fronte di un unico caso per sezione, ieri il dipartimento di Prevenzione ha predisposto il monitoraggio delle nove classi. Gli studenti, in sostanza, potranno continuare a frequentare, evitando però assembramenti e attività extra-scolastiche. Questi ultimi provvedimenti vanno ad aggiungersi a quelli già adottati prima di lunedì: sette quarantene e quattro monitoraggi tra nidi, asili e centri estivi, come nel caso del bambino risultato positivo alla fine del centro estivo di Giavera. «Ci aspettavamo una serie di quarantene e monitoraggi in ambito scolastico dato che alcune attività sono iniziate già da qualche tempo – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – inoltre, con il ritorno sui banchi dei ragazzi di elementari, medie e superiori (130mila studenti in tutta la provincia, ndr) avevamo messo in conto possibili assembramenti e situazioni simili. Ci auguriamo comunque che vadano a ridursi anche grazie alle azioni educative degli insegnanti».

LA PROCEDURA

Oggi i compagni di classe di uno studente risultato positivo al Coronavirus vengono inviati a fare il test nei Covid Point dell’Usl e, di seguito, messi in isolamento precauzionale in attesa degli esiti. In caso di necessità, poi, verranno anche attivati dei Covid Point pediatrici dedicati, in linea con quelli visti nello scorso anno scolastico. Avranno un ruolo fondamentale anche i quattro istituti inseriti nel programma “scuole-sentinelle” ideato dalla Regione proprio per tenere sotto controllo l’andamento dell’epidemia nelle scuole e ridurre il rischio di nuove chiusure. Ieri sono arrivati i risultati dei primi tamponi salivari molecolari consegnati martedì a 134 studenti tra convittori e semiconvittori dell’istituto ecologico Cerletti di Conegliano. Sono tutti negativi. «Sono stati raccolti 92 kit. Tra questi, venti sono risultati non processabili dal centro di Microbiologia perché non erano stati eseguiti correttamente – specificano dall’Usl trevigiana – e sui primi 72 studenti testati con il tampone salivare molecolare non è emersa alcuna positività». Nei prossimi giorni si procederà allo stesso modo nelle altre tre “scuole-sentinella” della Marca: oltre ad allargare il cerchio al Cerletti comprendendo anche i ragazzi del diurno, i test verranno eseguiti nelle elementari e nelle medie dei due istituti comprensivi di Conegliano e nei due plessi del tecnico-professionale Giorgi-Fermi di Treviso. Per un totale di 15 plessi. A conti fatti, in attesa di vedere le adesioni nero su bianco, si punta così a sottoporre complessivamente 2.700 bambini e ragazzi a uno screening ogni 15 giorni.

LA CAMPAGNA TRA I GIOVANI

L’altra grande partita è sempre rappresentata dalla vaccinazione anti-Covid. Nelle ultime settimane la copertura tra i ragazzi tra i 12 e i 19 anni ha fatto passi da gigante in vista del suono della prima campanella dell’anno. «Siamo arrivati a una copertura del 65 per cento. Ed entro la fine del mese supereremo quota 68% – fa i conti Benazzi – è un ottimo risultato se si pensa che all’inizio si temeva di restare fermi attorno al 20 per cento. Speriamo che le adesioni possano continuare ad aumentare, fermo restando che non dipende solamente dai ragazzi ma anche dai loro genitori».

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