Caro-carburanti. La ditta di trasporti pronta a licenziare: «Con questi costi commesse a rischio»

Caro-carburanti. La ditta di trasporti pronta a licenziare: «Con questi costi commesse a rischio»
di M.Fav
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Sabato 5 Marzo 2022, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 17:05

ZERO BRANCO (TREVISO) - «Se non si farà qualcosa per arginare il caro-carburanti, le aziende di trasporto saranno costrette a licenziare personale». Piero Casarin lo dice chiaro è tondo. Lui è il presidente della casa di spedizioni Casarin con quartier generale lungo la Noalese, tra Zero Branco e Quinto. Un'azienda storica che ha iniziato a operare già negli anni 40. Inizialmente con il trasporto di prodotti petroliferi in tutta Italia. Poi si è allargata al settore cargo e a quello della chimica e dei rifiuti. Negli anni, Casarin ha affrontato diverse crisi. Quella attuale, però, esplosa in particolare con l'inizio della guerra in Ucraina, rischia di essere sempre più pesante. «Perché arriva dopo due anni di epidemia da coronavirus, che hanno già messo a dura prova molte aziende spiega a tutto questo ora si è aggiunto il conflitto e i suoi effetti. Il primo pensiero va ovviamente alle persone che stanno soffrendo sotto le bombe. Ma poi ci sono anche gli altri risvolti che pesano già sull'economia del nostro territorio».

COMMESSE A RISCHIO

Innanzitutto il caro-carburanti e l'aumento del costo delle materie prime in generale. Un problema che inevitabilmente tocca il cuore dei giganti della strada. «I rincari sono stati smisurati. Per noi il peso maggiore è rappresentato proprio dall'aumento del costo del carburante: stiamo parlando di un rincaro che ormai viaggia verso il 40% allarga le braccia Casarin siamo tutti in difficoltà. Se non verrà trovata una soluzione saremo costretti a rinunciare ad alcune commesse e, di conseguenza, ci sarà una perdita di posti di lavoro». La situazione è complessa. Per le aziende di autotrasporto non è sufficiente aumentare i prezzi per stare al passo del caro-carburanti. Sarebbe fin troppo semplice. Il rischio in questo caso è di perdere i clienti. «Non è possibile scaricare i costi su di loro avverte Casarin anche perché si tratta di settori a loro volta in difficoltà.

Anche volendo, molti non sono nelle condizioni di affrontare nuovi rincari. E quindi rinuncerebbero». Insomma, si rischia di precipitare in un circolo vizioso apparentemente irrisolvibile. Vale per le aziende di autotrasporto, per le ditte che lavorano impiegando furgoni e mezzi più leggeri, per chi opera nell'agricoltura e così via.


LA PROTESTA

Le imprese che giovedì sera hanno partecipato alla manifestazione di Zero Branco schierando i propri camion e i propri trattori nella piazza del municipio hanno voluto mettere l'accento proprio su questo problema. Alla fine sono stati oltre 40 i mezzi che hanno percorso la strada Noalese in segno di protesta per poi fermarsi nel centro del paese. «Diciamo no alla guerra e sì alla pace, esprimendo piena solidarietà al popolo ucraino hanno messo in chiaro gli autotrasportatori trevigiani in più, vogliamo evidenziare in modo chiaro il momento di difficoltà del tessuto produttivo della nostra provincia. L'aumento dei costi sta viaggiando verso cifre impensabili. La guerra sta arrivando in qualche modo anche qui mettendo le aziende con le spalle al muro. Il rischio è che più di qualcuna non riesca a sopravvivere». Il sindaco di Zero Branco, Luca Durighetto, si è schierato al loro fianco. Nei giorni scorsi ha organizzato un incontro con i cittadini ucraini residenti nel proprio territorio comunale per valutare la possibilità di mettere in campo aiuti specifici. E l'altra sera ha preso la parola davanti agli autotrasportatori. «Gli effetti che stiamo subendo non solo solamente quelli umanitari, che sono in primo piano, ma anche le sempre maggiori difficoltà dal punto di vista economico tira le fila le aziende già provate da due anni difficili ora si trovano a dover prendere delle decisioni impegnative e pesanti. E in alcuni casi ne potrebbe andare del loro stesso futuro».

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