Il blues ad Adria si suona con le scatole dei sigari

Alessio Benvegnù e le sue Cigar Box
di Guido Fraccon
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Sabato 3 Aprile 2021, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 09:30

ADRIA - Il Delta del Po come il Delta del Mississippi. Arrivano da Adria le Cigar Box, chitarre a scatola di sigari. Da alcuni anni le realizza per hobby un amante del blues, Alessio Benvegnù, classe 1971, appassionato di questi particolari strumenti musicali. «Le cigar box guitar - spiega Benvegnù - ovvero le chitarre a scatola di sigari, sono strumenti musicali rudimentali. Fanno parte della famiglia dei cordofoni. Si costruiscono con mezzi di fortuna, come appunto le scatole dei sigari. Queste scatole venivano usate dai braccianti afroamericani negli stati meridionali degli Usa. Esistono diverse varianti dello strumento, con o senza tasti e da una fino a un massimo di sei corde. La variante più diffusa è quella a tre corde con tasti. Spesso quest'ultima era costituita da un legno di scopa come manico. Gli strumenti diedero origine al blues nel delta del grande fiume americano». 
Come si suona una cigar box? «Le tecniche più usate, specie nella variante senza tasti, sono lo slap, lo schiaffo sulle corde, e lo slide o bottleneck. Il bottleneck, collo di bottiglia, è un cilindro cavo di alcuni centimetri da infilare al dito. Fatto scorrere sulle corde, conferisce una particolare sonorità. Il materiale principale di cui è costituito è l'acciaio ma esistono anche bottleneck di diversi materiali. Un altro nome usato per indicare il bottleneck è slide, visto che scivola sui tasti della cigar. Il nome deriva dal fatto che i musicisti più poveri, all'inizio del XX secolo, utilizzavano un collo di bottiglia per raggiungere lo scopo. Le scatole di sigari trasformate in casse di risonanza oggi vengono amplificate. Tanto per fare un esempio Johnny Depp è un grande appassionato di cigar.

Ne ha regalata una anche a Paul McCartney». 
L'INIZIO CON UN'ARMONICA

Com'è nata la passione per la musica, specie per il blues? «Direi per caso. A 16 anni comprai un'armonica a bocca. Non ho mai smesso da allora di suonare questo strumento. Ero stato rapito e affascinato dal film Mississippi Burning: da lì, la mia passione per la musica e per il blues. Ho studiato anche pianoforte al Buzzolla e mi sono cimentato anche nella tromba jazz. Un mio grande amico era il compianto musicista Marco Tamburini, cui ero legato da profonda amicizia». 
Ha alle spalle alcune esperienze artistiche? «Ho sempre suonato sia a livello locale che nazionale, ma in ambiti ristretti, in piccole session con amici musicisti». 
L'amore per le cigar box invece come è nato? «Quattro anni fa sono stato invitato dall'amico Lorenz Zadro, il direttore artistico, divulgatore di Blues & American Music e presidente dell'associazione culturale Blues Made In Italy al Blues Made in Italy. Lì ho avuto il piacere di conoscere alcuni maestri liutai e ho iniziato a cimentarmi con le prime cigar box; una passione condivisa con la mia compagna Manuela Lenzo. Io creo lo strumento, lei prepara i disegni e poi colora queste cigar. Ne stiamo costruendo una dedicata a Dante e una per festeggiare Venezia. La passione mi ha preso la mano e da qualche settimana ho avuto l'onore di entrare nel gruppo dei costruttori mondiali di questo strumento, come nuovo membro». 
REALTÀ UNICA

Quanti siete? «In Polesine solo io, in Veneto tre. A livello nazionale siamo solo una decina».
Come costruisce le sue cigar? «Ovviamente con scatole di sigari ma anche con legno di abete, cedro, palissandro, acero e altri tipi di legno. Le accordature sono in puro stile blues. Sono un falegname dilettante, un appassionato di hobbistica. Mi sono ricavato un piccolo laboratorio e costruito da solo anche tutto il mobilio, la cassettiera e il resto».
Ha un sogno nel cassetto? «Vedere un giorno una mia cigar box esposta nel museo del blues. Le mie creature finora sono state molto apprezzate da Zadro, Fabrizio Poggi e altre nomi importanti del mondo blues. Vorrei poi che il blues fosse studiato e conosciuto ancora di più. È il padre, o la madre fate voi, di tutte le musiche». 

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