Insulti razzisti contro il portiere del Milan, l'operaio sindacalista chiede scusa: «Mi vergogno»

Insulti razzisti contro il portiere del Milan
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Sabato 25 Settembre 2021, 09:28

ROVIGO - Il giorno delle scuse. Il tifoso juventino polesano Davide Gabrielli, che ha bersagliato di insulti razzisti il portiere del Milan, Mike Maignan, durante il riscalmento prima della partita contro i bianconeri e poi identificato dalla Digos di Torino, interviene per esprimere il rammarico per quanto ha fatto e scusarsi. Il suo inqualificabile comportamento allo stadio, che egli stesso ha ripreso con un telefonino e poi pubblicato su internet vantandosene, lo ha fatto anche finire in una bufera con tanto di telefonate con minacce di morte, oltre ai risvolti giudiziari che dovrà affrontare. L'increscioso episodio ha sollevato un coro di condanna unanime e ha messo nei guai l'operaio, anche rappresentante sindacale della Cisl nella sua azienda. Adesso il supporter bianconero fa marcia indietro e si dice disponibile a diventare anche testimonial contro il razzismo.


Cos'è successo domenica allo stadio?
«Sono partito presto al mattino e ho bevuto qualche birra di troppo.

Non vuole essere un'attenuante, non voglio una grazia, ma chiedo scusa. Non ho pubblicato il video sui social, ma su una chat Telegram, nonostante questo il mio gesto è indifendibile e ho commesso l'errore più grande del mondo».


Il suo comportamento ha imbarazzato anche lo Juventus club Gaetano Scirea al quale era iscritto.
«Frequento lo stadio da sempre, da sette anni sono abbonato e da questa stagione sono entrato nel direttivo di Castagnaro. Ero tra gli organizzatori delle trasferte, davo una mano per tesseramenti e cene. Il Daspo è l'ultimo dei miei pensieri: mi spiace aver rovinato il rapporto col presidente Valentino Modanese che mi aveva concesso fiducia. A mente fredda, sono disperato».


Ci saranno ripercussioni sul suo lavoro e nei rapporti con la Cisl?
«Ho spedito una lettera all'azienda e mi sono autosospeso dalla carica di rappresentante sindacale. Ho preso alcuni giorni di ferie per ritrovare la serenità».


Ha ricevuto insulti dagli utenti di Telegram?
«Il mio numero è stato diffuso in rete. Ho ricevuto centinaia di chiamate e minacce di morte. Il telefono suonava sempre, anche la notte. Numeri anonimi, schede telefoniche addirittura dall'Indonesia: tutto quello che è successo, dopo la diffusione del video, è stato più grande di me».


Lei ha presentato le scuse al Milan e al giocatore. Hanno risposto?
«Al momento no. Il portiere si è espresso sui social per dire no al razzismo e desidero rinnovare le mie scuse al ragazzo, alle società e ai tifosi. Ho fatto una cosa vergognosa e non cerco la ribalta televisiva: sono disponibile ad andare a Milanello per parlare con il portiere in un incontro privato per scusarmi, a riflettori spenti».


Cosa intende fare per rimediare?
«Ci metto la faccia. Mi piacerebbe diventare testimonial, andare nelle scuole e parlare agli alunni. Il razzismo non deve mai trovare dimora nello sport. Affiancato dal mio avvocato, stiamo prendendo contatti con alcune associazioni per devolvere una piccola somma personale a titolo di scuse. Non ci sono realtà particolari che si occupano del razzismo, quindi ci rivolgeremo alle associazioni impegnate a combattere la violenza di genere».
L'avvocato Elena Perini, del Foro di Rovigo, ribadisce che «a Davide Gabrielli non è stato notificato alcun provvedimento. Lui non sta porgendo le scuse al mondo dello sport perché è stato identificato, ma perché si è reso conto dell'enorme sciocchezza che ha commesso». Sul caso interviene anche il segretario provinciale della Cisl Padova-Rovigo, Samuel Scavazzin, scosso dall'episodio. «È un nostro iscritto alla Fim-Cisl. C'è forte rammarico, è un gesto da condannare. Abbiamo apprezzato almeno le scuse pubbliche di Gabrielli, perché è consapevole di aver sbagliato, ma procederemo per la nostra strada: ci sono regolamenti interni da rispettare, dovremo prendere delle decisioni».


Gabrielli, rodigino di nascita, abita a Polesella e il sindaco del paese Leonardo Raito ha scritto al Milan per manifestare «il rifiuto al razzismo e dimostrare che Polesella è una comunità accogliente, da sempre integrata con l'alta percentuale di stranieri che abitano qui». Anche lui tifoso bianconero e amico di Gabrielli, il sindaco Raito spiega che «siamo stati assieme a vedere la Juve alcune volte allo stadio: è un ragazzo esuberante, ma non si era mai spinto oltre. Stavolta ha commesso una grave sciocchezza, non riesco a capire perché».

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