Ginecologa scomparsa. L'inferno di Sara: minacce, vessazioni e quella lettera trovata in casa

Ginecologa scomparsa. L'inferno di Sara: minacce, vessazioni e quella lettera trovata in casa
di Valeria Arnaldi e Claudia Guasco
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Domenica 11 Luglio 2021, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 17:31

Nelle ultime settimane gli ispettori hanno ascoltato 110 testimoni, hanno parlato con medici e ostetriche, messo in fila i racconti di ciò che accadeva in sala operatoria e durante le visite. «Dalla documentazione emergono fatti oggettivi e una situazione di reparto critica che rendono necessario, a partire da lunedì 12 luglio, il trasferimento del direttore dell'Ostetricia e Ginecologia di Trento ad altra unità operativa e di un dirigente medico a una diversa struttura ospedaliera dell'Azienda sanitaria», comunica la commissione d'inchiesta a lavoro terminato. Riconoscendo che il clima nel reparto dell'ospedale Santa Chiara di Trento diretto da Saverio Tateo, che avrebbe reso la vita impossibile alla ginecologa Sara Pedri svanita nel nulla dopo aver annunciato le dimissioni, non era sano né sereno.

Ginecologa scomparsa: le liti in sala parto

Sulla scomparsa di Sara, 31 anni, arrivata dopo la formazione a Catanzaro con tante speranze e voglia di fare, la Procura ha aperto un fascicolo, senza indagati né titoli di reato, e in parallelo si è mossa la Ausl. Che ieri ha annunciato la rimozione di Tateo, con spostamento a diverso incarico insieme a un'altra responsabile del reparto di Ginecologia, la dottoressa Liliana Mereu. Per l'ospedale Santa Chiara è un terremoto. Originario di Bari, 59 anni, Tateo ha cominciato la sua carriera al San Matteo di Pavia, poi si è trasferito a Sondrio e nel 2010 è approdato a Trento. «Ho trovato una capacità di accettare cambiamenti, cosa non facile se l'ambiente è rigido», commentava qualche mese dopo la sua nomina. Ma a quanto pare la situazione è precipitata in fretta. Scrive una neo mamma nella pagine Opinioni dei pazienti dell'ospedale: «I medici della neonatologia sono molto critici con il sistema di parto delle ostetriche e bisogna stare attenti a non finire in mezzo alle loro discussioni». Una dottoressa ha raccontato che in sala operatoria «c'erano ferri chirurgici che volavano addosso alle persone, anche per un nonnulla, o venivano allontanate. Magari anche ginecologi bravi. Ti fanno sentire una nullità e ti fanno mettere in dubbio ciò che tu da decenni fai tutti i giorni, cercano di trovare lo sbaglio anche se l'errore non c'è pur di metterti in crisi». Non è l'unica a patirne: il 2 luglio cinque ostetriche hanno reso nota «l'incompatibilità ambientale» di Tateo, due giorni fa 70 colleghe della sala parto e del reparto di ostetricia hanno scritto al direttore dell'Azienda sanitaria trentina chiedendo di essere ascoltate sul clima lavorativo «di gravi tensioni, intimidazioni e vessazioni».

Qui, negli ultimi cinque anni, le dimissioni sono state 62.

Turni massacranti e minacce. La lettera

Un ambiente avvelenato nel quale a soffrire più di tutti era Sara Pedri, assunta lo scorso autunno e sottoposta a «turni massacranti, abusi di potere e minacce continue», come riferisce la sua famiglia. Sara era pronta al lavoro duro, non alla crudeltà: «Non ho mai detto no, nonostante i molteplici imprevisti e i progetti incivili. È una situazione più grande di me. Con la fretta e la frenesia non si impara, i risultati ottenuti sono solo terrore. So che mi comprometto, ma ho bisogno di aiuto», scriveva in una lettera trovata nel suo appartamento a Cles. Il 3 marzo capisce di non poter più andare avanti, scrive una mail a Tateo, chiamandolo «sovrano illuminato», e comunica le sue dimissioni. Ma qualcosa dentro di lei si rompe definitivamente, il 4 marzo ciò che resta di Sara è la sua auto parcheggiata vicino a un ponte, sul lago di Santa Giustina di cui ora viene scandagliato il fondo.


La tutor della ginecologia

Intanto Tateo, dopo un periodo di ferie, viene rimosso. «Vorrei che tu fossi qui Sara. Allora sì, che ci sarebbe da esultare. Ti stringerei forte e ti direi: lo vedi? Insieme non ci ferma nessuno», è il post venato di amarezza di Roberta Venturella, tutor della ginecologa all'università. «Tutelare la serenità delle pazienti, di tutti gli operatori coinvolti e a salvaguardia del buon funzionamento del reparto», sono le motivazioni dello spostamento del primario. Provvedimento arrivato insieme all'uscita di Pier Paolo Benetollo, il direttore generale della sanità trentina che aveva riconfermato Tateo fino al 2025. Un brutto colpo per il Santa Chiara, già al centro di un'inchiesta per la morte di Sofia Zago, 4 anni, contagiata dalla malaria nel suo letto in pediatria.

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