Una baby squillo pordenonese nell'inchiesta sul dirigente della Questura

La Questura di Udine
di C.A.
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Sabato 19 Febbraio 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 10:03

È in provincia di Pordenone che vive la ragazza che ha indicato il dirigente della Questura di Udine, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari da martedì, come l’uomo con cui nel 2018 aveva concordato incontri sessuali a pagamento, quando lei era poco più che quindicenne. Ed è alla Squadra Mobile di Pordenone che la Procura di Bologna aveva delegato attività di indagine per capire chi fosse lo sconosciuto con cui la ragazza diceva di essersi incontrata nel capoluogo dell’Emilia Romagna. Giovanni Belmonte, 54 anni, udinese, a capo della Divisione di polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione, è chiamato a difendersi da un’accusa pesantissima, che oltre all’applicazione della misura cautelare ha fatto scattare la sospensione dal servizio.
 

DAI PAIROLI A BOLOGNA
L’inchiesta affonderebbe le radici molto lontano. Roma, quartiere Pairoli. È indagando sul giro di baby squillo romane che gli investigatori arrivano a Bologna e cominciano a fare accertamenti su una paio di ragazzine che su internet avevano trovato il modo di fare soldi facili per comprarsi vestiti, pagarsi le vacanze, farsi ricaricare telefonino e carte PostePay. Sarebbero state loro ad aprire uno scorcio importante su un giro di prostituzione minorile e a indicare la ragazzina della provincia di Pordenone.
 

LA DIFESA
Il nome di Belmonte sarebbe collegato alla giovane che risiede in Friuli, lei stessa l’avrebbe indicato insieme a diversi altri nominativi. Le presunte accuse si baserebbero sulle dichiarazioni della ragazza ed è proprio per questo che da parte della difesa, rappresentata dall’avvocato Stefano Comand, in questo momento c’è molta prudenza. Il ricorso al Tribunale del Riesame sarà un passaggio obbligato per poter avere accesso agli atti del fascicolo d’indagine e cominciare a impostare le strategie difensive. Lo stesso Belmonte è deciso a fare chiarezza quanto prima possibile sottoponendosi a interrogatorio.
 

I CLIENTI
Che la ragazza fosse consapevole di essere finita in un giro di prostituzione minorile che utilizzava il web per cercare clienti, non è stato messo in dubbio. Fondamentale sarà stabilire se gli uomini con cui si vedeva fossero a conoscenza che non aveva ancora compiuto 18 anni. Gli incontri con il dirigente sarebbero avvenuti nel 2018, quando Belmonte, diventato primo dirigente, per un periodo ha lavorato in Questura a Gorizia. Secondo le ipotesi di accusa, avrebbe preso contatti con la ragazzina accordandosi di incontrarla a Bologna, dove nè la quindicenne nè il poliziotto vivevano o lavoravano. Fin qui la ricostruzione degli inquirenti.
 

LE REAZIONI
È un’indagine che ha scosso profondamente la città di Udine, dove Belmonte ha sviluppato tutta la sua carriera diventando in 30 anni di attività un punto di riferimento.

Gli udinesi hanno cominciato a conoscerlo come giovane commissario della Squadra Volante, il suo primo incarico, poi come dirigente dei vari uffici della Questura e del Commissariato di Tolmezzo. Per diversi anni ha ricoperto la carica di Capo di Gabinetto, poi, dopo la parentesi goriziana durata circa due anni, è tornato a Udine a capo della Divisione amministrativa. «È doveroso evidenziare che il funzionario in questione è stimato è ben voluto da sempre - ha dichiarato il segretario generale del Lisipo, Antonio de Lieto - Il sindacato ritiene che l’autorità giudiziaria saprà certamente fare chiarezza sull’accaduto e si augura che il funzionario sappia dimostrare la propria estraneità a quanto contestatogli, in caso contrario, è giustissimo che paghi pesantemente se vi dovesse essere sentenza definitiva di condanna».

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