Scomparso da 9 giorni, l'accorato appello dei genitori: «Mattia, torna a casa»

Mattia Fogarin
di Silvia Moranduzzo
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Mercoledì 31 Marzo 2021, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 09:20

PADOVA -  Una lacrima solca il volto di Nicola Fogarin, papà di Mattia, il 21enne scomparso da lunedì scorso, mentre rivolge l’ennesimo appello per ritrovare il figlio. «Lotteremo sempre per lui» dice abbracciando la moglie Marzia. Le ricerche del giovane da parte dei carabinieri e dei vigili del fuoco non si fermano. Dalla mattinata di ieri si sono concentrate sulle chiuse di Voltabarozzo, lungo tutto il corso del Bacchiglione e nei casolari dei dintorni. I genitori di Mattia guardano le operazioni con attenzione.

«Ho fatto qualcosa di irreparabile», lo dice ai genitori e poi Mattia scompare nel nulla


«Una settimana prima di andare via era andato dal barbiere – racconta mamma Marzia – Era l’ultimo sabato in cui eravamo in zona arancione.

Ricordo che si era curato, tagliato le unghie. Non so per chi, è una delle tante domande che ci affollano la mente in questi giorni. Se almeno si facesse sentire. La donna trattiene un singhiozzo. Il loro dolore è composto, dignitoso, un dolore pungente che sembra uscire dai loro corpi a fiotti e travolgere chi sta loro intorno. È un dolore posato e logorante. «Non ha fatto niente di irreparabile – prosegue la mamma – Tutti i giorni andiamo in giro con i carabinieri a cercarlo, riceviamo tantissime segnalazioni. Per ora non abbiamo notizie di alcun genere ma sappiamo che è vivo». I vigili del fuoco e i carabinieri proseguono le ricerche lungo il fiume e si spostano verso il Basso Isonzo. Ad un certo punto, all’altezza dell’aeroporto a Brusegana, i pompieri che stanno scandagliando le acque del Bacchiglione si agitano. Nel fiume c’è qualcosa. La tensione cresce, il gelo cala sull’argine e tutti seguono le operazioni attentamente, cercando un indizio che riporti a Mattia. Con una gru che scende sul letto del fiume viene sollevato l’oggetto in questione. È un’auto. Nessun corpo all’interno. Si tratta di un veicolo molto vecchio e da una prima analisi sembra sia in acqua da circa 30 anni. La tensione cala, si torna alle ricerche ma a fine giornata il 21enne non è stato trovato. Sui social l’appello dei genitori continua a essere condiviso, la foto di Mattia circola su Facebook e con essa gli articoli sulla sua scomparsa avvenuta più di una settimana fa.


Era lunedì 22 marzo quando il giovane ha svegliato i genitori all’una di notte. Ha detto di aver fatto qualcosa a cui non poteva porre rimedio e voleva togliersi la vita. Poi è uscito velocemente di casa seguito a ruota dal papà che lo ha visto andare verso l’argine vicino casa, in zona Terranegra. L’uomo lo ha seguito in macchina, lo ha chiamato al cellulare per convincerlo a fermarsi e discutere della questione. Una questione ancora non ben chiara.
Si sa solo che nell’ultimo periodo Mattia ha vissuto una delusione d’amore, respinto da una ragazza, ma secondo i genitori il 21enne non ha mai avuto simili comportamenti. «Mi butto in un cassonetto» diceva Mattia al papà che lo cercava disperatamente. Ha detto di trovarsi nei pressi del parco Iris, dopo di che, intorno alle 4 di mattina, il cellulare si è spento e non si è più acceso. A quel punto il padre è tornato a casa e alle sei ha ripreso le ricerche con la moglie in bicicletta. Dopo un’ora la coppia si è fermata, stremata, e ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine. La procura ha aperto un fascicolo seguito dal pubblico ministero Marco Brusegan. Le indagini dal quarto piano del palazzo di giustizia di via Tommaseo proseguono e presto saranno analizzati i tabulati telefonici di Mattia. I suoi amici saranno sentiti ancora una volta per cercare di ricostruire le ore precedenti alla sua fuga in stato di forte agitazione. Proprio uno degli amici con cui il 21enne ha trascorso la domenica sera immediatamente precedente alla scomparsa aveva raccontato di averlo visto triste, giù di morale perché qualche giorno prima la ragazza alla quale era legato lo aveva respinto, dicendogli di voler restare solo buoni amici. Tuttavia, aveva riferito l’amico agli inquirenti, nulla faceva presagire quanto accaduto successivamente.
 

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