Morto nel sonno a 18 anni, lo strazio di papà Paolino: «Voglio solo sapere perché»

Lo sfogo del padre del 18enne morto nel sonno: Voglio sapere perché
di Davide Piol
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Giovedì 15 Luglio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 19:05

SEDICO - «Non voglio incolpare nessuno, solo piangere il mio Davide e ricordare che era proprio un bravo “bocia”». Paolino Bristot, il padre del 18enne morto nella notte tra martedì e mercoledì per cause ancora da chiarire, raggiunge il cancello esterno della sua abitazione con fare pacato. Avrebbe potuto fuggire, chiudersi in casa, evitare domande scomode. Invece, non si tira indietro. Con gli occhi lucidi, la voce rotta dal dolore e un cuore spaccato a metà prova a raccontare cos’è successo al figlio: «Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo – racconta – se lo ricorda sicuramente come un ragazzo felice, raggiante. Giuro che questo fa un male bestia, 18 anni appena compiuti, stava preparando la patente. È molto dura… ma ora voglio sapere perché è morto». Paolino è stato investito da due tragedie in poco tempo. Ha perso prima il fratello Stefano (morto per covid a inizio gennaio), poi il figlio Davide: «Ho fatto qualcosa che non andava, probabilmente». Ieri pomeriggio, si è stretto intorno alla famiglia, la moglie Barbara, i nonni di Davide, e agli amici che l’hanno raggiunto fino a casa per un abbraccio. Un carattere plasmato dagli eventi, il suo. Seduto nel sottoportico insieme ad altre persone, raggiunge il cancello mettendo subito le mani avanti: «Sono disperato».



LA SERATA
Davide stava male da qualche giorno.

Un po’ di stanchezza e un mal di testa strano che non gli era mai venuto. Martedì sera, durante una pizza con gli amici, ha vomitato 3 volte e alle 22.30 è stato portato al Pronto Soccorso di Belluno. «Ci hanno detto che andava tutto bene – ha ricordato Paolino – nessuno va a pensare che un ragazzo di 18 anni ha qualcosa. Ma a volte, forse, è proprio il giovane che avrebbe bisogno di un’attenzione particolare». Alle 23.33 le dimissioni: «Sono stato assolutamente in fiducia, siamo tornati a casa, lui è andato a riposare e questa mattina, quando mi sono alzato, avevo già cominciato a telefonare perché volevo fargli una visita neurologica ma non ho fatto a tempo…». Il 18enne, infatti, aveva già smesso di respirare. In una nota inviata ieri sera l’Ulss Dolomiti ha comunicato che l’azienda sanitaria «si stringe all’immenso dolore della famiglia per l’improvvisa perdita che ha colpito tutta la comunità e rimane a disposizione per qualsiasi necessità e supporto». Nel frattempo, è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo e lunedì sarà fatta l’autopsia sul corpo del ragazzo. Il papà ha escluso che Davide avesse preso un colpo alla testa o che ci sia un collegamento tra la sua morte e il vaccino: «L’ha fatto un mese fa, non c’entra nulla, ce l’hanno assicurato. Noi siamo tutti vaccinati e abbiamo anche la carta verde».



IN OSPEDALE
Soltanto gli accertamenti della Procura, quindi, chiariranno perché Davide è morto e se il medico del Pronto Soccorso avrebbe potuto salvarlo. Come mai, a parte una flebo, non è stato fatto un esame più approfondito sulle cause di quel malessere? I reparti ora sono covid free e la pressione ospedaliera dovuta alla pandemia è ridotta. «Cosa posso dire? – ha confidato Paolino – Giuro davanti a dio che non ho parole. Con il senno di poi è facile parlare e non me la sento di incolpare nessuno nella maniera più assoluta, ma capire quello che è successo si, devo sapere perché morto, è l’unico aspetto che mi interessa. Si dicono sempre le stesse cose però, forse, potevo fare qualcosa in più o avrebbero potuto farlo gli altri». In famiglia nessuno ha mai avuto né problemi di cuore né di testa. «A me – ha concluso il padre di Davide – dà l’impressione che fosse una cosa di testa, come se gli fosse partito qualcosa. Aveva avuto 3-4 giorni con sintomi e poi siamo andati all’ospedale. Non per il mal di testa ma per il vomito». Per conoscere le cause della morte del 18enne bisognerà attendere l’autopsia di lunedì. I problemi per la famiglia Bristot, ora, sono altri: «Abbiamo bisogno di metabolizzare e provare a non mollare però mi sembra tanto dura…».

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