Giorgio salvato dopo 25 ore nella neve: «Inghiottito a testa in giù, pensavo a mia moglie e ai miei figli»

Giorgio De Bona, ritrovato vivo in una dolina carsica dell'Alpago dopo 25 ore
di Davide Piol
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Lunedì 20 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:04

ALPAGO (BELLUNO) Ha trascorso 25 ore e mezza in un imbuto naturale di neve e ghiaccio, in cui era precipitato a testa in giù, ed è sopravvissuto. Dal fondo di quella che tecnicamente viene definita “dolina carsica”, Giorgio De Bona – il 47enne bellunese scomparso sabato mattina tra i monti dell’Alpago dopo essere uscito di casa per un’escursione con le pelli – poteva scorgere il cielo e le stelle. Lo zaino era stato abbandonato nella caduta: non aveva da bere o viveri, ha mangiato neve. Aveva il cellulare che però lì sotto non aveva copertura. Non ha mai dormito, ma ha battuto i piedi per tutto il tempo per mantenere alta la temperatura: così è sopravvissuto. «Non ho mai avuto paura - racconta lo scialpinista - pensavo a mia moglie e ai miei figli». Durante quelle interminabili ore al freddo, impossibilitato a muoversi e a risalire in superficie, ha visto passare l’elicottero per ben due volte. Il problema è che nessuno vedeva lui. Almeno fino alle 11.30 di ieri mattina quando un soccorritore ha indirizzato le ricerche verso il punto esatto in cui De Bona era caduto e l’ha visto sbracciarsi dal fondo della gola nel versante tra Monte Cavallo e Rifugio Semenza, in comune di Tambre.

LE RICERCHE
Il 47enne bellunese, un atleta allenato che corre maratone e pratica scialpinismo, era partito da casa (in Alpago) verso le 7 di sabato mattina e sarebbe dovuto ritornare alle 13. Quando la moglie ha capito che l’attesa si prolungava più del previsto ha allertato i soccorsi: erano le 14.30 di sabato quando sono iniziate le ricerche. La sua auto era ancora parcheggiata a Malga Pian Grant, a Tambre, e il cellulare risultava irraggiungibile.

C’è stato un timido segnale verso le 10 quando il telefono ha agganciato la cella del ripetitore di Susegana. È il momento in cui il 47enne, dopo essere precipitato nella gola, ha provato invano a scrivere alla moglie. 

LA TESTIMONIANZA
«Stavo tornando a casa – ha raccontato ieri sera De Bona dal letto dell’ospedale – quando sono caduto in un inghiottitoio e all’improvviso mi sono trovato a testa in giù». Un cornicione l’avrebbe tratto in inganno facendolo precipitare in una discesa senza fine: «Prima roccia, poi neve, infine il buio più totale». Nell’oscurità il 47enne ha scoperto non solo di essere vivo, ma di potersi anche muovere. Così, abbandonato lo zaino incastrato tra la roccia e una delle racchette che gli erano servite per liberare un piede, ha cominciato la risalita. «La disperazione mi ha fatto alzare subito – ha continuato De Bona – non avevo più nulla, avevo perso tutto, ma sono riuscito a risalire una canalino con una fatica enorme perché lo spazio era esiguo e quando ho visto il cielo pensavo fosse finita: ero circondato da pareti verticali». Questi fatti si sono svolti in un’ora e mezza. Il resto del tempo è stata attesa vigile dei soccorsi.

«Ho passato la notte sveglio per non ghiacciarmi – ha specificato il 47enne bellunese – mettendo la sveglia ogni mezz’ora. Il telefono, infatti, era salvo nella tasca della seconda giacca ma la linea risultava assente. Nel frattempo ho cominciato a camminare sul posto per scaldarmi, non potevo fare altro». Sono trascorse in questo modo 25 ore e mezza: «Non ho mai avuto paura perché pensavo ai miei cari - racconta -. Ho fatto una specie di scala sul cumulo di neve centrale per farmi vedere altrimenti non mi avrebbero mai notato. Stavo per prepararmi a un’altra notte, quando mi ha salvato l’intuito di un soccorritore». Durante una ricognizione dell’elicottero dell’Air service center, convenzionato con il Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi, sono state notate delle tracce di ingresso di sci (ma non quelle di uscita) in un buco che si trova tra il Monte Cavallo e il Rifugio Semenza. Quando si sono avvicinati, i soccorritori hanno visto De Bona in fondo alla dolina carsica che cercava di attirare la loro attenzione e sono andati a recuperarlo. Il 47enne era molto stanco ma incolume. 
 

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