Evaldo Gaspari, 94 anni è la memoria storica del trenino delle Dolomiti

Evaldo Gaspari, la memoria storica del Trenino delle Dolomiti
di Marco Dibona
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Giovedì 17 Giugno 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:42

CORTINA D’AMPEZZO - Il 15 giugno 1921 il primo convoglio percorse la linea ferroviaria fra Calalzo di Cadore, Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco. Viaggiava su binari a scartamento ridotto, più adatti a un tortuoso percorso di montagna. Non ci fu alcuna cerimonia, per quell’evento, al quale partecipò il generale Antonio Pastore, comandante del Genio della IV Armata. Il primo direttore d’esercizio fu pure un militare, il colonnello Giuseppe Grandis. 

IN GUERRA
In precedenza, durante la Prima guerra mondiale, i due eserciti contrapposti avevano creato delle primitive linee ferroviarie, per approvvigionare il fronte: gli italiani portavano uomini, vettovaglie, materiali, da Venas sino a Zuel; gli austriaci avevano gettato i binari della loro Feldbahn a lato della sede stradale, lungo l’Alemagna, dalla Val Pusteria fino al centro di Cortina. Cent’anni fa iniziò la storia di quella che divenne la Ferrovia delle Dolomiti. Inizialmente ebbe un tale successo da indurre a provvedere subito all’elettrificazione; il primo convoglio a trazione elettrica collegò Dobbiaco a Cortina il 28 giugno 1929; l’indomani l’elettrotreno andò da Cortina a Calalzo. Quel trenino a scartamento ridotto accompagnò, per oltre quarant’anni, le vicende dei valligiani e dei villeggianti, visse momenti di gloria durante i VII Giochi olimpici invernali 1956, per passare presto a una fase di progressivo decadimento, sino alla chiusura. 

IL DECLINO
La diffusione dell’automobile in Italia, nel periodo del boom economico, mise la ferrovia in secondo piano. All’inizio degli anni Sessanta sia le amministrazioni comunali, sia le associazioni di categoria, albergatori in primo piano, sollecitarono la chiusura. Prima si fermò la tratta a nord di Cortina, verso Dobbiaco, con l’ultima corsa il 13 marzo 1962. La linea a sud, in Valle del Boite, fra Cortina e Calalzo, durò due anni di più: domenica 17 maggio 1964 fu l’ultimo giorno di servizio, aperto al pubblico, poi continuarono le corse dei carri merce, per portare via il materiale. L’ultimo treno partì dalla stazione di Cortina alle 16 del 30 maggio 1964. Tutti i dati su quel treno sono stati raccolti con passione da Evaldo Gaspari, autore di una importante pubblicazione e di svariati studi. Oggi il sedime della vecchia linea ferroviaria è diventato la sede ottimale per le passeggiate, per la pista ciclabile, in tutti i comuni fra Calalzo e Cortina, da Pieve a Valle, Vodo, Borca e San Vito. Oltre la conca d’Ampezzo, lo sterrato accoglie d’estate gli escursionisti e le biciclette, d’inverno gli appassionati e gli atleti dello sci nordico. 

IL DIBATTITO
Da anni si discute sul ritorno del treno fra Cadore, Ampezzo e Pusteria: di ipotesi ce ne sono diverse, con tracciati in Valle del Boite, dell’Ansiei, ora anche in Agordino. È comunque certo che non potrà più correre sulla vecchia linea, a scartamento ridotto. Intanto l’amministrazione di Cortina si impegna per acquistare uno degli elettrotreni delle Olimpiadi, nella livrea bianca e azzurra di allora; sarà posto su uno spezzone di binario, alla stazioncina di Zuel, di fronte al trampolino di salto con gli sci. Una delle tre carrozze rimarrà così, com’era allora, che la gente veda come si viaggiava; nelle altre sarà allestito un museo dinamico, con reperti e filmati, a documentare la vita di quello che fu molto di più di un trenino di montagna. Per il piazzale della stazione c’è un progetto impegnativo, da oltre 80 milioni di euro, per realizzare parcheggi interrati, edifici residenziali, aree commerciali e servizi per la comunità, per i residenti e gli ospiti di Cortina. 

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