Coronavirus a Napoli, blitz De Luca nel Covid Center di Ponticelli: «Struttura di avanguardia fondamentale»

Coronavirus a Napoli, blitz De Luca nel Covid Center di Ponticelli: «Struttura di avanguardia fondamentale»
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Lunedì 20 Aprile 2020, 15:01 - Ultimo aggiornamento: 16:27

l presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha visitato questa mattina il Covid Center dell'Ospedale del Mare di Napoli. «Una struttura di avanguardia - spiega - fondamentale per combattere l'epidemia. Abbiamo fatto un altro miracolo amministrativo, senza squilli di trombe, ma lavorando con grande concretezza e determinazione».



De Luca ricorda che «nel complesso, con le strutture modulari di Caserta e Salerno, amplieremo di 120 unità i posti delle terapie intensive. Fortunatamente la pressione sulle terapie intensive si è allentata, ma grazie a queste strutture avremo ospedali interamente dedicati al Covid e potremo riprendere l'attività ordinaria negli altri ospedali».
 


«I medici di medicina generale stanno lavorando molto. Abbiamo attivato le usca, ieri Napoli 12 unità erano in servizio e abbiamo fatto 528 tamponi dalle 9 alle 17 a casa. Erano tamponi di prima diagnosi, di primo negativo e secondo negativo. Oggi riteniamo di azzerare il pregresso che era di qualche giorno di attesa e da domani dovremmo cominciare a rispondere su 24-36 ore» ha detto il direttore generale dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, facendo il punto sui tamponi e sulle tante denunce di pazienti che aspettano il test da tempo. «Abbiamo attivato - ha detto Verdoliva - una piattaforma digitale in modo che la richiesta del tampone viene fatta solo dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta e non arriveranno più pec a qualsiasi indirizzo dell'Asl, una metodologie che ha portato alcuni dopo 15 giorni di attesa a dire nessuno è venuto. Abbiamo trovato decine di mail indirizzate a qualsiasi pec dell'Asl e questo ci ha creato un problema. Non nascondo i ritardi e le difficoltà che abbiamo avuto per dare una risposta al territorio, è stato un momento difficile e complicato, oggi ritengo che l'organizzazione messa in campo possa dare una migliore risposta».
 
 

Il direttore generale ha spiegato che «nella prima parte del covid19 c'è stato uno sbandamento generale, non si conoscevano tante cose, c'era la ricerca di dispositivi di sicurezza personale. Ricordo che la rete di di medicina generale ha dato un contributo anche di vite umane e quindi non voglio cercare aree di operatori sanitari che possano essere stati più o meno impegnati, tutti hanno fornito quello che in quel momento si poteva fare. Oggi conosciamo meglio le regole d'ingaggio del contagio, i dpi li abbiamo e va meglio. Ricordo anche che in questo covid center di Napoli potremmo ricoverare anche un asintomatico, perché se ci fossero posti liberi, toglierlo da casa significa rischio ridurre il contagio nelle abitazioni, ricordo che a Napoli ancora oggi in pochi metri quadri vivono famiglie numerose».

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