Biblioteche Napoli, nuovi libri ma orari dimezzati: «Sos operatori e wi-fi»

Biblioteche Napoli, nuovi libri ma orari dimezzati: «Sos operatori e wi-fi»
di Maria Pirro
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Lunedì 7 Giugno 2021, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 14:05

Una è inaccessibile per l'emergenza Covid, un'altra deve traslocare. E quasi tutte le biblioteche comunali sono aperte a metà. Perché fanno orari ridotti, chiudono nel primo pomeriggio, proprio quando i ragazzi potrebbero andarci, oppure non hanno servizi come il wi-fi oramai essenziali per lo studio e le ricerche. E nemmeno tutti i nuovi libri, acquistati nel semestre, sono consultabili e sistemati negli scaffali; mentre il ministro della Cultura, Dario Franceschini, annuncia ulteriori 30 milioni per arricchirne il patrimonio, qui e nel resto d'Italia. 

Il provvedimento raddoppia i finanziamenti già stanziati a giugno scorso con un altro decreto, e così suddivisi: fino a 1.500 euro per l'acquisto dei libri sono destinati a biblioteche con meno di 5.000 volumi; 3.500 euro per quelle che ne hanno tra 5.000 e 20.000; 7.000 euro per le sedi con oltre 20.000. Ed è un modo anche per sostenere l'intera filiera territoriale: l'ordine dei testi deve, infatti, avvenire almeno in tre diverse librerie presenti nella provincia o città metropolitana di riferimento, a stretto giro. Le risorse assegnate vanno spese entro 90 giorni dall'accredito e rendicontate non oltre il 30 novembre. «Napoli ha utilizzato l'intera somma, di 90mila euro, assegnata in precedenza», spiega Marilù Vacca, dirigente di Palazzo San Giacomo, chiamata a pubblicare una nuova manifestazione di interesse per gli altri 90mila euro in arrivo e in modo da raccogliere e accogliere anche le proposte degli editori locali.

Una iniziativa lodevole. 

Le quattordici biblioteche comunali hanno, tuttavia, orari e situazioni diverse, non aggiornate sul sito web del Comune, e spesso complicate. Motivo di sit-in e proteste. Al centro dell'ultima agitazione è la Benedetto Croce, dotata di una quarantina di posti sempre occupati e unico riferimento al Vomero e all'Arenella, diventata off-limits con l'emergenza coronavirus. I suoi scaffali si trovano infatti in un seminterrato, senza vere e proprie finestre. «Stiamo verificando con i tecnici se possibile realizzare un impianto di drenaggio dell'aria, ma non è facile e non è detto che basti per rispettare le norme anti-contagio. Di certo, non possiamo riaprire un luogo insicuro», dice l'assessore alla cultura della V Municipalità, Luigi Sica, che spiega qual è l'alternativa: «Vogliamo utilizzare come aule studio i porticati della nostra sede in via Morghen, al termine dei lavori di ristrutturazione. Un intervento già approvato in commissione».

Anche a Fuorigrotta la biblioteca è chiusa, ma per un'altra ragione. L'immobile è in dismissione. Per eliminare un fitto passivo, di 8.000 euro al mese, che risale agli anni Settanta. Da via Zanfagna tutto il patrimonio libraio deve essere trasportato nei 13 locali in via Cariteo, di proprietà del Comune. «Sarebbe bello farlo già a luglio, ma credo si parli di settembre», afferma con onestà e concretezza l'assessora della X Municipalità, Costanza Boccardi, che illustra un «progetto nel progetto», di destinare cioè una stanza ai bimbi. «In attesa del trasferimento, uno spazio è stato temporaneamente adattato, come sala lettura, nella scuola vicina». E, aspettando che gli ambienti siano pronti, i volumi da poco acquistati con finanziamenti pubblici restanonegli scatoloni al Pan, il palazzo delle arti di Napoli, dove ci sono anche i nuovi testi destinati alla Giancarlo Mazzacurati di Bagnoli. «Lì deve essere solo allestita una sala ed è stato già richiesto il collegamento wi-fi», afferma Boccardi, che vuole prolungare gli orari di apertura, oggi dalle 9 alle 15 anziché fino alle 19. «A causa della carenza di personale in organico, quasi tutte le sedi comunali chiudono troppo presto, dal lunedì al venerdì, e non sono accessibili nel fine settimana», interviene Chiara Guida, presidente della commissione Scuola a Palazzo San Giacomo, che ha convocato in audizione Pietro Sabatino per raccontare, invece, un caso virtuoso. «La dimostrazione che qualcosa si può fare». A Ponticelli, peraltro, il quartiere delle bombe. 

Il progetto «SocializziAMO in biblioteca», finanziato dal ministero della Cultura attraverso un bando, ha come capofila il Comune e tre organizzazioni del terzo settore che operano a Napoli Est da tempo: l'associazione Terra di Confine, la cooperativa Se.po.fà e l'associazione Noi@Europe. Obiettivo raggiunto: «Potenziare i servizi e migliorare gli spazi della Grazia Deledda in maniera tale da farla assomigliare a una qualunque biblioteca di una città europea. Un luogo immaginato su misura degli utenti, innanzitutto giovani e adolescenti, ma non solo», dice Sabatino, spiegando che sono così state rese agibili due nuove sale studio al piano terra, è stato arredato il cortile interno e presto verrà installata la connessione internet. Prolungati già gli orari di apertura: fino alle 21, dal lunedì al venerdì; fino alle 14, il sabato. «La biblioteca in due mesi è ritornata a essere un luogo di socializzazione e un punto di riferimento, in particolare per i ragazzi, grazie anche alle attività proposte». I corsi di lingua per under 35, dall'inglese all'arabo, di scrittura creativa e di narrazione, cui si aggiungono i «laboratori di storia di Ponticelli» e uno «sportello di orientamento alla mobilità europea per i giovani», oltre agli info-day sulle opportunità di studio, lavoro e volontariato all'estero. Gli stessi attivisti si occupano della catalogazione dei libri, visto che mancano i bibliotecari, e al momento parte del patrimonio non è consultabile online: «Per sapere che c'è, in tante biblioteche comunali bisogna recarsi fisicamente e accedere ai faldoni cartacei», aggiunge Sabatino, mentre già pensa a come riutilizzare altri spazi a Ponticelli, ma anche a San Giovanni a Teduccio e a Barra, dove si registrano gli stessi limiti nei servizi e quindi nelle opportunità. 

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