L'intervento ha permesso il recupero di sei filari con 180 nasse cilindriche, con armatura in ferro e plastica collegate fra loro, non segnalate secondo la normativa vigente e in numero superiore a quello consentito dalle norme sulla pesca sportiva.
La normativa richiede infatti che ogni attrezzo da pesca non deve creare pericoli per la navigazione o danni all’ambiente marino, deve essere segnalato (con gavitello giallo, bandierina di segnalazione o luce notturna ben visibili e targhetta identificativa in caso di pesca professionale) e non superare il massimo consentito, ovvero due nasse per imbarcazione per la pesca sportiva.
Le nasse recuperate sono state immediatamente distrutte al porto di Sorrento e consegnate alla società Penisolaverde per lo smaltimento come rifiuto speciale. «Sono numerose le segnalazioni pervenute alla nostra associazione in questi giorni – dichiara il presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d'Esposito - riguardanti attività di pesca fuorilegge sotto costa e non solo. Il mercato del pesce è un settore molto lucroso e, spesso, per aumentare gli introiti non si rispettano regole e buon senso arrecando danni enormi agli stock delle popolazioni ittiche oltre che all’intero ecosistema mare. Le nasse fuorilegge recuperate stamane erano praticamente abbandonate in mare, costituendo un vero e proprio rifiuto oltre che una trappola senza fine: i pesci che entrano morendo costituiscono esca per altri pesci. Altre invece erano attivate con esche. Dalle nasse sono stati liberati in mare diverse esemplari di murene, polpi e piccoli pesci sotto misura, tra cui scorfani, triglie, sciarrani e altre specie. I controlli e le indagini sulla pesca del nucleo navale della Guardia di finanza continueranno nei prossimi giorni per garantire il rispetto delle normative nazionali e comunitarie».
La nassa è una trappola mobile. Il pescatore colloca all’interno apposite esche che variano a seconda delle varie specie da catturare, ad esempio per la cattura dei polpi i pescatori sono soliti mettere granchi vivi. Le nasse di solito vengono calate al tramonto, con una corda e un peso che le porta rapidamente sul fondo, per poi essere tirate su all’alba. Le nasse devono essere segnalate in superficie con una boa. Un tempo erano fatte in giunco, intrecciate a mano dai pescatori. Per fare una nassa ci volevano dai 2 ai 3 giorni. Oggi trovare una nassa da pesca in giunco è abbastanza difficile e quelle moderne sono tutte costruite con un’armatura di ferro e plastica. La pesca sportiva con le nasse è consentita per un massimo di 2 nasse ad imbarcazione. Le nasse devono essere sempre segnalate e posizionate in maniera da non arrecare nessun danno.
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