«Mia mamma 90enne colpita da ictus: ho il Green pass ma non posso vederla»

«Mia mamma 90enne colpita da ictus: ho il Green pass ma non posso vederla»
di Maria Pirro
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Sabato 11 Settembre 2021, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 21:07

Solleva una busta: a penna ha scritto Maria, il nome della mamma. «Sono passati più di quindici giorni dal ricovero d'urgenza al Cardarelli e non posso vederla». Rosario Montecatino aggiunge sulla carta l'indicazione del reparto. «Neurologia, terzo piano». Dentro, ripone un pigiama pulito, di ricambio, e questa è anche l'unica forma di contatto che continua ad avere con la madre anziana. «Consegno tutto a un infermiere, come tante altre decine di persone che raggiungono a ora di pranzo l'edificio del pronto soccorso. Ma non posso accedere in corsia per le limitazioni anti-Covid, anche se ho chiesto più volte il permesso alle guardie giurate. E un medico, interpellato, mi ha precisato che un'eccezione è consentita solo in casi estremi...» 

La madre 90enne, già affetta da demenza senile, aveva avuto un ictus in casa. «Il 24 agosto.

Fortunatamente, ero presente e ho allertato il 118. Ma non ho potuto accompagnarla nemmeno in ambulanza. Quindi ho preso un taxi, dal centro storico, e ho atteso dalle 8 alle 14,30 per avere notizie... Assieme altri parenti dei degenti ho aspettato nei giardinetti dell'ospedale...», racconta il 55enne, impiegato rimasto senza lavoro durante la pandemia.

Montecatino non si rassegna alla lontananza forzata. «Temo che mamma non pensi di essere stata abbandonata. Nelle sue precarie condizioni di salute, non può neppure parlare al telefono: devo portarle almeno una carezza, dirle una parola di conforto. Per questo, voglio rendere pubblica la situazione e sensibilizzare chi di dovere a riammettere i parenti nei luoghi di cura, così come previsto con un decreto in tutta Italia. E poi, perché in alcune strutture si può, è un diritto o no? Da che dipende? Ho il Green pass, la doppia dose di vaccino, e sono pronto a fare un tampone in qualsiasi  momento pur di riabbracciare la donna straordinaria che mi ha dato la vita e ora è sola». Il figlio di Maria Sasso aggiunge anche un altro motivo di preoccupazione. «Dal sabato alle 13 al lunedì, stessa ora, prego che non le accada niente perché non è nemmeno possibile chiamare ai recapiti indicati come riferimento dal personale sanitario». 

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Interpellati dal Mattino.it, i vertici del Cardarelli chiariscono che gli ingressi non sono più vietati, ma contingentati e scandagliati nel corso della giornata in modo da evitare assembramenti. Per essere inseriti in lista e quindi ammessi, è opportuno presentare una domanda scritta indirizzata al primario del reparto e alla direzione sanitaria. Una procedura evidentemente non chiara ai familiari degli ammalati e che lunedì prossimo, 13 settembre, verrà meglio chiarita e pubblicizzata tramite una circolare dell'ospedale. 

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