Nell'inchiesta risulta coinvolto anche un assistente capo della Polizia di Stato in servizio presso il commissariato di Sarno, sottoposto alla misura interdittiva della sospensione dalla professione per dodici mesi. Al poliziotto, infatti, vengono contestati i reati di rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento personale.
Gli investigatori sono riusciti a ricostruire l'assetto del gruppo criminale. Le indagini sono partite nel 2015 in seguito alla perquisizione domiciliare effettuata dagli agenti del commissariato di Sarno presso l'abitazione di uno degli indagati, successivamente tratto in arresto, in quanto trovato in possesso di un fucile d'assalto AKI47 Kalashnikov calibro 7.62, una pistola semiautomatica calibro 9x18 con relativo munizionamento, 107 grammi di cocaina, 274 grammi di marijuana e 5 chili e 100 grammi di hashish. I successivi approfondimenti hanno consentito di accertare che sia le armi che la sostanza stupefacente erano direttamente riconducibili al capo dell'organizzazione, il quale aveva il progetto criminale di accaparrarsi il mercato degli stupefacenti nel comprensorio di Sarno e zone limitrofe, avvalendosi della disponibilità di armi, da utilizzare per attentati in fase di programmazione, in evidente contrapposizione con omologhi gruppi delinquenziali già operanti su quello stesso territorio.
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