Lockdown a Napoli, il fronte si allarga: «Chiudiamo tutto subito»

Lockdown a Napoli, il fronte si allarga: «Chiudiamo tutto subito»
di Paolo Barbuto
4 Minuti di Lettura
Venerdì 30 Ottobre 2020, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 13:02

Il sasso nello stagno l'ha lanciato ieri, dalle colonne del nostro giornale la Federazione del Commercio: «Se deve essere lockdown che arrivi subito. Così raggiungeremo i giorni dello shopping natalizio senza allarme e con la possibilità di riaprire». Lo stesso messaggio l'ha lanciato con incredibile tempismo concomitante anche Toto Naldi, albergatore di razza che pure ha chiesto con forza il blocco immediato di tutte le attività per far scendere la curva dei contagi «e consentirci di riaprire a dicembre, quando la gente ha voglia di muoversi e può pensare di cercare serenità qui a Napoli».

Quegli appelli hanno scosso il mondo dell'impresa locale.

In tanti hanno pensato che questa potrebbe essere la soluzione migliore e si sono fatti avanti spiegando che la decisione di chiusura, se deve arrivare, deve essere presa immediatamente per cercare di salvare i giorni delle feste.

 

Ciro Fiola, presidente della Camera di Commercio che si è ammalato e ha sconfitto il virus dopo giorni di degenza, è severo: «Bisognava pensarci già prima, ma si è pensato solo ad attaccare il governatore De Luca perché aveva pensato a una decisione del genere. Io credo che sia ancora possibile salvare le feste con un lockdown ma deve essere davvero immediato. Ecco, io mi aspetto che ci siano nuove manifestazioni a Santa Lucia, stavolta per chiedere alla Regione di fare in fretta e passare subito al bocco totale delle attività sperando di riuscire a riaprire per lo shopping natalizio».

Fiola sostiene che «del resto le imposizioni attuali del Governo corrispondono già a un lockdown, solo che non lo decretano perché non riuscirebbero a sostenere economicamente il Paese. Il vero problema è che non hanno saputo gestire la situazione, hanno avuto fretta di riaprire le scuole, di far ripartire il trasporto pubblico affollato. Adesso stiamo pagando lo scotto di scelte azzardate perciò sarebbe giusto fermare tutto». 

LEGGI ANCHE Covid, in Italia l'Rt sfiora 1,6: lockdown più vicino

Dopo lo sfogo di Salvatore Naldi tutto il mondo dell'ospitalità è sceso in campo. Lo ha fatto tramite Federalberghi che per bocca del presidente Antonio Izzo ha spiegato: «L'obiettivo economico è salvare il Natale. E, se per salvarlo è necessario chiudere tutto e subito, tanto vale procedere senza esitazioni. Un'idea figlia anche dei pochissimi turisti presenti oggi, con un'occupazione camere media in città che non raggiunge il 20%, ma ci sono alberghi vicini allo zero che sono costretti a chiudere. Bisogna approfittare di novembre che in generale non è un mese con grandi affluenze, ancora di meno oggi. Sono in pericolo imprese e centinaia di posti di lavoro. È fondamentale il sostegno istituzionale e una seria politica per la ripartenza fatta di programmazione e promozione che, purtroppo, sono state carenti nel periodo successivo al primo lockdown.

Sulla stessa linea, in ordine sparso, anche i gestori di Bed and Breakfast e di case vacanze che sperano di poter riprendere l'attività a dicembre. 

Video

Il blocco delle attività non viene chiesto solo dal mondo dell'impresa: «Da settimane chiedo un intervento in questo senso - è affranto Bruno Zuccarelli, vicepresidente dell'Ordine dei medici - basta guardarsi intorno per capire che sul fronte sanitario la situazione è già fuori controllo. Cosa si aspetta a fermare tutto?». Ma la questione va anche oltre il disperato appello sanitario e coinvolge, appunto, anche il mondo del commercio e dell'impresa: «Andare avanti così è una follìa. Come si pensa che i negozi possano riempirsi se c'è una città in ginocchio al fianco di persone ammalate? Chi andrebbe a fare shopping natalizio dopo aver vissuto il dramma della morte di un suo congiunto? Ecco, se il mio appello sul fronte sanitario è rimasto finora inascoltato, magari quello che comprende anche il mondo dell'impresa potrà trovare maggiore attenzione. Siamo in una fase drammatica».

Non ha nessun dubbio sulla questione Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti: «Se vogliamo cercare di salvare questo disgraziato anno abbiamo il dovere di pensare a un periodo natalizio con tutti gli esercizi in funzione, altrimenti sarà la definitiva debacle del commercio. Se pensiamo solo di arrivare alla primavera per trovare serenità ci sveglieremo in quei giorni con la metà delle imprese commerciali che non riapriranno. Perciò, se qualcosa si può fare la si faccia subito, anche con un lockdown immediato». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA