«Gomorra? Una fiction diseducativa»: parola di «lady boss» Pupetta Maresca

«Gomorra? Una fiction diseducativa»: parola di «lady boss» Pupetta Maresca
di Dario Sautto
4 Minuti di Lettura
Lunedì 12 Febbraio 2018, 23:02 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 15:38
Castellammare. «Gomorra è diseducativa per i bambini. Ho visto una puntata, ma di fronte a certe scene anche io ho spento la tv». Parola di Assunta Maresca, 83 anni da Castellammare di Stabia, conosciuta semplicemente con l’appellativo di «Pupetta», o ancora meglio (o peggio) come «lady camorra» per il suo passato prima da moglie di un boss, poi da killer per vendicare l’uccisione di suo marito, ma divenuta anche attrice e cantante per la sua bellezza e la sua voce. Un mix di contraddizioni, raccontate a «Reality Car», una trasmissione web condotta da Emilio D’Averio, firmata alla regia da Gaetano Cuomo e prodotta da Ciro Serrapica. Pettinatura impeccabile, mise elegante, italiano perfetto, durante il programma online Pupetta Maresca ha risposto a tante domande e il suo video è subito diventato virale sui social. Giovanissima miss stabiese, negli anni ‘50 la sua bellezza conquistò il boss emergente Pasquale Simonetti, alias «Pascalone ‘e Nola». Il loro matrimonio – celebrato il 27 aprile 1955 – durò quattro mesi, perché Simonetti fu ucciso in un agguato a Ferragosto. Il giorno dopo, armata, la giovanissima vedova – incinta al sesto mese – andò a cercare il mandante di quell’omicidio, il loro testimone di nozze Antonio Esposito detto «Totonno ‘e Pomigliano», e lo uccise. Una vendetta che le costò l’arresto e la condanna a 13 anni di carcere per omicidio, con l’attenuante per la provocazione.



Dopo una decina d’anni fu graziata e scarcerata, ma nel frattempo aveva partorito in cella il figlio Pasqualino, poi ucciso negli anni ‘70. Proprio nel 1970 ebbe una relazione con il narcotrafficante della camorra Umberto Ammaturo, dal quale ha avuto due gemelli. Nel frattempo, era il 1967, Pupetta era stata la protagonista del film «Delitto a Posillipo», durante il quale recitava e cantava «’O bbene mio», una canzone scritta da lei.

Dopo anni da commerciante di abbigliamento, ora ha chiuso i negozi a Napoli e a Castellammare, è in pensione e vive nella sua città d’origine, in un appartamento del centro. La sua vicenda ha ispirato libri e film, ma anche la mini-fiction «Pupetta - Il coraggio e la passione» del 2013, nella quale il suo ruolo è interpretato da Manuela Arcuri. «Adesso sono pronte altre quattro puntate che presto andranno in onda – spiega lei – ma ho rifiutato la proposta di Sky, dopo aver visto Gomorra. Ho visto scene orribili, che purtroppo hanno visto anche tanti bambini. Per loro non è affatto educativa quella fiction, eppure per Carnevale ho visto tanti bambini travestiti da quei personaggi. Però so bene che la serie è andata avanti e ne stanno già preparando un’altra». Insomma Pupetta, che ben conosce il mondo dello spettacolo, le fiction e la camorra (è anche la sorella di Ciro «lampetiello», altro bandito molto noto alle cronache di quegli anni), condanna la serie italiana di maggiore successo nel mondo perché «troppo violenta». Poi fa un passo indietro, scava nei ricordi e – stimolata dalle domande del conduttore – spiega la sua versione dei fatti sulla vicenda che l’ha vista protagonista da giovane vedova di camorra. «Io ho fatto un errore nella mia vita: quello di aver ucciso un uomo. Ma se non l’avessi fatto non sarei qui. Lui venne con una pistola, ma anch’io cominciai a girare armata, perché mi minacciava da tempo. Si avvicinò allo sportello della macchina per farmi scendere dall’auto e farmi uccidere dai suoi killer. Cosa avrei dovuto fare? Mi sono difesa, né più né meno. Potevo morire anch’io, ma sparai sei volte con una pistola calibro 7,65 che portavo nella mia borsetta piccola». 

 


Da quell’episodio sono passati più di sessant’anni. Ma Pupetta Maresca si definisce ancora «una donna coraggiosa che non si tira indietro» e che ha potuto contare sulla sua bellezza che «può essere un punto in più nella vita». Ora ha due sogni: «Vorrei vedere i miei figli sistemati. E desidererei aiutare Castellammare». La sua intervista si trasforma così improvvisamente in un comizio politico, nella città che dopo il «golpe» che ga fatto cadere il sindaco si prepara a tornare alle urne: «Amo tantissimo Castellammare. Amo anche le pietre di questa città e vederla abbandonata così mi fa male. Purtroppo chiunque “sale” al Comune non fa niente. I politici sono apatici, inutili, indifferenti. Io in politica? Non ho mai pensato di entrare in politica - assicura - perché non sono in grado di farlo. Però, se lo facessi metterei a posto un sacco di cose, per i giovani, per gli anziani, per chi deve essere aiutato. C’erano le Terme, sono state chiuse e dentro hanno combinato uno scempio. I politici – è l’arringa finale di Pupetta Maresca – dopo aver preso il voto badano solo a loro, ad arricchirsi sulle spalle delle brava gente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA