Giancarlo Siani, il libro del Mattino in omaggio giovedì: il ruolo del giornale nella ricerca della verità

Giancarlo Siani, il libro del Mattino in omaggio giovedì: il ruolo del giornale nella ricerca della verità
di Pietro Perone
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Domenica 19 Settembre 2021, 12:00

Era un inizio settembre un po' indolente nella piccola redazione del Mattino di Castellammare, tra colleghi ancora in ferie e la cronaca che tardava a riprendere il ritmo incalzante a cui ci aveva abituato in quegli anni Novanta, scanditi dalle proteste operaie di aziende stabiesi ormai decotte o dalla mattanza della camorra. Dal resto d'Italia arrivavano però notizie dirompenti: i primi pentiti di mafia, tangentopoli che incalzava e le indagini sulla penetrazione della criminalità in tutti i settori della società squarciavano decenni di silenzi e di paura.

Il caso Siani restava invece il simbolo della Giustizia mancata ma in quei giorni anche a Torre Annunziata qualcosa stava accadendo: un camorrista di peso del clan Gionta aveva deciso di collaborare con l'allora pm, Armando D'Alterio.

Comincia così, il 5 settembre del 93, con la notizia in esclusiva che Salvatore Migliorino stava svelando particolari anche sull'omicidio di Giancarlo un'inchiesta giornalistica parallela a quella della magistratura. La ricerca di fatti, persone, testimoni che avrebbero potuto riconsegnare la figura del nostro collega negli aspetti rimasti in ombra e accendere qualche fiammella intorno al buio fitto che ancora avvolgeva quel sacrificio, quando la verità non era a portata di mano, ma i faldoni di indagini naufragate negli anni precedenti erano stati tirati fuori dagli archivi della Procura di Napoli. 

Nel libro che il Mattino regalerà ai lettori giovedì prossimo 23 settembre, a 36 anni dall'omicidio, un piccolo sunto dei servizi pubblicati quando mandanti e killer erano ancora in libertà fino al giorno degli arresti e le successive condanne passate in giudicato in Cassazione. Il racconto, anche attraverso i protagonisti dell'epoca, degli anni in cui il giornale di Siani è stato, come gli spettava, in prima linea nella ricerca della verità.

Per Giancarlo è il tributo a un martire della verità, il ricordo di un collega che proprio oggi avrebbe compiuto 62 anni e come avviene da anni verrà festeggiato domani dagli studenti anti camorra alle 16,30 sotto la redazione del Mattino con torta e spumante, a sottolineare il legame imprescindibile tra il giornale e il suo cronista ucciso.

Un lavoro, quello di Siani, incalzante, penetrante, estremamente pericoloso per i boss degli anni Ottanta, anni in cui il potere della camorra veniva colpevolmente ridimensionato anche dalla magistratura. Giancarlo aveva invece capito, e scritto, che il clan di Gionta era affiliato alla mafia siciliana e che per comprendere cosa avveniva a Torre Annunziata bisognava guardare a Palermo, dove le cosche erano già un anti Stato, inserite nei gangli vitali della società e dell'imprenditoria. 

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Rileggere uno ad uno i suoi articoli, anche quelli pubblicati nelle pagine locali e mai visti dagli inquirenti che avevano indagato nell'immediatezza del delitto, è stato il punto di partenza. Per comprendere, però, la figura di Giancarlo bisognava andare oltre il suo giornale, parlare con Alfonso Pinto, ex consigliere regionale del Pci che stava per consegnare a Siani i documenti su una serie di appalti pubblici vinti sempre dalle stesse imprese, o sentire per la prima volta l'amica Chiara Grattoni alla quale il cronista aveva confidato di avere preparato un libro dossier mai trovato, uno dei misteri che ancora avvolgono lo scenario entro cui maturò il delitto deciso da Nuvoletta anche in seguito a quell'articolo in cui Siani rivelava che l'arresto del boss Gionta era avvenuto grazie a una soffiata di quelli che dovevano essere i suoi alleati.

Nel libro pubblichiamo anche lo schizzo della copertina che Giancarlo aveva disegnato in calce a una lettera a Chiara dimenticata nei faldoni giudiziari e a cui non fu data alcuna importanza nelle prime indagini. Per Giancarlo, un libro per non dimenticare, quando ricercare la verità sul delitto è stato un dovere a cui adempiere da parte del suo giornale. 

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