Caso Fortuna, processo slitta al 16
novembre. Le bimbe non saranno riascoltate

Caso Fortuna, processo slitta al 16 novembre. Le bimbe non saranno riascoltate
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Martedì 8 Novembre 2016, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 22:53

Non saranno riascoltate le due bambine testimoni di accusa al processo per l'omicidio della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni precipitata dall'ottavo piano di un palazzo al Parco verde di Caivano (Napoli) il 24 giugno 2014.  Lo ha deciso la quinta sezione della Corte di Assise di Napoli presieduta da Alfonso Barbarano che ha respinto la richiesta avanzata dalla difesa dell'imputato dell'omicidio, Raimondo Caputo, detto Tatò.
 


La Corte ha comunque precisato che le bambine, le cui dichiarazioni vennero raccolte nell'ambito di un incidente probatorio, potrebbero venire riascoltate solo qualora emergesse tale necessità all'esito dell'istruttoria dibattimentale. La Corte ha stabilito anche che non potranno essere effettuate riprese televisive e che verrà disposto il dibattimento a porte chiuse nelle udienze in cui saranno trattati i casi di abusi sessuali su minori. I giudici hanno infine ammesso le liste di testimoni presentate dalle parti e hanno rinviato il processo al 16 novembre prossimo. Secondo quanto si è appreso, verranno interrogati come testimoni alcuni investigatori che hanno svolto le indagini. 

Inoltre la madre, Imma Guardato, e il suo ex compagno, padre della bambina, Pietro Loffredo si sono entrambi costituiti parte civile assistiti rispettivamente dagli avvocati Gennaro Razzino e Angelo Pisani. La Guardato, parlando con i giornalisti, ha ribadito che chiede la verità su quanto accaduto sostenendo che comunque a suo avvio esiste «un'altra verità» rispetto a quella emersa dall'inchiesta. Pietro Loffredo è invece convinto che il responsabile del delitto non sia l'imputato, Raimondo Caputo detto Titò, bensì un'altra persona non coinvolta finora nelle indagini e che a riferire tale circostanza vi sarebbero anche alcuni testimoni.

Al processo, oltre a Caputo, è imputata anche la sua ex compagna, Marianna Fabozzi, che risponde però del solo reato di concorso negli abusi sessuali che il suo ex compagno Titò avrebbe compiuto su una figlia della coppia.

I procedimenti sull'omicidio di Fortuna e quello sulla morte di Antonio Giglio, bimbo di 3 anni morto in circostanze analoghe il 27 aprile 2013, nel quale è indagata per omicidio volontario la madre, Marianna Fabozzi, non saranno riuniti in un'unica indagine.

La richiesta di unire i procedimenti è stata avanzata nel corso della prima udienza del processo sulla morte di Fortuna dall'avvocato Paolino Bonavita, difensore di Raimondo Caputo, compagno della Fabozzi e imputato per omicidio e abusi sessuali nei confronti di minore. La richiesta è stata respinta in quanto, ha spiegato il presidente della quinta sezione della Corte d'Assise di Napoli, «i processi non sono nello stesso stato di grado».

Per la morte di Antonio Giglio si è infatti ancora nella fase delle indagini, coordinate dalla Procura di Napoli; la morte del piccolo era stata considerata in un primo momento un incidente domestico, poi le analogie con la morte di Fortuna Loffredo hanno spinto per la riapertura delle indagini e la madre, Marianna Fabozzi, imputata nel processo per la morte di Fortuna per aver coperto gli abusi sessuali del compagno sulle figlie, è stata iscritta nel registro degli indagati per omicidio volontario.

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