Finti matrimoni a Napoli
si indaga su agenzia d'intermediari

Finti matrimoni a Napoli si indaga su agenzia d'intermediari
di Leandro Del Gaudio
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Sabato 5 Novembre 2016, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 08:29

C'è chi se n'è accorto dopo due anni, andando a ritirare un certificato destinato a una pratica per un mutuo. Ma c'è anche chi se n'è accorto in un altro modo, magari grazie a una convocazione della banca, che stava lanciando un piano di finanziamento per le nuove famiglie. E non è finita. C'è un caso che riguarda una multa arrivata da Equitalia, sulla scorta di un accertamento fiscale fatto dall'Agenzia delle entrate, che aveva calcolato un surplus da pagare sulla tassa della spazzatura.

Motivo: era cresciuto il nucleo familiare, ora negli stessi sessanta metri quadrati vivono tre persone e non una, quanto basta ad aumentare la tassa sui rifiuti solidi urbani. Eccoli tre casi, tra tanti. Sono all'attenzione dei pm che stanno lavorando sui matrimoni sulla carta, sui voli d'arancio virtuali, anche se maledettamente veri sotto il piano burocratico, sotto il profilo formale. Non un solo fascicolo, ma diversi fascicoli. Ne sono almeno una decina, sono sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Alfonso D'Avino, capo del pool che indaga sui reati contro la pubblica amministrazione.

Già, perché in questa storia di mogli e mariti che non si conoscono, di matrimoni celebrati solo con il timbro comunale, di uomini che si ritrovano mogli a carico all'improvviso, senza neppure conoscere le proprie consorti, non esiste solo un caso, quello raccontato in questa pagina. No, non c'è solo l'episodio della quarta municipalità, c'è decisamente dell'altro.

Tanto da spingere gli inquirenti a fare una sorta di accelerata, a dare inizio a una strategia unitaria contro la nuova frontiera della truffa ai danni dello Stato. È questo il reato contestato, la Procura punta a contrastare una sorta di fenomeno. Non si tratta di casi isolati, ma di regie organizzate, strutturate e probabilmente di importazione. In che senso? I finti matrimoni nascono nel Casertano, sono un fenomeno che solo di recente si sta imponendo all'attenzione della pubblica amministrazione cittadina, grazie al pressing di una sorta di agenzia del crimine.

È uno dei punti su cui le indagini provano a fare chiarezza. Ma proviamo a seguire il ragionamento degli inquirenti. Poggioreale, Vicaria, San Carlo all'Arena, Bagnoli: si tratta di casi che vengono costruiti a tavolino, quasi sempre grazie alla collaborazione interna da parte di uno o più impiegati dei rispettivi uffici anagrafici.
Omissioni, in alcuni casi, ma anche responsabilità più sottili e incisive, con un contributo tutto da mettere a fuoco. Non si tratta di casi isolati, comunque, sembra di capire. Lo scenario è complesso, si lavora su profili di responsabilità differenti, in uno scenario che è comunque ancora allo stadio iniziale.

Ad agire in zone diverse dell'area metropolitana, una sorta di agenzia di intermediazione: due persone napoletane, un altro soggetto ancora da identificare, che potrebbe essere collegato con le regioni dell'Est europeo, che potrebbe anche non essere di origine italiana. Un'agenzia che entra in contatto con alcuni dipendenti degli uffici comunali, che svolgono un ruolo decisivo: quello di individuare la persona adatta da offrire alla «sposa» di turno, quello che difficilmente può accorgersi dell'avvenuta unione civile.

Complice della gang, i vuoti e le lacune della pubblica amministrazione cittadina. C'è sempre un omesso controllo involontario, che rende possibile una registrazione all'anagrafe all'insaputa di qualcuno. E non è finita. Anche in questo caso, il modello Caserta può dettare il ritmo di un'indagine di sistema. Inevitabili alcune domande: esiste un tariffario? Insomma, quanto costa mettere in piedi questa fiction giuridica per consentire a cittadine extracomunitarie di entrare in Europa? Qual è il prezzo per «mettere le carte apposto» e garantire una sorta di matrimonio posticcio? Riflettori puntati su una specie agenzia di intermediazione, in grado di giocare d'anticipo, di oliare gli ingranaggi, insomma, di corrompere lì dove è necessario.

Indagini nate per caso, che ora potrebbero finire in una sorta di fascicolo contenitore, qualora emergesse l'esistenza di un'ipotesi di associazione per delinquere. Vicende che sono entrate all'attenzione dei pm grazie a una scoperta accidentale, come la notifica di un documento da parte di Equitalia o dell'Agenzia per le entrate o come il pacchetto di promozione spedito dalla banca di riferimento: documenti che facevano riferimento all'esistenza di una coppia di coniugi, con esplicito riferimento a una moglie improvvisamente venuta dall'Est.