Detenzione ai fini di spaccio. È questa l’accusa che ha portato dietro le sbarre Francesco Clienti e sua moglie Anna Uccella. A mettere le manette ai polsi dei due coniugi sono stati i carabinieri della tenenza di Cercola a coronamento di una complessa attività di appostamento che ha permesso di scoprire come i due avessero trasformato la loro abitazione di via Vera Lombardi in una lucrosa piazza di spaccio.
Semplice ed efficace il sistema adottato da Clienti e sua moglie per vendere stupefacenti senza essere notati dalle forze dell’ordine.
La conferma che i due fossero implicati in un’attività di spaccio è arrivata durante la perquisizione che ha permesso di recuperare altre due dosi di marijuana e 260 euro in contanti, probabile provento della vendita di stupefacenti. A peggiorare la posizione dei due coniugi anche quanto ritrovato all’interno di un vano ricavato in un’area condominiale, un nascondiglio in cui sono stati trovati due coltelli, un passamontagna, un paio di guanti, un proiettile calibro 9x21 e, soprattutto, una pistola a salve. Soldi e droga sono stati sequestrati così come la telecamera e il resto del materiale rinvenuto durante i controlli. Clienti e la Uccella, invece, sono stati tratti in arresto e, dopo le formalità di rito, messi a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’arresto di Clienti, classe ’76, oltre a rappresentare in un indubbio successo per gli uomini dell’Arma è anche un duro colpo per le organizzazioni criminali che operano nella periferia orientale di Napoli e, in particolar modo, per i De Micco-De Martino di cui l’arrestato è ritenuto esponente di primo piano.
Conosciuto con l’alias di Tatà, in passato Clienti era stato affiliato alla cosca Sarno e, dopo la dissoluzione di quest’ultima a causa dei pentimenti, si era avvicinato ai De Micco e ai loro alleati per conto dei quali avrebbe continuato a occuparsi di droga. Una vicinanza, però, che durante la faida con i Minichini-De Luca Bossa lo aveva trasformato in un bersaglio. Nel maggio dello scorso anno, infatti, un ordigno rudimentale fu fatto esplodere sotto la sua Smart, distruggendola. Fu uno dei colpi di coda di un sanguinoso scontro che si concluse con l’affermazione dei De Micco-De Martino, di fatto, secondo quanto riferito dagli investigatori, diventati padroni, criminalmente parlando, del quartiere Ponticelli.