Covid a Napoli, mamma muore a 28 anni:
incinta e senza vaccino, il bimbo è salvo

Covid a Napoli, mamma muore a 28 anni: incinta e senza vaccino, il bimbo è salvo
di Maria Chiara Aulisio
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Domenica 12 Settembre 2021, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 07:14

Erano tre. Tre donne in gravidanza, tutte non vaccinate, ricoverate nel corso delle ultime settimane in rianimazione nel reparto Covid di Ostetricia e ginecologia del Policlinico Federico II. La prima, 31 anni e già tre figli, contagiata insieme con tutta la famiglia, è arrivata in ospedale il 10 agosto: le sue condizioni, se pur stabili, restano molto gravi, anche peggio quelle del suo bambino nato gravemente prematuro a meno di sei mesi. Anche la seconda, trasportata d'urgenza al Policlinico da Vallo della Lucania solo qualche giorno dopo, è ancora in terapia intensiva ma per fortuna, al momento, non si registrano gravi peggioramenti. A non farcela è stata invece la terza giovanissima mamma, l'ultima arrivata, il 27 agosto, alla 35esima settimana di gestazione: Palma Reale, 28 anni originaria di Santa Maria Capua Vetere e residente a San Prisco, è morta ieri mattina al Policlinico Federico II in seguito alle gravi complicanze respiratorie provocate dal Covid che l'aveva aggredita.

A raccontare la sua storia a Fanpage, il marito. Alfonso Vozza, anche lui senza fiala, ripercorre le tappe di una vicenda che non si sarebbe conclusa così tragicamente se Palma - come spiegano i medici - fosse stata vaccinata: «Siamo risultati positivi il 18 agosto, ma al pronto soccorso dell'ospedale di Caserta ci hanno rimandato a casa dicendo che avremmo potuto curarci lì.

Il fatto che mia moglie fosse all'ottavo mese e mezzo di gravidanza sembrava avere poca importanza». Solo quando la situazione è diventata più grave si è capito che la terapia domiciliare non poteva bastare. «Ore al telefono per far arrivare un'ambulanza: i medici non sapevano più che cosa fare. Alla fine, - racconta ancora il marito di Palma - per fortuna è intervenuto il sindaco. Solo grazie a lui finalmente si è mosso qualcosa e mia moglie è stata trasportata al Policlinico di Napoli». Qui le è stato praticato un taglio cesareo d'urgenza: il bambino era quasi al nono mese e, dunque, farlo nascere non ha rappresentato un gran problema, tant'è che il piccolo, ieri mattina, è stato anche dimesso. Subito dopo l'intervento chirurgico, la giovane mamma, che aveva già tre figli, è stata trasferita nel reparto di terapia intensiva. Progressivo il peggioramento: dal giorno del ricovero le sue condizioni hanno continuato ad aggravarsi fino a ieri mattina quando il cuore non ha retto all'ennesima crisi respiratoria e ha cessato di battere.

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Giovanissima e in ottime condizioni di salute, Palma era arrivata alla fine del periodo di gravidanza senza alcun problema, tutto era andato nel migliore dei modi. «Mia moglie - prosegue Alfonso Vozza nell'intervista rilasciata al giornale on line - aveva un polmone collassato e un altro danneggiato. La saturazione inizialmente era scesa al 62 per cento prima di risalire sopra i 90. Poi il precipizio. I medici del Policlinico Federico II hanno fatto un lavoro davvero straordinario, e voglio ringraziarli pubblicamente. Ma aggiungo che tutto questo, secondo me, si sarebbe potuto evitare se Palma fosse stata ricoverata subito». È quasi certo - secondo i medici - che quella giovane mamma sarebbe ancora viva se fosse stata vaccinata contro il Covid così come i ginecologi consigliano dall'inizio della pandemia. Intanto, restano sotto stretto controllo le altre due pazienti ricoverate nello stesso reparto. Condizioni cliniche stabili, con la speranza che restino tali. È ormai chiaro che è quasi impossibile stabilire l'andamento del virus. «Mia moglie - conclude Vozza - si è aggravata all'improvviso quando ancora si pensava che potesse farcela». 

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