Covid a Napoli, sempre più cani abbandonati: «C’è chi ha buttato un pitbull nei rifiuti»

Covid a Napoli, sempre più cani abbandonati: «C’è chi ha buttato un pitbull nei rifiuti»
di Melina Chiapparino
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Martedì 18 Agosto 2020, 23:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 12:53

Cani abbandonati, numeri record. Questa estate, a Napoli e nelle sue province, sono più che raddoppiati rispetto al passato. L’emergenza campana, che riflette l’aggravarsi del fenomeno su tutto il territorio nazionale, è una delle conseguenze del Coronavirus che ha spinto qualcuno a disfarsi del cane per paura del contagio.

«Gli abbandoni sono aumentati del 70%» spiega Melina Vitale che ora, nel suo rifugio a Ponticelli, ospita più di 200 cani. «Abbiamo visto aree cittadine affollate di animali abbandonati» continua la 67enne napoletana che, 20 anni fa, ha fondato l’onlus “La Fenice Adla” basata, da sempre, sul volontariato senza alcun contributo da parte di enti amministrativi. «All’inizio del lockdown, c’è stata una vera e propria corsa all’adozione e, addirittura, ci hanno chiesto di affittare i cani come se fossero giochi per i bambini chiusi in casa» continua Melina che - durante l’esplosione dell’emergenza Covid - si è recata ogni giorno al rifugio insieme alle instancabili volontarie. «Gli abbandoni sono ripresi subito dopo il lockdown - aggiunge - ci hanno lasciato due cucciolate all’ingresso. Potremmo raccontare storie come quella di Toppy, la cagnolina abbandonata perché aveva una zampa deforme, o di Egidio, un misto pit-bull buttato in una discarica».

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«Dopo l’entusiasmo iniziale che ha spinto molti ad adottare i cani, poco dopo l’esplosione del Covid, è subentrata la paura del contagio» spiega meglio Melina che, in ogni caso, anche durante l’emergenza non ha mai smesso di adottare procedimenti scrupolosi per concedere gli affidamenti canini. «La gente mostrava chiaramente la paura che gli animali potessero mischiare il virus, cosa non vera - continua la volontaria - così si sono verificati abbandoni di cani padronali che vivevano in famiglia da tanti anni. E lo stesso è accaduto con i gatti». Nonostante lo scenario drammatico, sono stati tanti i volontari che hanno perseverato nell’accudire gli animali. Tra questi Luigi Cerciello, 27enne di Somma Vesuviana che ha contratto il Covid e dall’ospedale dove è stato ricoverato un mese, ha coordinato il salvataggio di 24 cani recuperati in strada. «Gli abbandoni sono aumentati drasticamente - spiega Luigi dell’associazione “Diamo una Zampa” onlus - siamo in difficoltà e chiediamo aiuto a tutti per adozioni consapevoli».
 


Tutte le strutture deputate all’accoglienza dei randagi a Napoli e in provincia, sono letteralmente affollate e, ora più che mai, le onlus di volontari sono in difficoltà. «Tra i nostri cani, abbiamo 10 disabili gravi che hanno bisogno di terapie e molti anziani - racconta Melina - in particolare, visto il nostro contributo volontario e socialmente utile, avevamo richiesto al Comune la particella di terreno di fianco alla nostra perché non abbiamo più spazio». Il rifugio “La Fenice” - che da sempre si occupa di assistenza veterinaria e riabilitazione dei cani in maniera totalmente gratuita - è all’interno di una bozza di delibera della Giunta Comunale, su proposta dell’Assessore ai Giovani e al Patrimonio, Alessandra Clemente per l’annessione di un terreno. «Chiediamo solo di far presto per il bene dei cani che, dobbiamo dirlo, hanno conosciuto anche molta generosità durante il Covid con donazioni di crocchette e medicinal» conclude Melina. 

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