Incidente bus a Capri, Serena e Sara: «Su quel pullman pensavamo di morire, non torneremo più sull'isola»

Incidente bus a Capri, Serena e Sara: «Su quel pullman pensavamo di morire, non torneremo più sull'isola»
di Melina Chiapparino
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Sabato 24 Luglio 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 18:01

Abbracciate e sorridenti, pronte per la loro vacanza a Capri. Così, Serena Gallo e Sara Castiello, appaiono nella foto scattata pochi attimi prima di salire sul minibus precipitato nel vuoto. Le due 22enni campane, amiche da più di sette anni, erano una accanto all’altra quando «si è sentito un forte rumore e le urla della gente che affollava l’autobus finito contro la ringhiera». Ora sono entrambe ricoverate in ospedale, Sara al Cardarelli e Serena all’ospedale del Mare.

«Eravamo in fondo al bus e Serena si era alzata per far accomodare un’anziana», racconta Sara che, a differenza dell’amica catapultata fuori dal mezzo durante la carambola dell’autobus, non ha mai perso coscienza. «Ho visto la ringhiera avvicinarsi sempre di più e, a un certo punto, ho chiuso gli occhi per la paura» continua Sara, originaria di Castel San Giorgio. «Ho sentito tanti rumori fino a che c’è stato silenzio.

Riaprendo gli occhi, non ho più visto Serena».

 

Le due amiche hanno pensato di morire. Una volta aperti gli occhi la prima preoccupazione è stata di cercarsi. «Prima di cadere, ho cercato di voltarmi per incrociare lo sguardo di Sara, ero preoccupata per lei ma non sono riuscita a vederla» racconta Serena, di Nocera Inferiore, che ha perso i sensi durante la caduta. «Dopo l’impatto, mi sono alzata in piedi e ho cercato Serena - racconta Sara -. Sono uscita fuori e credo di non essermi neanche resa conto di calpestare altre persone, finché l’ho vista a terra, ricoperta di sangue e ho cominciato a urlare».

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«Ci sentiamo miracolate. Eravamo convinte di morire» dicono. «Mentre stavamo precipitando ho pensato che saremmo dovuti morire tutti o salvarci tutti» continua Sara, convinta che non avrebbe sopportato «l’idea di vivere se non si fosse salvata anche Serena». «La prima domanda che ho fatto, dopo aver cercato Sara, è stata se fosse morto qualcuno» racconta Serena che insieme all’amica si sente «addolorata per la morte dell’autista, indipendentemente da come e perché possa essere accaduto l’incidente». «Qualcuno ci ha detto che forse guardava il cellulare, altri hanno parlato di infarto ma per noi questo non conta - insistono le amiche -. Siamo tutti vivi e guariremo, invece lui ha perso la vita e nessuno merita di perderla così».

Sara, studentessa di Tecnologie alimentari, e Serena, consulente commerciale, stavano per cominciare una vacanza di quattro giorni a Capri. «Per adesso non ci pensiamo a tornare - spiegano - ma col tempo speriamo di superare questo trauma». 

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