Capri, minibus precipitato: indagini sui collaudi e sulla ringhiera

Capri, minibus precipitato: indagini sui collaudi e sulla ringhiera
di Leandro Del Gaudio
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Domenica 25 Luglio 2021, 23:03 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 18:18

Vogliono vedere le carte, andare a recuperare tutti i passaggi amministrativi. Ricostruire contratti, soluzioni aziendali, strette di mano, accordi e transazioni commerciali. Città metropolitana, Regione, Comune. Appalti e trasporti, manutenzione e affari. Si parte da qui, per capire cosa è accaduto a Capri, cosa ha provocato la morte di Emanuele Melillo, il conducente del minibus: un uomo in salute, un uomo di soli 33 anni, che non sembra sia stato colpito da malori improvvisi. In attesa degli esiti definitivi dell’autopsia, l’attenzione investigativa si sposta - per forza di cose - sul piano strettamente amministrativo. Due i target dell’indagine: il bus e la ringhiera di contenimento. 

Come hanno funzionato? Che tipo di manutenzione hanno ricevuto? Quali investimenti hanno intercettato in questi anni? Una inchiesta che, in attesa di capire se c’è stato un problema fisico (o una eventuale distrazione) del conducente, ora punta a capire come sono andate le cose, sotto il profilo della sicurezza dei trasporti, della tutela dei passeggeri e dei semplici cittadini (tra cui tanti bagnanti e operatori in un lido nei pressi dell’incidente), e che tipo di risorse sono state investite in questi anni, a proposito di finanziamenti pubblici. 

Inchiesta condotta dagli aggiunti Simona Di Monte e Pierpaolo Filippelli, fascicolo affidato al pm Giuseppe Tittaferrante, la Procura punta ad acquisire le carte.

Si parte da un presupposto, che sembra essere confermato dalle primissime testimonianze rese fino a questo momento: il bus andava piano, procedeva addirittura in salita, a una velocità che non giustifica il dramma che si è abbattuto sulla vita del conducente stesso, che ha provocato decine di feriti e che ha rischiato di provocare conseguenze tragiche per altre decine di persone. Uno scenario che impone un’accelerata, anche alla luce di quanto venuto fuori da una primissima ricognizione effettuata dai cronisti del Mattino. 

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Andiamo per ordine: la ringhiera mostrava i segni del tempo. Le immagini sono impietose: c’era ruggine su quella che, secondo una definizione offerta dagli stessi uffici di città metropolitana, doveva rappresentare la barriera di contenimento di un tratto di strada non esente da rischi (ripetiamo: era in salita e su un costone a terrazzamento sul mare). Quando è avvenuto l’ultimo intervento di manutenzione? Quanto è stato investito? Stesse domande che spingono la Procura di Napoli a puntare i riflettori su un altro versante: quello del possibile guasto tecnico del minibus franato sulla vita di bagnanti e bagnini. Collaudi e manutenzione nel mirino, nel tentativo di capire se i congegni di frenata fossero in grado di assicurare i doverosi meccanismi di difesa che si addicono a un mezzo di trasporto pubblico.

 

Poca voglia di parlare, tra colleghi e addetti ai lavori, nessuno si sbilancia, nessuno ha intenzione di raccontare quello che sente dentro. «C’è un’inchiesta in corso - dicono - non possiamo aggiungere nulla a quello che è stato detto». Eppure, al riparo dai taccuini c’è chi racconta che il disastro della scorsa settimana era stato annunciato dall’improvviso boom di prenotazioni che si erano registrati sull’isola e dalla mancanza di alternative alla funivia. Hanno messo in strada tutti i mezzi pubblici. Una decisione che ora rischia di finire al centro dell’inchiesta sul dramma di una famiglia rimasta improvvisamente orfana di un uomo di 33 anni. Assistita dalla penalista Giovanna Cacciapuoti, la moglie (così come gli altri componenti del nucleo familiare) chiede chiarezza e verità sull’evento di qualche giorno fa: «Mio marito era sano, non soffriva di disturbi ed era ligio al lavoro, una persona dedita alla propria professione. Diteci perché quel bus è caduto nel vuoto».

Una inchiesta che batte, per forza di cosa, anche sulle testimonianze rese da chi era sul bus al momento dello schianto. Obiettivo è capire cosa abbiano visto, quali paroole hanno ascoltato prima di precipitare all’interno di un lido balneare.

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