Gerardina Trovato: «Sono sola e senza soldi, mi aiuta la Caritas. Da Sanremo l'ultimo no»

Gerardina Trovato: «Sono sola e senza soldi, mi aiuta la Caritas. Da Sanremo l'ultimo no»
di Mattia Marzi
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Domenica 5 Gennaio 2020, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 12:26

Tra i tanti cantanti che speravano di vedere il proprio nome nella lista dei big in gara al Festival di Sanremo 2020, e che sono stati esclusi, ce ne sono alcuni che - per un motivo o per l'altro - hanno legato in modo indissolubile le loro carriere alla manifestazione. Come Gerardina Trovato. Proprio a Sanremo nel 1993 la cantautrice siciliana - oggi 52enne - si fece conoscere dal grande pubblico, dopo aver firmato un contratto con la Sugar di Caterina Caselli, partecipando tra le Nuove proposte con Ma non ho più la mia città (seconda classificata dietro Laura Pausini). Al Festival tornò nel 1994 (quarto posto con Non è un film - quell'anno incise il duetto Vivere con Andrea Bocelli, poi reso popolare in tutto il mondo dal tenore) e nel 2000 con Gechi e vampiri.

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Lontana dalle scene da anni (l'ultimo disco risale al 2008), Gerardina Trovato sognava di tornare all'Ariston per rilanciarsi dopo anni difficili e tormentati: «Ci sono rimasta male, anche perché era stata la Rai a cercarmi. Da lì sarebbe ripartita la mia carriera. Il problema è che sono sola, senza una casa discografica. E non ho soldi nemmeno per registrare le mie canzoni», si sfoga lei.

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Cosa ha fatto ascoltare alla commissione?
«Ventiquattro canzoni. Tutte quelle che ho scritto durante questo periodo difficile della mia vita. Ma non ne è stata scelta nemmeno una».
Di cosa parlavano?
«Di quello che mi è successo negli ultimi anni. Ho vissuto cose terribili. E ancora non ne sono uscita».
Che problemi ha avuto?
«Ho avuto una nevrosi ossessiva depressiva, ho perso chili e capelli e ho riportato danni fisici, compresa una citolisi epatica. Sono stata per diverso tempo paralizzata nel mio letto. Anche dal punto di vista economico me la passo malissimo».
Che cosa è successo?
«Ho finito tutti i soldi che avevo e sono costretta a chiedere aiuto a mia madre. Lei però non vuole aiutarmi, perché dice che ho bruciato tutto in droga e altri vizi».

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È vero?
«No. La maggior parte dei miei colleghi fa uso di sostanze, io invece mi sono salvata dal fatto di essere figlia di un medico».
E allora cosa è successo con sua mamma?
«Non ho mai avuto un bel rapporto con lei, mi ha creato sempre problemi. Quando è morto mio papà, nel 2006, io già non me la passavo bene. Mi liquidò con 50 mila euro, facendomi credere che l'eredità fosse tutta lì. Quei soldi erano la mia unica fonte di sostentamento e, non guadagnando più, con gli anni sono finiti. Ora che lei non vuole aiutarmi devo chiedere aiuto agli estranei, ma chi presta del denaro poi lo rivuole».
Dove vive ora?
«Sono tornata nella mia Sicilia, a Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa. Sono stata costretta a vendere la mia casa a Roma, non avendo soldi. Qui vivo in affitto, ma i debiti si accumulano. La Caritas mi dà 80 euro al mese: troppo pochi per mangiare, pagare l'affitto e affrontare le varie spese».
Dal mondo dello spettacolo si è fatto avanti qualcuno per aiutarla?
«Caterina Caselli mi ha dato i soldi per pagare l'affitto di casa, altrimenti sarei finita per strada. Adesso sono finiti anche quelli».
Fu proprio la Caselli a lanciarla, all'inizio degli Anni 90.
«Nel 2000 raggiunsi l'apice del successo, a Sanremo con Gechi e vampiri. Per la prima volta Caterina mi guardò e mi disse: Sei stata perfetta. Poi dopo alcune incomprensioni ho sciolto il contratto con la Sugar e nessuno mi ha più voluta. E nel giro di poco tempo mi sono ritrovata senza un centesimo».
Nel 2005, però, per lei arrivò la seconda occasione, con la partecipazione al reality Music Farm di Simona Ventura.
«Era un modo per guadagnare qualcosa. Mi presentai in condizioni non ottimali, con un edema alle corde vocali: eliminata alla seconda puntata. E sui giornali e sulle riviste cominciarono ad uscire foto che mi ritraevano con qualche chilo in più e poco curata: Ecco come si è ridotta, dicevano».
La fecero soffrire?
«Molto. Finii per diventare una cavia da laboratorio per gli psichiatri».
Ha affrontato percorsi terapeutici?
«Avevo l'ansia e loro non facevano altro che darmi calmanti e pillole. Uno mi prescrisse anche il litio, un elemento chimico che se assunto male provoca grandi danni. Mi hanno ridotta malissimo».
Adesso come sta?
«Non sono serena. Prendo sonniferi. E la notte mi sveglio come se qualcuno mi stesse soffocando».
Nel 2008 uscì un nuovo disco e nel 2011 fece un duetto con il rapper napoletano Lucariello: qualcuno che ha creduto in lei c'è stato.
«Piccoli tentativi di provare a investire su di me, ma senza l'aiuto di case discografiche, radio e televisioni sono andati male. Cosa devo fare, spararmi?, dicevo».
Cosa ha sbagliato?
«Nessuno è perfetto, di errori ne facciamo tutti».
E il suo qual è stato?
«Forse sono stata ingenua: mi sono fidata di chi era pronto a pugnalarmi alle spalle».
Il rapporto con sua madre può essere recuperato?
«Difficile. Mi ha denunciato, ora in questa storiaccia sono entrati anche i servizi sociali. L'intera famiglia è contro di me. Pur di non aiutarmi economicamente, vogliono farmi interdire».
Cosa farà?
«Ho incontrato gli assistenti e gli ho raccontato la mia versione. Mi hanno consigliato di cercarmi un avvocato».
Con la commissione di Sanremo come è rimasta?
«Avevo chiesto certezze sulla mia eventuale partecipazione per rivolgermi alle case discografiche e cercare un supporto economico. Forse ho fatto male a parlare della mia situazione, che è critica: li ho spaventati. Mi hanno fatto sapere che ero stata esclusa con un messaggio: Ci dispiace».
Adesso cosa ha intenzione di fare?
«Parlare della mia storia e far ascoltare le mie canzoni. Ma ho bisogno di soldi per arrangiarle e registrarle. Da quando mi sono disintossicata, buttando i calmanti e le pillole, ho riscoperto la mia creatività. I nuovi brani raccontano tutto quello che ho passato, parlano di come mi sento oggi. E voglio che chi è stato cattivo con me paghi per le umiliazioni che ho dovuto sopportare e per i danni psicologici che mi ha provocato».

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